Salute

Affrontare i disturbi gastrointestinali con la Dieta FODMAP

L’80% dei soggetti con sindrome del colon irritabile riferisce un’importante riduzione della sintomatologia grazie a questo approccio nutrizionale. Ecco di cosa si tratta e quali cibi evitare

Cos'è la Dieta FODMAP e perché funziona contro il colon irritabile
La Dieta FODMAP sembra che abbia molto successo nei soggetti con sindrome da colon irritabile.

La dieta FODMAP, ideata dagli studiosi Peter Gibson e Susan Sheperd della Monash University di Melbourne, si basa su un’alimentazione povera di sostanze fermentabili e ha l’obiettivo di alleviare i sintomi di alcune patologie gastrointestinali come la sindrome del colon irritabile.

Cosa sono i FODMAP

I FODMAP sono alimenti ricchi di zuccheri fermentabili che vanno incontro alla reazione di fermentazione da parte dei batteri presenti nell’ultimo tratto dell’intestino; tale processo determina la produzione di gas che spesso si accumulano provocando gonfiore e dolore addominale.

FODMAP è l’acronimo delle parole “Fermentable Oligo-saccharides, Disaccharides, Mono-saccharides and Polyols” (Fermentabile, Oligosaccaridi, Disaccaridi, Monosaccaridi e Polioli) che rappresentano le sostanze maggiormente sottoposte al processo di fermentazione intestinale. Scopriamo di seguito quali sono per poterli evitare in caso di problematiche intestinali-

Oligosaccaridi

Rientrano in questi composti organici i fruttani ossia unità di fruttosio o zucchero presente in frutta, asparagi, cipolla, aglio, cavolo cappuccio e i galattoligosaccaridi che includono raffinosio e stachiosio contenuti prevalentemente nelle leguminose.

Disaccaridi

Tra questi rientra soprattutto il lattosio, zucchero presente nel latte e nei latticini che può risultare scarsamente digeribile nei soggetti carenti dell’enzima lattasi che metabolizza questo zucchero.

Monosaccaridi

In particolare il fruttosio, lo zucchero della frutta.

Polioli

I polioli sono carboidrati idrogenati usati come dolcificanti in sostituzione allo zucchero. Comprendono sorbitolo, mannitolo, isomalto, maltitolo e xylitolo. Trattandosi di zuccheri modificati chimicamente, possono risultare indigeribili in quanto, una volta giunti nell’ultimo tratto dell’intestino, vengono fermentati producendo gas.

Come funziona la Dieta FODMAP e i cibi da evitare

La prima fase della dieta FODMAP si basa sulla totale eliminazione di tutti i carboidrati fermentabili per un periodo di che va dalle due alle sei settimane. In questo periodo, si riduce efficacemente la produzione di gas con beneficio rispetto alla distensione addominale. Successivamente, è necessario integrare gradualmente gli alimenti eliminati al fine di individuare il grado di tollerabilità individuale degli zuccheri fermentescibili, come spesso accade per alcune intolleranze alimentati.

Cosa evitare nella Dieta FODMAP
Leguminose, frutta, cereali e alcuni ortaggi sono alimenti da evitare in una prima fase della dieta FODMAP.

I cibi che devono essere eliminati e reintrodotti gradualmente sono:

  1. leguminose, soprattutto fagioli, ceci, lenticchie e fave in quanto contengono oligosaccaridi, soprattutto nella buccia. Un consiglio è quello di passare i legumi per eliminare la buccia o scegliere i legumi decorticati
  2. Latte e derivati: alcune tipologie di formaggi, come quelli più stagionati, risultano più tollerabili perché meno ricchi di lattosio rispetto a quelli freschi. Sicuramente vanno eliminati/limitare formaggi molli (fiocchi di latte, ricotta) e latte (mucca, pecora, capra)
  3. Frutta: pesche, cachi, cocomero, cocco, more, fichi, mele, albicocche, uva ma anche miele, sciroppo di mais e glucosio
  4. Vegetali: carciofi, bieta, asparagi, cipolla, verza, cavoli, porri, scalogno, aglio, cavoletti di Bruxelles, broccoli
  5. Cereali: segale, grano, orzo e farro
  6. Dolcificanti: sorbitolo, mannitolo, xilitolo, eritrolo, maltiolo. Sono abbondanti nelle bevande “zero zuccheri”, nelle caramelle e nelle gomme da masticare.

Seguire una dieta FODMAP vuol dire intraprendere un percorso nutrizionale fortemente privativo che non può essere affrontato da soli ma con l’ausilio di un professionista in grado di bilanciare tutti i nutrienti al fine di prevenire eventuali carenze. L’80% dei soggetti con sindrome dell’intestino irritabile riferisce un’importante riduzione della sintomatologia grazie a questo approccio nutrizionale.

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Miriana Sanzo

“Insisti, resisti, raggiungi e conquisti” è il mio mantra. Laureata in Scienze della nutrizione, sto terminando la magistrale in Alimentazione e Nutrizione Umana a Milano. Sono innamorata del buon cibo e ho voluto trasformare la mia passione in lavoro. Amo sperimentare in cucina e credo che alimentazione bilanciata non significhi rinuncia ma equilibro e creatività.

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