«Possente et mastroso, buono per hosti et imbriaconi, ma anche per cortigiani et prelati», così scriveva nel XVI secolo Sante Lancerio a proposito di un vino campano che il giovane vignaiolo Erminio Covino tramanda e valorizza.
![Mangiaguerra 2016 di Cantina Santiuorio, Aglianico in purezza Degustazione del Mangiaguerra 2016 di Cantina Santiuorio](https://www.gazzettadelgusto.it/wp-content/uploads/2019/06/Mangiaguerra-2016-di-Cantina-Santiuorio-Aglianico-in-purezza.jpg)
È proprio vero che il desiderio che muove una persona ad andar via da un luogo è lo stesso desiderio che, dopo anni, lo fa ritornare. Se questa voglia, poi, è “aiutata” da un buon bicchiere di vino il ritorno è fatalmente, indissolubilmente, tracciato.
Il posto è San Martino Valle Caudina, tranquillo paesino della provincia di Avellino. Il ritorno è il mio: lì sono cresciuta e ho vissuto sino ai ventidue anni. Il buon bicchiere di vino è quello della Cantina Santiuorio, un prodotto che ho ritrovato durante un pranzo natalizio di qualche anno fa e non ho più abbandonato.
Cantina Santiuorio e la vinificazione del Mangiaguerra
![Mangiaguerra di Cantina Santiuorio in Irpinia Cantina Santiuorio e il Mangiaguerra 2016](https://www.gazzettadelgusto.it/wp-content/uploads/2019/06/Mangiaguerra-2016-di-Cantina-Santiuorio.jpg)
L’azienda vitivinicola Cantina Santiuoro è gestita da Erminio Covino, classe 1982, che ha deciso di non allontanarsi dal solco tracciato prima dal nonno e poi dallo zio Pietro.
Ai piedi del Partenio, Erminio si impegna quotidianamente a salvaguardare e valorizzare i vitigni dell’Irpinia, conservando le pratiche agronomiche tradizionali e puntando a migliorare la qualità dei vini, anche avvalendosi delle innovazioni scientifiche del settore vitivinicolo.
Quattro etichette ottenute da uve a bacca bianca, un rosato e tre bottiglie elaborate da vitigni a bacca nera rappresentano la “scuderia” della Santiuorio che, tra i suoi “cavalli di razza”, annovera senza dubbio il vitigno autoctono Mangiaguerra, biotipo di Aglianico coltivato solo nella zona collinare tra San Martino Valle Caudina e Pannarano, comune limitrofo.
Decantato da Sante Lancerio, bottigliere di Papa Paolo III Farnese, il Mangiaguerra è un vino che racconta ad ogni sorso il forte legame con il territorio in cui affonda le sue radici. È un vino senza fronzoli, puro come la gente del posto, che si apprezza solo dopo averlo assaggiato più volte.
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Mangiaguerra 2016 Cantina Santiuorio
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Mangiaguerra 2016 si presenta con una veste di color rubino, screziata qua e là da tratti violacei.
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Il Bouquet intenso sprigiona inizialmente sentori di frutta rossa e viola, per poi portare alla memoria ricordi di note balsamiche, tabacco e radici.
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Un vino di corpo e importante, con una trama tannica adeguata e non fastidiosa. Scia leggermente amaricante.
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Arrosti di carne, spezzatini, cacciagione. Ideale anche con pecorini e formaggi stagionati.
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Nome vino: Mangiaguerra 2016
Denominazione: Aglianico Campania IGT
Produttore: Cantina Santiuorio
Luogo: San Martino Valle Caudina (AV)
Vitigno: Mangiaguerra, biotipo di Aglianico
Colore: Rosso rubino fitto, quasi impenetrabile
Vinificazione: Uve Aglianico in purezza. Pressatura morbida. Macerazione prefermentativa a freddo. Fermentazione malolattica completa. Dieci mesi di affinamento sulle fecce in acciaio. Sei mesi in bottiglia.
Titolo alcolometrico: 13% vol.
Temperatura di servizio: 18-20°C
Calice: Ampio (grande vino, grande calice)