Piemonte Vino

L’altra metà vitivinicola del cielo piemontese

Alla scoperta dei vini bianchi piemontesi al Vinitaly 2018: Arneis, Cortese, Timorasso. Nel corso dell'evento abbiamo scoprto etichette e aziende che evidenziano come tali vitigni siano meritevoli di considerazione al pari di Barolo, Barbaresco, Barbera e Dolcetto.

Terra conosciuta e blasonata per i vini rossi, il Piemonte regala eccellenti vini elaborati da vitigni a bacca bianca. Al Vinitaly 2018 alla scoperta di Arneis, Cortese e Timorasso.

Bianchi piemontesi al Vinitaly 2018: Arneis, Cortese, Timorasso
L’ingresso al Vinitaly 2018 (Foto © La Gazzetta del Gusto)

Come accade spesso per la musica, anche per il vino ci facciamo sovente influenzare nelle nostre scelte da mode, consigli e sommari giudizi. Distrattamente ascoltiamo ciò che viene trasmesso dalla radio o in tv e, altrettanto distrattamente, sorseggiamo un calice di vino.

Luigi Veronelli sosteneva che “il vino è il canto della terra verso il cielo”. Messi da parte luoghi comuni e ovvie associazioni, nella 52esima edizione del Vinitaly che si è appena conclusa, avvicinandosi al padiglione numero 10 si potevano udire il canto e la musica che si levano dalla terra piemontese verso l’altra metà del suo cielo. Quella dei vini bianchi.

Bianchi piemontesi al Vinitaly 2018: Arneis, Cortese, Timorasso

Bianchi piemontesi al Vinitaly 2018: Arneis, Cortese, Timorasso
Alla scoperta dei vini bianchi piemontesi.

Elogiare la patria di Barolo, Barbaresco, Barbera e Dolcetto, sarebbe una ennesima ripetizione mentre porre l’attenzione su vitigni quali Arneis, Cortese di Gavi e Timorasso evidenzierebbe che l’altra faccia della medaglia dell’enologia piemontese ha lo stesso valore di quella più in vista e ammirata.

Merica” di Cascina Ca’ Rossa (Canale d’Alba)

Questo viaggio alla scoperta dei grandi bianchi piemontesi ha avuto inizio allo stand di Cascina Ca’ Rossa della famiglia Ferrio. La cantina, che nel 2012 ha ottenuto la certificazione biologica, si trova a Canale d’Alba (CN) nel cuore del Roero, divenuto patrimonio dell’Unesco quattro anni fa.

L’etichetta “Merica“, ottenuta da Arneis in purezza, non delude chi predilige vini freschi e minerali. Un giallo paglierino vivace e brillante annuncia al naso un bouquet primaverile di fiori bianchi e frutta croccante come pesca e mela. In bocca è deciso, spiccatamente sapido nel rispetto della sua tipicità e persistente.

Bricco Cappellina” di Voerzio Martini (La Morra)

Da questo vitigno, il cui nome in dialetto locale significa birichino per la difformità e l’instabilità delle viti, è ottenuto anche “Bricco Cappellina” dell’azienda Voerzio Martini di La Morra (CN). La cantina di proprietà dei fratelli Martini, produce vini eleganti e piacevoli come questo bianco caratterizzato dal luminoso colore giallo paglierino, da un delicato profumo di frutta fresca con note erbacee e vegetali e da una marcata sapidità. Sono vini da aperitivo che si abbinano meravigliosamente con antipasti di pesce, primi piatti di mare e formaggi freschi.

Cortese di Gavi, il vitigno dalla resa abbondante

Nel tappeto musicale dei bianchi piemontesi, molte arie sono state ispirate dal Cortese di Gavi, vitigno con una resa abbondante e costante che, in passato, è stato preferito ad altri per questa sua redditizia peculiarità.

Montessora” di tenuta La Giustiniana (Gavi)

Nel padiglione 10 dedicato al Piemonte, tra i più visitati durante la quattro giorni del Vinitaly, era presente la Tenuta La Giustiniana di Gavi (AL) che, nel 2016, è stata acquistata da Magda Pedrini e Stefano Massone.

Cavallo di battaglia dell’azienda è il “Montessora“, un vino complesso in grado di esprimersi ad ottimi livelli anche dopo un periodo di invecchiamento. Un ampio ventaglio di profumi, cattura l’olfatto con sentori di biancospino e agrumi quali cedro e pompelmo rosa per poi virare verso note di erbe aromatiche. Al palato è intenso e persistente, equilibrato e strutturato con una scia finale amarognola.

Volo di Morgassi Superiore (Gavi)

Stessi luoghi, medesimo vitigno, uguale standard qualitativo elevato per l’azienda agricola Morgassi Superiore della famiglia Piacitelli. L’etichetta “Volo” rappresenta il Cortese in modo eccellente. Un vino dal colore giallo paglierino cristallino che si esprime al naso con ricordi fruttati di agrumi e pesche bianche su sottofondo minerale di pietra focaia. Raffinato ed elegante al gusto grazie all’ottimo equilibrio tra morbidezze e durezze e la lunga persistenza. Si apprezza con pietanze a base di pesce e crostacei.

Bianchi piemontesi al Vinitaly 2018: Arneis, Cortese, Timorasso
Un’immagine del paesaggio piemontese.

Il Timorasso, il vitigno “sensibile”

Last but not least il Timorasso. Chiuso in un cassetto per molti anni per la produttività incostante e l’elevata sensibilità a marciumi e muffe, questo vitigno autoctono è ritornato ad occupare un posto di primo piano a partire dagli anni ’80.

Sono pochi i produttori che si dedicano a questo vitigno e, tra questi, vanno sicuramente citati Claudio Mariotto di Tortona (AL) e Luigi Boveri di Costa Vescovato (AL).

“Pitasso” di Claudio Mariotto (Tortona)

Il “Pitasso” di Mariotto, vinificato in acciaio, si presenta con profumi floreali e agrumati, sorretto da forza pseudocalorica e corpo. Una buona acidità e una netta freschezza sono caratteristiche inequivocabili di questo vino.

“Filari di Timorasso” dell’Azienda Gricola Luigi Boveri

La famiglia Boveri è un’istituzione per la longeva presenza sul territorio tortonese. Dalla fine dell’Ottocento si dedica al vino e con Filari di Timorasso ha riscosso riconoscimenti e premi.

Un colore giallo intenso con riflessi dorati affascina gli occhi. Al naso è complesso per la decisa impronta floreale e le nitide note di ananas e pompelmo. Mineralità e freschezza non tardano a manifestarsi. In abbinamento non solo a portate di mare ma anche con carni bianche.

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Milena Ferrari

«So di non sapere». Mi permetto di scomodare Socrate perché non c’è frase migliore per descrivermi. Sono una giornalista e sommelier Ais ma sono all’inizio di questo cammino colmo di fascino e complessità. Mi occupo di enogastronomia da alcuni anni ma posso assicurare che, in questo mondo, ogni volta è come se fosse la prima.

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