Cibo

Passeggiata gastronomica tra i decumani di Napoli

A Napoli, tra palazzi imponenti, cortili e monumenti, si respira tradizione e cultura anche enogastronomica; ogni cosa attira l'attenzione, da una tavolata di amici alle variopinte botteghe artigiane, tra uno charcutier (salumiere) ed un laboratorio di arte presepiale.

«Napule è mille culure. Napule è mille paure, Napule è a voce d’ ‘e criature, che saglie chiano chianu,e tu saje ca nun si sulo».

La canzone che Pino Daniele dedicò a Napoli è famosa quanto la città stessa. I mille colori richiamati dall’indimenticato cantautore, sono evidenti e meravigliosi mentre si passeggia nel cuore del centro storico e tra i decumani.

Mangiare tra i decumani di Napoli: consigli
Alcuni momenti della passeggiata tra i decumani di Napoli (Foto © Sabina Cafiero).

A Napoli, tra palazzi imponenti, cortili e monumenti, si respira tradizione e cultura anche enogastronomica; ogni cosa attira l’attenzione, da una tavolata di amici – sistemata all’occorrenza nelle trattorie dei vicoli – alle variopinte botteghe artigiane, tra uno charcutier (salumiere) ed un laboratorio di arte presepiale.

I decumani di Napoli , oltre che un gioiello architettonico e urbanistico, sono il regno dello street food per eccellenza e, in ogni angolo, si trovano proposte golose e geniali. Queste tre antiche strade, le cui origini si perdono nella Napoli greca del VI secolo A.C., si articolano in tre arterie:

  1. decumano maggiore che corrispondente a via dei Tribunali,
  2. decumano superiore, coincidente a via della Sapienza Pisanelli, dell’Anticaglia e degli Apostoli,
  3. decumano inferiore che è anche il più noto e conosciuto come Spaccanapoli, una via che osservata dall’alto sembra dividere Napoli in due.

Mangiare tra i decumani di Napoli: consigli e tappe obbligate

Regina incontrastata dello street food partenopeo, è la pizza Margherita piegata a portafoglio ancora bollente e fumante: mentre si morde, provando a non sporcarsi, è naturale decantarne la bontà della mozzarella e del pomodoro.

Mangiare tra i decumani di Napoli: consigli
Pizza Margherita a portafoglio (Foto © Sabina Cafiero).

Se possiamo, e vogliamo, fare una sosta per gustare una buonissima pizza fritta, è obbligatorio sedersi ad un tavolo della pizzeria La Figlia del Presidente, in via del Grande Archivio 23 (una traversa di Via San Biagio dei Librai, nei pressi dell’Ospedale delle Bambole).

Ma un “cuoppo” (cono) colmo di zeppole, panzarotti, pasta cresciuta, gamberi e calamari, alici o competamente vegetariano, non vogliamo assaggiarlo mentre ci immergiamo nella bellezza e nel folklore delle strade di Napoli? I venditori di queste prelibatezze fritte, rigorosamente da mangiare con le mani, si trovano quasi ad ogni angolo e sono tutti validi; consigliarne qualcuno in particolare vorrebbe dire fare un torto agli altri!

Proseguendo il cammino, si viene attratti dalla musica proveniente dalle aule del Conservatorio di Musica San Pietro a Majella oppure dalla teatralità di un “pazzariello”, un giullare di piazza, una persona folle che beffa la serietà e regala sorrisi. Magari vestito con abiti vistosi e accompagnato da un’orchestrina, spesso ha il compito di impugnare pane e pasta per pubblicizzare le botteghe che si trovano a Piazza San Domenico Maggiore.

Ma il viaggio nei vicoli partenopei, riserva tanti altri sapori e profumi ed è scontato girare un angolo ed essere raggiunti dall’odore inconfondibile dei taralli caldi mandorle e pepe appena sfornati, ad esempio, dalla Taralleria Napoletana (Via S. Biagio dei Librai, 3). Mangiateli con il rigoroso accompagnamento di una buona birra fredda.

Mangiare tra i decumani di Napoli: consigli
Coni con frittura mista, taralli napoletani e pasticceria (Foto © Sabina Cafiero).

Tappa d’obbligo è anche Fresco & Toast (sapori take away), che offre un’ampia scelta tra zuppe o toast realizzati con ingredienti genuini.

Dopo tanto passeggio, è l’ora del dolce e la pasticceria napoletana rappresenta un’inesauribile fonte di soddisfazione: sfogliatelle, babbà, codine, cannoli, la Fiocco di neve della Pasticceria Poppella (piccola brioche molto soffice e farcita con crema di latte, panna e ricotta) o la Foresta nera di Gay-Odin, gustoso tronchetto di cioccolato a sfoglie.

Non si può concludere un pranzo oppure vivere un momento di pausa senza un ottimo caffè che, nella città di Napoli, assune una religiosità assoluta. Anche in questo ambito sono tanti i piccoli e grandi bar che lo servono di buona qualità ma attenzione, se non volete essere guardati male, attenetevi alla tradizione: caffè espresso (non americano), non esagerare con lo zucchero, accettare la tazza calda e sorseggiarlo con “gusto” perchè a Napoli quel momento è relax e condivisione.

Insomma basta fare un giro nel cuore di Napoli per dar sfogo alla propria voglia di cibo.

Vi aspetto, intanto godetevi qualche anticipazione nel video che segue.

© Articolo di Sabina Cafiero.

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