Buone notizie per gli operatori del food&beverage, i più colpiti dalla condotta sleale delle aziende produttrici di fogli e scatole di cartone ondulato. C’è ancora tempo fino a luglio 2024, infatti, per chiedere il risarcimento, come spiega Unilegion, azienda specializzata in azioni legali collettive
È già stato definito uno tra i più grossi cartelli mai scoperti in Italia dall’Antitrust per il numero di aziende coinvolte (34) e per l’entità delle sanzioni comminate, i cui importi hanno superato i 200 milioni di euro. Stiamo parlando dell’affare “milionario” del cartone ondulato scoperto dall’Antitrust nel 2019 e confermato successivamente anche dal Tribunale del Lazio e dal Consiglio di Stato.
Il trust del cartone ondulato: sanzioni e richieste di risarcimento
A seguito delle queste conferme, nel corso del 2023 molte delle aziende che hanno acquistato fogli e scatole di cartone ondulato tra il 2004 e 2017 (il periodo di cartello individuato dall’Antitrust) si sono attivate per una richiesta di risarcimento. È molto probabile, infatti, che gli operatori che hanno acquistato in questo periodo (e forse anche negli anni successivi) abbiano pagato un sovrapprezzo e possano quindi chiedere i danni ai cartellisti.
«L’importo del sovrapprezzo pagato varia a seconda dei casi, ma è stimabile tra il 10 e il 20% o più del prezzo di acquisto corrisposto per i prodotti oggetto del cartello» spiega Luisa Capitanio, Country Manager per l’Italia di Unilegion, azienda specializzata in azioni legali collettive.
L’agroalimentare tra i settori più gravati dal cartello
Il settore dell’agroalimentare, che comprende ortofrutta, prodotti freschi e lavorati, bevande, pesce, carni e pollame, è quello più impattato dal cartello in quanto rappresenta il maggior mercato di sbocco per il cartone ondulato, che viene usato come imballaggio principale (60% circa).
Se poi si considera che le imprese sanzionate sono per lo più di grandi dimensioni e rappresentano la quasi totalità dei produttori di cartone ondulato presenti a livello nazionale (con una quota di mercato di circa il 90%) l’estensione del danno è facilmente riconducibile all’intera filiera agroalimentare: dai produttori agricoli all’Industria della trasformazione, dalla Grande distribuzione al Consumatore finale, fino, non ultimo, al mondo Horeca.
Una class action per tutelare le aziende italiane
A questo punto cosa resta da fare? Unilegion ha già avviato un progetto di class action a tutela delle aziende italiane che hanno acquistato cartone ondulato nel periodo di cartello per consentire loro di recuperare i danni subiti. C’è, infatti, ancora tempo fino a luglio 2024, prima che la sentenza contro le aziende del cartello cada in prescrizione.
Possibili risarcimenti fino a 1,5 mln di euro
«Quando si scopre, come in questo caso, che il cartello si è protratto per un lungo periodo di tempo, vanno aggiunti gli interessi maturati, la rivalutazione monetaria e il lucro cessante arrivando fino al 50% in più del danno originario. A titolo esemplificativo, quindi, un’azienda che abbia acquistato scatole di cartone per un volume di 500.000 euro all’anno per 14 anni (dal 2004 al 2017), per un totale di 7 milioni di euro, pagando un sovrapprezzo indicativo del 15% potrebbe anche ricevere fino a 1,5 milioni di euro di risarcimento, o più» spiega la manager di Unilegion.
“Umbrella effect” su tutto il mercato
Naturalmente anche il settore Non-Food, che rappresenta circa il 40% del mercato di sbocco del cartone ondulato, è rimasto danneggiato. Pertanto, anche gli operatori dell’industria degli elettrodomestici, di quella metalmeccanica, farmaceutica, cosmetica, dell’igiene, così come il settore dell’edilizia e dell’arredamento hanno potenzialmente diritto a sostanziali richieste risarcitorie.
Cartelli di grande rilevanza come questo tendono a influenzare tutto il mercato che si adatta inevitabilmente al rialzo dei prezzi.
«È un fenomeno che viene comunemente chiamato umbrella effect e che ha conseguenze di vasta portata sull’intera economia. I prezzi volontariamente gonfiati, infatti, si traducono in un aumento dei costi per le imprese e soffocano l’innovazione e la crescita» – prosegue Luisa Capitanio. – Pertanto, ci aspettiamo che non solo le aziende che hanno acquistato direttamente dai membri del cartello, ma anche quelle che hanno acquistato da non membri (costretti a loro volta ad aumentare i prezzi sulla scia dei cartelli) possano chiedere il risarcimento ai cartellisti».
Il trust del cartone ondulato, come detto sopra, è uno dei più grandi mai scoperti in Italia e come tutte le pratiche sleali rappresenta una grave minaccia per la concorrenza leale.
«Per questo partecipare all’azione collettiva significa anche contribuire attivamente a ripristinare equità nel mercato, facendosi promotori di una concorrenza leale e di una sana crescita dell’economia» conclude la manager di Unilegion.
Per informazioni sull’azione collettiva e su come aderire si rimanda a www.unilegion-cartone-ondulato-classaction.it
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