Vino

Champagne: fresche cremosità e fragranti perlage in sorsi d’Oltralpe

Dopo le tappe di Parma del 2 e 4 ottobre, il ciclo di seminari del Bureau du Champagne Italia per far conoscere lo Champagne in giro per lo Stivale ha fatto tappa a Bologna presso il Fico Eataly World. Il nostro racconto delle 4 cuvée degustate.

Nuovo appuntamento del Bureau du Champagne Italia per conoscere e promuovere il simbolo dell’enologia francese in calice.

Bureau du Champagne Italia: le 4 cuvée degustate al Fico Bologna
I 4 Champagne che sono stati proposti a Bologna dal Bureau du Champagne Italia (Foto © Riccardo Isola).

Dopo le tappe di Parma il 2 e 4 ottobre, prosegue l’attività del Bureau du Champagne Italia che da sei lustri porta la conoscenza dello Champagne in giro per lo Stivale.

Si sta parlando di una regione vitivinicola, a 150 km a est di Parigi, che conta 34 mila ettari di superficie vitata in Aoc (Appellation d’origine contrôlée) con circa 320 cru (inteso in questo caso come Comune). Cinque sono i dipartimenti nei quali è possibile produrre questo prezioso nettare della vite: la Marna, l’Aube, l’Aisne e la Haute-Marne y la Seine-et-Marne. Qui predominano tre tipologie di uve: Pinot Noir (38%), Meunier (32%) e Chardonnay (30%) a cui si aggiungono anche tipologie che coprono appena lo 0,3% (Arbane, Petit Meslier, Pinot Blanc e Pinot Gris).

Da quattro grandi regioni è invece la distribuzione dei vigneti: la Montagne de Reims, la Valle della Marne, la Côte des Blancs e la Côte des Bar.

Lo Champagne è per lo più terra di vini “sans année” e d’assemblaggio, i Millesimati sono pochi sulla percentuale produttiva, in cui il corpo e la struttura del Pinot Noir interagiscono con la rotondità e l’aromaticità del Meunier e la finezza ed eleganza dello Chardonnay.

Quella dello Champagne è terra di stratificate morfologie con terreni calcarei sedimentati e sedimentari (gesso) che donano ai frutti della vite caratteristiche imprescindibili e iconiche di gusto come freschezza agrumata, fragrante taglienza e sottile mineralità. In definitiva eleganza.

Sette sono le tipologie con la quali è possibile incontrare il perlage champegnoise:

  • Brut nature (meno 3 gr di zucchero per litro),
  • Extra brut (fino a 6 gr/l)
  • Brut (meno di 12 gr/l)
  • Extra-dry (12-17 gr/l)
  • Sec (17-32 gr/l)
  • Demi-sec (32-50 gr/l)
  • Doux (oltre i 50 gr/l).

La degustazione di 4 cuvée al Fico Eataly World di Bologna

A Bologna, all’interno di Fico Eataly world, grazie alla guida della competente e carismatica sommelier Claudia Nicoli, prima Amassadeur du Champagne pour l’Italie del 2006, è stata proposta una meravigliosa e interpretativa rappresentanza in bolla di queste diverse tipologie del méthode champenoise.

Bureau du Champagne Italia: le 4 cuvée degustate al Fico Bologna
Le nostre impressioni sulla degustazione (Foto © Riccardo Isola).

Champagne “De Venoge”, Extra Brut

È il risultato dell’assemblaggio tra Pinot Noir (50%), Chardonnay (25%) e Pinot Meunier (25%). È l’apoteosi della freschezza. Si presenta di un giallo paglierino brillante in cui al naso spiccano note agrumate, fiori di tiglio e arancio. Non manca un richiamo alla cotogna e piccoli frutti rossi acerbi. Subentra in seconda fase anche quella nota tostata, leggera, di nocciola appena sgusciata.

Sbalorditiva l’acidità e la freschezza al sorso. Un perlage fine, persistente e potentemente brioso riempie con la sua cremosità rotonda, pungente e piacevole. Lungo il finale di cotogna e mandorla, dovuto soprattutto alla sosta di quattro anni dei lieviti. Un vino elegante, maestoso nella sua leggiadria che supera abbondantemente il concetto di equilibrio. Punteggio: 91/100.

Champagne Charles Heidsieck, Grand Cru, Blanc de Blancs, Brut

Siamo all’eleganza fatta finezza enoica. Si presenta di un giallo paglierino con riflessi verdognoli. Effervescenza vivace e persistente ma sempre fine.

Note più vegetali al naso con quel tocco di erba cedrina che si sposa con note agrumate delicate come pompelmo e cedro. Appare in filigrana quella nota ossidativa che si accompagna ad una struttura data da una mineralità chiaramente evocativa del gesso.

Al sorso è frutta elegante. Polpa gialla (albicocca non troppo matura), sapidità e tocchi iodati quasi salmastri si alternano a sentori di anice stellato che si intersecano con una fine cremosità, quasi da creme brulè, di un corpo effervescente, lungo e molto elegante.

Anche questo vino, prima uscita assoluta per la tipologia, arriva dopo una sosta di quattro anni con un residuo che non arriva ai 10 gr per litro. Punteggio: 89/100.

Champagne Devoux, Blanc de Noirs, Brut

Sua maestà il Pinot Noir! Che sorso meravigliosamente emozionante. Tagliente, minerale, fresco e cremoso. Si parte con un giallo paglierino scarico con effervescenza sottile e persistente.

Al naso la mela cotogna esplode in richiami di tropicalità acerba (ananas e mango) che fanno eco ad un substrato balsamico quasi officinale (mentuccia e anice). In bocca è potente, fresco, molto grintoso con una cremosità intensa e persistente che esplode in una sapidità equilibrata e molto minerale. Evidenti i richiami di gesso e di frutti rossi di sottobosco. Un vino tagliente e complesso. La sosta è di 3 anni e siamo sui 9 gr/l. Punteggio:(90/100)

Champagne Collard-Chardelle, Pinot Meunier 100%, Dosage Zero

Che suadente e persuandente sorpresa. Il colore è il più intenso nelle sue sfumature giallo paglierine intense. Perlage fine e molto ricco si approccia al naso con un’esplosione di mela e pera cotogna intervallata da richiami tostati di nocciola e frutta secca. A tratti anche verde con polvere di caffè non tostato, castagna e frutta esotica (mango, avocado, papaya).

C’è anche una firma piacevolmente candita. In bocca è un tripudio di mineralità, frutta tropicale, erba tagliata con leggere note di tabacco. Un velluto che avvolge e si espande in una complessità vinosa a suo modo calda e appagante. La freschezza è disarmante e molto persistente. Una sorpresa, come detto, che permette a questa interpretazione in purezza del Meunier di solleticare l’animo. Viene prodotto da vigne di 35/40 anni, in dosaggio zero, con riserve del 2009. Meraviglioso. Punteggio: 93/100.

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Riccardo Isola

Un viaggio tra inchiostro e liquidi nel cristallo iniziato, ahimé e purtroppo, diversi anni fa. Ambasciatore dei vini dell’Emilia Romagna, giornalista enogastronomico in orbita perenne attorno ai pianeti Vino e Cibo. Usurpatore, per professione e per passione, della lingua italiana. Improprio interprete, ma con dedizione e impegno, del raccontare ciò che da sempre fa grande il nostro essere italici: il Gusto.

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