Cibo

Bionda d’Aquitania, il progetto “European Beef Excellence”

Si tratta di un programma triennale di promozione dedicato alla pregiata razza bovina originaria dei Pirenei e allevata anche in Italia e in particolare in Piemonte

Bionda d'Aquitania: caratteristiche della razza bovina francese
La Bionda d’Aquitania è al centro del progetto denominato “European Beef Excellence”.

La Bionda d’Aquitania o Blonde d’Aquitaine è un’antica razza bovina bionda nata in Francia, tra i pascoli dei Pirenei, ed è un’eccellenza dell’allevamento europeo. Oggi è al centro di un progetto europeo di comunicazione e informazione denominato “European Beef Excellence”.

Bionda d’Aquitania: progetto European Beef Excellence

Attivato nel 2020 e rinnovato per altri tre anni a partire dal prossimo Marzo 2023, il progetto si articola in una serie di iniziative sul territorio nazionale mirate a promuovere la conoscenza di questa pregiata carne sia tra gli operatori (macellerie e ristoranti) sia tra i consumatori. Dai seminari, alle degustazioni, dalle attività di formazione fino alla partecipazione ad alcune fiere di settore.

Da noi in Italia il capofila delle iniziative è Asprocarne, l’associazione degli allevatori del Piemonte, territorio in cui questi bovini sono stati introdotti già a partire dagli anni ’70 anche grazie alla loro somiglianza con la razza Piemontese. Il riferimento d’Oltralpe, invece, è rappresentato dall’associazione degli allevatori France Blonde d’Aquitaine selection.

Bionda d'Aquitania: caratteristiche della razza bovina francese
La Blonde d’Aquitaine è originaria del Sud-est della Francia (Foto © Paolo Ferrante Altaluce).

Bionda d’Aquitania: una razza rustica e adattevole

Razza rustica, dal tipico mantello frumentino con sfumature rossicce, la Blonde d’Aquitaine presenta una morfologia armonica, rotonda e muscolosa, dalla mole imponente.  Viene allevata in  mandrie allo stato semibrado nella zona dei Pirenei, nel sud-est della Francia al confine con la Spagna, in territori che non hanno una vocazione agricola ma che si trasformano in ottimi pascoli per questi animali. Anche per questa sua adattabilità, il suo allevamento viene incentivato dal governo Francese e rientra in un interessante progetto di recupero delle zone collinari e alpine altrimenti abbandonate.

Attorno ai 10 mesi di età, i vitelli raggiungono le stalle italiane per il cosiddetto “ciclo di ingrasso” dove vengono alimentati esclusivamente con paglia e cereali della pianura padana. Attualmente sono circa 60 mila i capi presenti in Italia settentrionale, di cui 55 mila in Piemonte.

Bionda d'Aquitania: caratteristiche della razza bovina francese
Esemplari di Bionda d’Aquitania al pascolo (foto © Paolo Ferrante Altaluce).

Le caratteristiche di questa carne

Ciò che rende unica la Bionda d’Aquitania (e particolarmente apprezzata dai consumatori italiani) è l’estrema tenerezza e l’elevata magrezza della sua carne, di un rosa delicato, che la rendono adatta soprattutto per l’alimentazione dei bambini e degli anziani. È ideale per la preparazione dei piatti della tradizione italiana, e in particolare per quelli piemontesi. La sua succulenza naturale e la sua sapidità la rendono perfetta per un classico come la battuta al coltello e più in generale tutte le preparazioni che prevedono cotture poco prolungate.

Il rigoroso disciplinare per la Bionda d’Aquitania

Pratiche moderne di allevamento del bestiame, in grado di garantire elevati standard di sicurezza per i consumatori, ma allo stesso tempo rispettose del benessere animale sono i presupposti fondamentali per le aziende italiane che appartengono al Consorzio Sigillo Italiano e che allevano i bovini di razza Bionda d’Aquitania

Dal 2015 esiste un disciplinare denominato “Vitellone e Scottona ai cereali” a cui i nostri allevatori devono attenersi per ottenere il marchio Consorzio Sigillo Italiano. Una garanzia sull’origine e la qualità del prodotto venduto, grazie anche al rigoroso sistema di tracciabilità applicato al singolo capo.

Per info sul progetto www.blonde-aquitaine.com

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Silvia Fissore

Milanese sotto la Mole, giornalista e pr. Nel 2007 sono entrata nel food come addetta stampa, col lancio di FoodLab, scuola di cucina torinese tra le prime a estendere l'impostazione professionale ai corsi amatoriali. Seguo l’ufficio stampa del Festival del Giornalismo Alimentare. Di Milano conservo la mente aperta e lo snobismo, a Torino devo la capacità di riflettere e ripartire da zero.

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