Codice Vino: tributo all’Abruzzo

Nasce il progetto che fonde i valori del patrimonio vitivinicolo con l’arte e l’ambiente

Il vino è uno degli alimenti più trasversali che esistano. Basta non considerarlo come un semplice prodotto o un’asettica categoria merceologica, bensì come un “figlio” della terra che nelle accezioni migliori dona emozioni oltre la semplice bevuta.

Paradigmatico di questo concetto è Codice Vino. Un bel progetto esordiente, emanazione della nota cantina cooperativa abruzzese Codice Citra (www.citra.it). Luogo scelto per la presentazione il ristorante 1 stella Michelin Villa Maiella della famiglia Tinari, i cui piatti hanno reso spettacolari gli abbinamenti.

Le due linee autoctone di Codice Vino

Codice Vino è ideato e diretto da Valentino di Campli, Vincenzo Ercolino e Filippo D’Alleva, con la consulenza scientifica di Attilio Scienza e la direzione enologica di Riccardo Cotarella. Si articola in due linee autoctone – I Monovarietali e Codice Oro –, esattamente: Passerina, Pecorino e Montepulciano d’Abruzzo.

L’uva viene valorizzata prima in vigna, avvalendosi della zonazione e della viticoltura di precisione; poi in cantina adoperando criteri evoluti di vinificazione e macchinari all’avanguardia; e infine attraverso il packaging e la narrazione del progetto stesso.

Le bottiglie di Codice Vino possono essere definite “gioielli”. Infatti sono ornate con la Presentosa, il gioiello iconico della tradizione abruzzese, donato una volta come patto d’amore. Per Codice Vino è stata realizzata dal maestro orafo Maurizio D’Ottavio.

Le etichette sono un’altra peculiarità. Nella linea de I Monovarietali il lettering sinuoso, creato dal noto calligrafo Luca Barcellona, ha come sfondo i disegni stilizzati della flora endemica della Majella, di cui qualche specie è in via di estinzione. Il packaging è un tributo al territorio, l’Abruzzo suggestivo è immortalato anche nel catalogo di Codice Vino con gli scatti del celebre fotografo Michael Kenna.

«Due proposte, e quindi due linee, per condurre il consumatore lentamente verso la scoperta del valore di un territorio non sempre rispettato […] Ho riscoperto la tradizione millenaria di questo paesaggio e le inclinazioni delle varie vigne per trasformare l’uva in vino nel modo più rispettoso possibile». Sono alcune delle considerazioni dell’enologo Cotarella, che firma le retro etichette.

E così abbiamo parlato di vino senza fare riferimento a una etichetta nello specifico e senza ricorrere alle note di degustazione. Ciò è possibile solo nei rari casi in cui il vino fa parte di un progetto articolato, di spessore, dove l’assaggio è l’ultimo atto e non il fine precipuo.

La linea Codice Oro

L’Abruzzo forte e gentile, aggiungiamo anche elegante, è quello della linea Codice Oro – con Torrepasso e Solànte (Montepulciano e Cerasuolo d’Abruzzo), Sirèno (Pecorino) e Coda d’Oro (Passerina).

I Monovarietali

L’Abruzzo leggiadro e dinamico è quello de I Monovarietali. Espressioni autoctone vinificate e affinate in acciaio (ad eccezione del Montepulciano d’Abruzzo che prevede passaggio in legno). Profumi vividi e croccanti, dal gusto equilibrato, dotati da una bella acidità e da una vena salmastra, ben evidenti nella sorprendente Passerina.

Gli Spumanti

Codice Vino significa anche spumanti, visto che l’Abruzzo è prodigo di vitigni che si prestano alla spumantizzazione. Il Montonico in purezza dà vita al Fregavento della linea Codice Oro.

Ne I Monovarietali troviamo il metodo classico brut (minimo 24 mesi sui lieviti) in due versioni, Bianco da Pecorino e Rosé da Montelpuciano d’Abruzzo.

C’e l’imbarazzo della scelta per brindare a un Abruzzo capace di emozionare.