La bellezza della Città Eterna si può “assaporare” anche in alcuni cocktail bar dove si viene coccolati e serviti come si desidera e dove si incontrano promettenti barman che affascinano con i loro drink
Ancora incerta, ma terribilmente affascinante, l’etimologia della parola cocktail. Esistono diverse teorie, alcune più note di altre. Tra queste, c’è quella secondo cui deriverebbe da cock+tail, ovvero “coda del gallo”. Si pensa che, anticamente, si realizzassero delle gare tra galli e al padrone del “pollo” vincitore venisse offerta, come premio, una piuma del gallo battuto, certamente tutto condito da liquori colorati versati in bicchieri trasparenti. Per altri, cocktail sarebbe collegato al francese coquetier, un portauovo nel quale – si crede – un farmacista misurasse i disparati liquidi per i clienti. Ancora, dal latino aqua decocta ovvero “acqua distillata”.
Al di là delle origini del termine, ormai si parla soprattutto di mixology, l’arte attraverso la quale i bartender miscelano alcolici per soddisfare gli avventori. Sebbene il termine sia considerato inglese è indubbio che derivi dal latino mixtura.
Negli anni ‘80 è nato lo slogan «Milano da bere», che ancora conserva il suo fascino, ma in realtà c’è anche una Roma da bere da annusare, da godere e da vivere. La Città Eterna è talmente intensa, ed erroneamente scontata la sua bellezza, che si dimenticano i luoghi nei quali è possibile essere serviti, coccolati e seguiti come si desidera. Forse, per la presenza massiccia di turisti non è sempre facile selezionare i luoghi giusti ma ne abbiamo scelti tre che vale la pena di visitare.
Federico Galletta e i suoi cocktail al “Veleno”
A piazza del Teatro Pompeo, 18 c’è Veleno, locale che si sviluppa su due livelli. Sul primo un’ampia zona ristorazione dal nome “Luciano“, se si scende, invece, si cambia atmosfera e ci si immerge nelle pozioni magiche della dea della bellezza. Lì si trova il giovane barman Federico Galletta di genitori siciliani, entusiasta del suo lavoro, volitivo e appassionato, che realizza drink dal gusto intenso.
Gallina utilizza gli strumenti del mestiere in modo tanto naturale da rimanerne affascinati. I titoli dei sorsi sono dedicati a personaggi morti a causa di un veleno come Cleopatra, Claudio, Socrate o Medea che uccide la rivale in amore, Creusa, con un abito e un diadema avvelenati. Info: Veleno Cocktail Bar & Pasta (Roma, piazza del Teatro Pompeo 18) – Instagram
Giulia Castellucci, dalla danza alla mixology
Se si cambia zona e ci si reca al Pigneto, Giulia Castellucci è la regina di Dude in via Braccio da Montone, 80. Nome immediato, ricordabile, fruibile. Copiosa la drink list esaltata da fritti, patatine, burger e salse super golose sulle quali è facile tuffarsi. La giovane è un’ottima imprenditrice di sè stessa e, dopo aver seguito per anni la disciplina della danza che l’ha forgiata, ha raggiunto numerosi traguardi. È anche una buona talent scout del settore. Info: Dude (Roma, via Braccio da Montone 80) – Facebook
Giorgio Menotti, il “Culto” romano dei drink
Giorgio Menotti, di origine marchigiana, ha creato una squadra vincente in via Vicolo del Quartiere 7a, zona Trastevere. Assieme a lui il talentuoso e poliedrico chef Luca Grasso e l’ammaliante Gloria Bufi. Un sogno diventato realtà grazie alla perseveranza di una crew vincente che ha trasformato un sito di culto in un tempio dei drink, Culto appunto. Ogni sei mesi è possibile sorseggiare nettari diversi, sempre un po’ misteriosi che vagheggiano sacro e profano. Location suggestiva nella quale si entra e dalla quale non si riesce più a uscire. Info: Culto (Roma, Vicolo del Quartiere, 7A, Trastevere) – cultotrastevere.com
Come sosteneva il Banjamin Franklin, figura poliedrica legata alla storia degli Stati Uniti: «Non ci può essere una bella vita senza un buon bere», per cui se decidiamo di trasgredire, scegliamo il meglio!
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