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Centomani di questa terra, la festa del Gusto e delle tipicità a Polesine parmense

CENTOMANI DI QUESTA TERRA è stato un momento di incontro tenutosi il 18 aprile nella suggestiva Antica corte Pallavicina di Polesine parmense. Una festa dedicata al gusto e alle tipicità. Una piazza sui generis di condivisione attorno al tema del cibo, del vino e della soddisfazione culinaria.

Cronaca di una giornata dedicata al gusto e alle tipicità dell’Emilia Romagna: il 18 aprile, nella suggestiva cornice dell’Antica corte Pallavicina di Polesine parmense, si è tenuto “Centomani di questa terra“.

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Centomani di questa terra si è tenuto il 18 aprile a Polesine parmense (Foto © Riccardo Isola).

Quando il buono incontra la forza della creazione e della fantasia. Quando l’intuizione e la passione si amalgamano con la tradizione e la sapienza artigianale. Questa è la filosofia, a nostro avviso più positiva e propositiva, che ha accompagnato l’iniziativa, arrivata quest’anno alla sua quinta edizione, di “Centomani di questa terra“. Un evento sempre più apprezzato dal pubblico e dagli addetti del settore, promosso dall’associazione “Chef to chef“. La visita in terra parmense de “La Gazzetta del gusto” non ha potuto far altro che confutarne la forza e l’efficacia della formula proposta.

Chef to Chef” non ha bisogno di grandi presentazioni, basta ricordare che in esso convergono oltre una cinquantina tra i migliori protagonisti ed ideatori del dietro le quinte della tavola regionale. Nomi del calibro di Massimo Bottura, Igles Corelli, Valentino Mercattilli, Alberto Faccani, Silverio Cineri solo per citarne alcuni.

Centomani di questa terra” è stato un momento di incontro che si è tenuto lunedì 18 aprile all’interno della suggestiva cornice dell’Antica corte Pallavicina di Polesine parmense. Una festa dedicata al gusto e alle tipicità. Una piazza sui generis di condivisione attorno al tema del cibo, del vino e della soddisfazione culinaria che trova negli chef e nei produttori di alcune delle principali eccellenze gastronomiche ed enologiche i loro alfieri. Un momento di gustosa condivisione in cui vino, birra, formaggi, aceto balsamico tradizionale, olio, ortaggi, salumi, paste fatte a mano e sua maestà il Parmigiano-Reggiano hanno dominato la scena.

Dalle 10 alle 20 decine di banchi d’assaggio, show cooking, dimostrazioni, concorsi dedicati ai giovani talenti dei fornelli e del servizio hanno presentato il meglio della produzione e dell’artigianalità del gusto alle centinaia e centinaia di persone che hanno raggiunto l’argine sinistro del Po.

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Lo chef Giorgione ospite a “Centomani” (Foto © Riccardo Isola).

Una festa, si diceva, che è anche e soprattutto, cultura e passione. La voglia di promuovere ciò che meglio identifica l’essere italiani nel mondo: il gusto. Una grande tavola imbandita a cielo aperto, è quella di Polesine parmense, in cui è stato possibile incontrare ed assaggiare cosa oggi è, e vuole continuare ad essere, il portabandiera del made in Italy più genuino e sano.

Centomani di questa terra” non è una stereotipata vetrina istituzionale. Per rendersene conto basti fare un salto nella location del patron del ristorante guidato da Massimo Spigaroli. Non è nemmeno una tradizionale mostra-mercato come le centinaia che si echeggiano lungo tutto lo stivale. “Centomani di questa terra” è una nuova risultante dell’energia creatrice, della sottolineatura positiva del gesto culinario e manuale del trasformare la materia in opera d’arte per il palato. Fenomeno e rappresentazione più dinamica di questa impostazione sono stati gli show cooking. Vetrine a contatto diretto con il pubblico in cui gli chef hanno presentato e realizzato le loro creazioni sul piatto. Una bella esperienza “face to face” in cui la tradizionale barriera tra cucina e sala, tra creazione, servizio e fruizione finale è evaporata come l’acqua pronta ad abbracciare freschissimi tortellini.

Se è vero che per fare un grande piatto servono anche e soprattutto grandi materie prime, possiamo ringraziare “Centomani” per avercelo, ancora una volta, confutato.


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Riccardo Isola

Un viaggio tra inchiostro e liquidi nel cristallo iniziato, ahimé e purtroppo, diversi anni fa. Ambasciatore dei vini dell’Emilia Romagna, giornalista enogastronomico in orbita perenne attorno ai pianeti Vino e Cibo. Usurpatore, per professione e per passione, della lingua italiana. Improprio interprete, ma con dedizione e impegno, del raccontare ciò che da sempre fa grande il nostro essere italici: il Gusto.

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