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Vigneto Italia 2022: una vendemmia da ricordare

Al Mipaaf le previsioni dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini: caldo e siccità non hanno compromesso la qualità delle uve, quantità in linea con la media delle ultime annate mentre tiene bene l’export

Vendemmia 2022: previsioni ottime per quantità e qualità
La presentazione al Mipaaf del 14 settembre a Roma sulle previsioni vendemmiali 2022 (Foto © Ispropress).

Caldo estremo e siccità sono state le parole chiave di questi mesi, considerati eccezionali per anomalia di precipitazioni e temperature record: l’anno in corso è da considerarsi il più caldo e arido di sempre ma tutti i dati dimostrano che la vendemmia del vigneto Italia 2022 regge e anche molto bene.

Vendemmia 2022: uve eccezionali secondo le previsioni

Nelle previsioni di vendemmia presentate ieri 14 settembre al Mipaaf, alla presenza del ministro Stefano Patuanelli e del sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, la campagna promette uve eccezionali, con una produzione che dovrebbe attestarsi intorno ai 50,27 milioni di ettolitri di vino, come lo scorso anno e a +3% rispetto alla media del quinquennio 2017-2021.

Un’annata soddisfacente per quantità e sorprendente per qualità, secondo l’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini: a garantire la tenuta del prodotto finale, oltre alle provvidenziali piogge di agosto, il lavoro straordinario di ricerca e applicazione dei produttori su una vite sempre più resiliente alle avversità climatiche e metereologiche. E non è poco.

Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, nel suo intervento al Mipaaf (Foto © Ispropress).

Vendemmia Vigneto Italia 2022: i dati di Assoenologi, Ismea e UIV

Nelle parole di Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, soddisfazione e orgoglio per il lavoro eccellente in vigna e in cantina:

«La vendemmia in corso ci sta consegnando una qualità delle uve che va da buona a ottima. Molto dipende dalle aree di riferimento, mai come in questa stagione il giudizio quanti-qualitativo è totalmente a macchia di leopardo e questo è dovuto essenzialmente a un clima estremo che ha pesantemente condizionato, in particolare, i mesi di maggio, giugno e soprattutto luglio con punte di calore che hanno superato i 40 gradi e una siccità tanto prolungata. Fortunatamente, in agosto, su gran parte del Paese sono arrivate delle piogge ‘intelligenti’ che non hanno procurato danni, così da permettere alla vite la sua ripresa vegetativa e di portare a maturazione le uve senza particolari stress. Ma a contenere gli effetti negativi dei cambiamenti climatici è stato anche l’approccio scientifico che noi enologi abbiamo introdotto a sostegno dei vigneti»

Fabio Del Bravo, responsabile Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale Ismea aggiunge:

«In termini di mercati, l’Italia ha chiuso la campagna 21/22 con rialzi dei listini soprattutto nei vini al vertice della piramide qualitativa. Le prime battute della nuova campagna delineano uno scenario ancora incerto dove a pesare sono le molte incognite legate anche alle tensioni sui costi e alla logistica, che già lo sorso anno avevano creato preoccupazioni agli operatori ma che ora sono ancora più pressanti»

Per il presidente di Unione Italiana Vini, Lamberto Frescobaldi:

«La vigna si è rivelata ancora una volta il pivot della filiera, dimostrando come anche con caldo e siccità si possa fare vini di alta qualità e volumi soddisfacenti. Un plauso va poi a imprese e produttori, che una volta di più hanno aiutato le piante a fronteggiare nel migliore dei modi le avversità del clima. Ma la partita non termina con la vendemmia, perché specie in una fase congiunturale così delicata emerge sempre più la consapevolezza che si possa e si debba fare meglio sul fronte del valore del nostro vino. Dobbiamo ambire a scrivere – o riscrivere – una vera carta vocazionale dei nostri territori, ancorata a indicatori reali, con poche regole ma chiare per tutti i soggetti coinvolti, dai produttori agli enti di controllo per finire al trade e ai consumatori».

Caldo estremo e siccità non hanno compromesso la qualità della vendemmia 2022 (Foto © Malinda Sassu).

Geografia del Vigneto Italia: un’annata più che buona e aspettative felici per i vini da invecchiamento

Resta stabile la classifica delle Regioni italiane, capeggiata dal Veneto che, con 11,5 milioni di ettolitri, produce da solo oltre 1/5 del vino italiano. Seguono Puglia ed Emilia-Romagna, per un prodotto complessivo delle tre Regioni pari al 59% dell’intero vigneto italiano mentre si assiste alla importante flessione della Lombardia (-20%), seguita da quella più moderata del Piemonte (-9%) e della Liguria (-5%) mentre si stima in crescita la Valle d’Aosta (+10%).

Al Centro, si assiste al deciso rialzo dei volumi per Umbria (+10%) e Toscana (+12%), seguito da un più moderato aumento nelle Marche e nel Lazio (entrambe a +5%).

Al Sud, leggera flessione della Sicilia (-5%), produzione stabile per l’Abruzzo, il Molise e la Calabria. In crescita anche Campania (+4%), Sardegna (+15%) e Basilicata (10%).

Per quanto riguarda la qualità, in linea generale si aspettano vini eccellenti in Trentino-Alto Adige e Sicilia, con Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Campania, Basilicata e Calabria più caute su previsioni “buone/ottime”. “Buone” invece le attese per le etichette lombarde e venete.

Il mercato dell’export tricolore: ottime performance degli spumanti

Con la vendemmia 2022 l’Italia del vino mantiene il primato produttivo mentre quello del fatturato rimane in casa francese. Sul fronte del mercato, secondo le ultime elaborazioni su base Istat, l’Italia ha chiuso il primo semestre con il record in valore di 3,8 miliardi di euro (+13,5% sul pari periodo 2021) mentre è piatto il trend dei volumi esportati: +0,4%.

Inarrestabile la performance del comparto spumanti, che nella prima parte dell’anno sfiorano il miliardo di euro in valore (+25,5%), con i volumi a +10,6%. In netta crescita – soprattutto per effetto dell’inflazione – il prezzo medio che sale del 13,1% e addirittura di quasi il 18% negli Stati Uniti, il cui mercato è tenuto in piedi anche dal dollaro forte. Nel primo buyer al mondo la crescita tricolore in valore è infatti del 13,3%, con i volumi in contrazione del 3,8%.

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Malinda Sassu

Giornalista e autore Wine, Food & Travel per diverse testate giornalistiche cartacee e online, in Italia e all'estero. Appassionata della vita, dei viaggi e della gente, scopro il mondo attraverso il cibo e il vino, esplorando ristoranti nascosti, cantine e destinazioni culinarie uniche.

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