Alla scoperta di una prelibatezza della tradizione siciliana, Presidio Slow Food, che mantiene un legame profondo con i frutti e il territorio dei Monti Nebrodi. Preparata con le Nocciole dei Nebrodi rappresenta un connubio ricercato di semplicità e raffinatezza che conquista il cuore e il palato di chi l’assaggia
La Pasta reale di Tortorici è un dolce conventuale che sboccia da ingredienti semplici: nocciole, acqua e zucchero. Prende forma nel piccolo borgo collinare del Parco dei Nebrodi, in provincia di Messina, a cui si lega nel nome.
Una delizia scenografica che rapisce al primo assaggio e cattura la vista con il suo caratteristico rigonfiamento centrale adagiato su una base piatta e irregolare. Per alcuni rammenta il profilo del monte San Pietro, che svetta sul centro abitato di Tortorici. Secondo altri rievoca una corona risalente all’epoca in cui vi era l’usanza di portare in dono ai reali delle paste.
Pasta reale di Tortorici, il dolce siciliano del Parco dei Nebrodi
È un biscotto croccante dalla superficie granulosa di colore marrone, conferita dalle nocciole, sormontato da una cupola bianca, che si distacca dal resto dell’impasto a causa della cristallizzazione dello zucchero durante la cottura. La consistenza è secca, ma friabile. La sua fragranza è irresistibile per ogni momento della giornata. Dalla colazione alla pausa del tè sino a fine pasto, è ideale per deliziarsi con una dolce coccola mai stucchevole il cui gusto esplosivo di nocciola inebria il palato.
La Nocciola dei Nebrodi, un ingrediente speciale
Protagoniste della Pasta reale di Tortorici sono le Nocciole dei Nebrodi coltivate nell’omonimo Parco, che la distinguono da tutte le altre paste reali siciliane preparate con le mandorle come ingrediente principale.
All’interno di quest’area di immensa biodiversità, con un’estensione di circa 90.000 ettari, sono custodite numerose cultivar locali come Carrello, Ghirara, Curcia e le varie Mennulare. La Nocciola dei Nebrodi è un prodotto sostenibile e di grande qualità, buona per il palato e benefica per la salute. In pasticceria si esalta la consistenza e l’aroma inconfondibile del frutto dei noccioleti, che risultano sempre più difficili da coltivare in quanto poco redditizi e adagiati su terreni a ciglioni e terrazze senza possibilità di meccanizzare il lavoro. Grazie all’impiego di questa varietà di nocciole, la Pasta reale di Tortorici mantiene saldo il legame con la cultura locale diventando l’emblema gastronomico del territorio.
Il processo di preparazione del dolce
La produzione della Pasta reale di Tortorici, diventata anche Presidio Slow Food, avviene durante tutto l’anno. Le nocciole vanno tostate, frantumate finemente e poi mescolate con acqua e zucchero. Si lascia riposare l’impasto per qualche ora e si formano dei panetti a forma di pigna da porre in una teglia nella quale, a seconda del peso, devono sostare per due o tre giorni. Segue poi la cottura in forno dove, raggiunta la temperatura di 160/170°C, lo zucchero si scioglie, fuoriesce dalla forma all’interno e cristallizza creando il tipico rigonfiamento centrale a forma di cupola.
Storia e tradizione
La tradizione di questo dolce conventuale, secondo quanto tramandato oralmente, si è affermata attorno alla metà del XIX secolo nel borgo nebroideo conosciuto anche come la “Città della Nocciola”. In conseguenza di un provvedimento di confisca del Regno d’Italia, gli enti religiosi vennero privati dei loro averi. Pertanto, le famiglie benestanti di Tortorici accolsero nelle loro case le religiose e queste ultime per sdebitarsi tramandarono agli Oricensi le ricette conventuali come quella della pasta reale.
Nonostante la sua bontà, il biscotto siciliano ha rischiato di scomparire per sempre, ma è stato salvato dall’oblio per merito di alcune aziende locali come la Pasticceria Dolce Incontro e la Bottega Reale Ciancio fino a diventare, come detto, Presidio Slow Food.
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