Diventato Presidio Slow Food, il Peperone Bianco di Voghera è una varietà che rischiava di scomparire. L’impegno di quattro produttori pavesi ha rilanciato una coltivazione preziosa e dalle peculiari caratteristiche nutrizionali e gastronomiche
La quindicesima edizione di Terra Madre Salone del Gusto a Torino è stata interessantissima come sempre. Tanti gli approfondimenti culturali e le scoperte di eccellenze agroalimentari italiane e internazionali. Tra quelle del Bel Paese, un apposito stand è stato dedicato al Peperone di Voghera, detto anche Peperone Bianco di Voghera, antica cultivar di Capsicum annuum con uno scarso contenuto di acqua e da un’irresistibile dolcezza.
Il Peperone di Voghera: la storia di un ritrovamento
Come si intuisce dal nome, la storia del Peperone di Voghera è strettamente legata a questa città e all’Oltrepò Pavese. Qui, la sua coltivazione era molto diffusa già nella prima metà dello scorso secolo, e un articolo sull'”avvizzimento del Peperone di Voghera” era comparso anche in un numero della “Rivista di Patologia Vegetale”, pubblicata in quell’epoca. Purtroppo, intorno al 1950, una grave micosi ridusse drasticamente la coltivazione di questo ortaggio buonissimo e la conseguente presenza nei mercati locali, fino alla sua scomparsa intorno al 1950.
Nel 2006, il peperone vogherese è letteralmente rinato grazie a un vecchio coltivatore che ne conservava alcuni semi. Consegnati all’Istituto tecnico agrario Carlo Gallini di Voghera, furono in seguito oggetto di studio anche da parte dell’Istituto di Patologia Vegetale dell’Università di Milano e del CRA (Centro Ricerca Agraria) di Montanaso Lombardo.
La ripresa concreta della produzione, tuttavia, si deve a 4 aziende agricole che si sono dedicate con passione alla coltivazione e promozione del prodotto anche attraverso PepeVo, associazione per la tutela e valorizzazione del Peperone di Voghera. A settembre 2023, inoltre, è stato riconosciuto Presidio Slow Food.
Caratteristiche fisiche e nutrizionali
Il Peperone di Voghera si raccoglie tra luglio e novembre ma, sotto forma di composte, sottaceti e sottoli è reperibile tutto l’anno e in tutta Italia.
La forma è cubica con 3 o 4 coste e un apice leggermente avvallato. È noto per le sue qualità nutrizionali in quanto ricco di vitamine come la vitamina C, essenziale per il sistema immunitario e la salute della pelle, e le vitamine del gruppo B, che svolgono un ruolo cruciale nel metabolismo energetico. Inoltre, è una fonte di antiossidanti come i carotenoidi, che possono contribuire a ridurre il rischio di malattie croniche.
Valori nutrizionali (per 100 g)
- Calorie: 20 kcal
- Proteine: 1 g
- Grassi: 0 g
- Carboidrati: 4 g
- Fibra: 1 g
- Vitamina C: 80 mg (133% RDA)
Un prodotto sostenibile
Il riconoscimento come presidio Slow Food, non è solo una garanzia di qualità e dell’impegno a salvare dall’estinzione questa razza autoctona, ma obbliga i coltivatori a pratiche agricole sostenibili. Tra queste, l’impiego esclusivo di fertilizzanti organici, l’irrigazione a goccia per contenere lo spreco d’acqua e la rotazione colturale annuale.
Ricette con il Peperone di Voghera
Il Peperone di Voghera può essere utilizzato in numerose ricette, eccone alcuni esempi:
- Insalata Fresca: affettare i peperoni crudi e unirli a pomodori freschi, cipolla rossa e basilico per un’insalata rinfrescante.
- Peperoni Ripieni: farcire i peperoni con riso, carne macinata o legumi e cuocerli al forno per un piatto ricco e sostanzioso.
- Sottolio: conservare i peperoni in olio di oliva con spezie varie per un antipasto gustoso.
- Risotto alla vogherese: fate appassire la cipolla tritata, aggiungete i peperoni di Voghera tagliati a cubetti dopo averli mondati e fate rosolare per altri 5 minuti. Unite il riso e, una volta tostato, aggiungete il brodo vegetale fino a completa cottura.
- Vogherini o crocchette di risotto alla vogherese. È la versione street food che abbiamo avuto modo di gustare durante Terra Madre Salone del Gusto (Foto sotto).