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Ostriche in Tunisia, nuove opportunità anche per investitori internazionali

Nella laguna di Bizerte, dieci società tunisine di ostricoltura hanno dato vita ad un progetto comune per allevare il pregiato mollusco, grazie anche a un supporto italiano

Produrre Ostriche in Tunisia

Le ostriche sono l’alimento che, per antonomasia, richiama l’eleganza e la raffinatezza di un inizio pasto oppure di un aperitivo. I buongustai ne apprezzano il sapore, la carnosità e la particolare sensazione scivolosa al palato, senza trascurarne gli eccellenti principi nutritivi.

Uno dei Paesi emergenti nell’allevamento di questo mollusco è la Tunisia e, benché la produzione locale avvenga già da tempo, ultimamente il Governo sta favorendo questo comparto, incentivando gli investimenti nazionali e internazionali.

La laguna della regione di Bizerte, nell’estremità settentrionale del Paese, è particolarmente vocata all’allevamento ittico – e quindi anche delle ostriche – grazie ai suoi 40.000 ettari, 200 km di costa, 3 laghi naturali e 5 porti di pesca. E proprio per le sue specificità, in quest’area si sono insediate dieci società di allevamento, che producono oltre 200 tonnellate all’anno di ostriche e cozze.

Ostriche in Tunisia con il marchio “Bizert Queen”

Il progetto lanciato da Bizerte Competitiveness Cluster, tecnopolo tunisino specializzato nell’industria agroalimentare, riunisce sotto il marchio “Bizert Queen” oltre 100 imprese e altri specialisti nel settore della produzione di ostriche in Tunisia.

L’obiettivo è quello di massimizzare i risultati di questa “industria” garantendo, nello stesso tempo, sostenibilità ambientale e qualità del prodotto immesso sul mercato. Il tutto avviene attraverso un sostegno ai produttori in termini di innovazione tecnologica, formazione e promozione.

Bizert Queen” è una grande opportunità anche per investitori stranieri che desiderano entrare in contatto in modo diretto con il tessuto istituzionale e imprenditoriale del territorio, per sviluppare iniziative commerciali, industriali e joint venture destinate al mercato tunisino e internazionale.

Nel Cluster, oltre alle 100 imprese suddette, è compresa un’area per l’insediamento industriale di imprese nazionali e straniere, università, centri ricerca ed enti di formazione professionale.

La crescita del progetto, come quella delle aziende coinvolte, è fortemente collegata anche all’Italia. Un’associazione temporanea di imprese, che comprende anche i piemontesi Environment Park di Torino e Bioindustry Park di Ivrea, stanno infatti partecipando a una missione finalizzata ad accompagnare i Cluster tecnologici tunisini (oltre a quello agroalimentare, anche il Polo tessile, quello della meccatronica e quello della chimica) nel loro percorso di sviluppo attraverso un trasferimento di competenze in ambito di strategie gestionali, finanziarie ed economiche.

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Enzo Radunanza

Giornalista e addetto stampa, mi occupo di enogastronomia dal 2010. Nel 2019 sono stato nominato "Ambasciatore dei vini dell’Emilia Romagna" per la mia costante attività divulgativa. Inoltre, sono copywriter e digital media marketer per varie realtà. Per tutti sono anche "Il Cronista d'assaggio".

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