Il nome significa in siciliano “barattolo” e dà subito l’idea di cosa questo locale possa riservare agli ospiti che decideranno di sedersi ai suoi tavoli. Il posto è Buatta. Siamo a Catania, in via Crociferi
Per chi non è siciliano la piccola parolina suona strano. Eppure riesce a racchiudere tutte quelle bontà per cui la Sicilia è rinomata. È Buatta, il locale di via Crociferi a Catania che mette in vaso (buatta significa proprio vaso, barattolo in dialetto) gli ingredienti e le tradizioni locali ispirandosi al comfort food con alcune influenze internazionali.
Buatta Catania, il racconto della Sicilia contemporanea
Buatta nasce nel 2015 grazie all’intraprendenza di due giovani coppie: Nicolò Giannotta e Agnese Privitera, Damiano Valguarnera e Giorgia l’Episcopo. Scelgono per il proprio ristorante il centro storico di Catania, la strada del barocco etneo. Qui realizzano un locale accogliente con un design che punta a raccontare una Sicilia contemporanea, grazie all’uso di materiale in legno e metallo nonché ampie vetrate e pareti colorate.
Ma sono le buatte in vetro che colpiscono chi entra. Quelle grandi che si ritrovano sulle mensole in cui si conservano diversi ingredienti e, soprattutto, quelle che si possono scegliere dal menu e vengono poi servite al tavolo. Contenitori di unicità che racchiudono la filosofia di cucina dei quattro giovani siciliani che punta alla ricerca di materie prime di ottima qualità e alla sperimentazione di sapori nuovi ma sempre comfort. Tra queste la Buatta di bosco e sapori contadini, preparata con verdure di campo saltate, funghi porcini, crema di formaggio Cosacavaddu, salsiccia ai semi di finocchio e cubetti di pane fritto: un mix di piacevoli sensazioni al palato.
Comfort food senza etichette
Ma si può anche scegliere tra le dodici proposte di Cunzatizzu, una base di pane croccante, ideale per essere “cunzatu” cioè condito con ingredienti stagionali, che nasce dallo stesso impasto della pizza, soffice e profumatissimo. Abbiamo provato il Zola e Pere, un duetto di gorgonzola e mascarpone, fiore di latte, pere al Brandy, noci, timo, salvia fritta, pepe rosa e polline.
Oltre alle buatte e ai cunzatizzu, il menu si arricchisce di tante altre proposte (anche per i bambini). Tant’è che per aprire l’esperienza da Buatta ci siamo concessi una Tartare di manzo, castagne glassate all’aceto balsamico e scaglie di tuma persa, un formaggio a forte rischio estinzione.
In cucina, la chef Dina Ferrari
Dietro tutte queste bontà vi è la mano della simpatica chef Dina Ferrari, che ha saputo trasformare la propria passione per la cucina in professione, spinta anche dai tanti complimenti che gli amici del proprio figlio (uno dei titolari) le facevano ogni volta che restavano a pranzo da lei. È partendo dalle tante esperienze fatte sia in casa sia in giro per il mondo, che Dina ha capito che avrebbe potuto dare tanto al mondo della ristorazione. Ha così investito sulla propria professione, attingendo di continuo alle diverse culture, da quella americana a quella siciliana, capaci di toccarle il cuore.
«Ogni piatto è un contenitore di unicità – ci racconta Dina Ferrari–, che unisce sapori familiari e ingredienti originali, aggiungendo spesso un tocco esotico. È la curiosità e la scoperta di nuovi mondi che mi guida nelle creazioni. Le cucine, anche quelle che sembrano più lontane, finiscono per somigliarsi. A legarle, è quella sensazione di comfort che un piatto dona al momento del suo assaggio».
Attenzione ai piccoli produttori e ai vini naturali
La carta dei vini mostra sensibilità e attenzione ai vini naturali siciliani dei piccoli produttori e alle bevande no alcohol come la kombutcha. Una carta che accompagna piacevolmente l’esperienza al Buatta che è un «invito a sentirsi a casa e a condividere l’esperienza e la tradizione» come amano spesso dire i suoi titolari.
Ristorante Buatta
Via Crociferi 42, Catania
www.buatta.it