Con il wine tour romagnolo di Enologica, belle conferme di un settore in crescita

L’ultima edizione di Enologica, il Salone del vino e del prodotto tipico dell’Emilia Romagna, è stata un grande successo con oltre 5000 persone che, hanno animato Palazzo Re Enzo per assaporare il meglio dell’offerta regionale, nel piatto e nel bicchiere. Apprezzati anche i wine tour dedicati alla stampa per scoprire le realtà aziendali di spicco della regione.

Per il terzo anno Enologica 2016, che si è svolta dal 19 al 21 novembre, ha beneficiato della sapiente e lungimirante gestione di Enoteca Regionale Emilia Romagna che ha progettato non solo degustazioni ma diversi appuntamenti tematici. Tra questi, gli incontri del “Teatro dei Cuochi”, i seminari dedicati ai principali vini della regione e il “Ristorante” che è stato potenziato proponendo anche primi piatti, dai tortellini alle tagliatelle.

Dietro i banchi di degustazione c’era una generazione di produttori giovani, competenti e ambiziosi che hanno puntato sulla qualità della loro offerta e sui vitigni autoctoni, dimostrando che l’Emilia Romagna non è solo la patria delle cooperative e dei grandi gruppi che producono vini di fascia bassa ma può ambire a confrontarsi con regioni storicamente più virtuose in questo settore.

Gli stessi dati di mercato, d’altra parte, sono molto incoraggianti. Nel 2015 c’è stato un incremento della produzione regionale del 7% che, anche se inferiore rispetto al balzo nazionale del 20%, è comunque un dato positivo; nel 2016 la produzione è ulteriormente cresciuta di circa il 5%, soprattutto nei vini bianchi rispetto a quelli rossi.

Tra le iniziative collegate ad Enologica, particolarmente interessanti sono stati i Tour nelle cantine emiliane e romagnole che si sono svolti domenica 20 novembre e hanno coinvolto la stampa italiana ed internazionale. La Gazzetta del Gusto ha avuto la fortuna di essere invitata a conoscere, da vicino, il processo produttivo e i vignaioli di una parte di Romagna

Il wine tour in Romagna di Enologica 2016

Iniziato poco dopo le 9.00, il wine tour si è articolato in tre tappe in compagnia di Filiberto Mazzanti, direttore del Consorzio Vini Emilia Romagna.

Tenuta Massellina, Castel Bolognese

Prima sosta a Castel Bolognese, in località Serra, dove una fitta coltre di nebbia non ha nascosto la bellezza della Tenuta Massellina, azienda vinicola appartenente al Gruppo Cevico, situata su una collina che domina la pianura tra Imola e Faenza. Una posizione, tra Emilia e Romagna, che rappresenta un valore aggiunto perché consente di mescolare e valorizzare le caratteristiche umane, storiche e pedoclimatiche di entrambe le parti della regione.

Gli ettari di proprietà sono 22 di cui 16 coltivati a vigneto con i terroir tipici della Romagna: Sangiovese e Cabernet Sauvignon tra quelli a bacca nera, Chardonnay, Trebbiano e Pignoletto tra quelli a bacca bianca.

La degustazione sotto la guida di Pierluigi Zama, enologo del Gruppo Cevico, e di Andrea Celletti, enologo della Tenuta Masselina, ha riguardato vini della stessa Tenuta Massellina nonché delle aziende Stefano Ferrucci e Marco Bandini. Abbiamo scoperto realtà moderne ma che non perdono di vista il rispetto della tradizione, la valorizzazione del territorio e la sostenibilità ambientale.

Competenza, ricerca e sperimentazione interessano l’intera attività delle tre Cantine che producono vini di eccellenza che sono riusciti a conquistare anche i palati più esigenti con i loro Sangiovese (Superiore e Riserva), Pignoletto e Albana (Secco e Passito), tipici prodotti della viticoltura romagnola.

Villa Papiano di Modigliana: storia e innovazione

Prima di visitare i vigneti dell’azienda vinicola Villa Papiano di Modigliana (FC), il secondo percorso di degustazione è avvenuto in abbinamento ad pranzo presso il laboratorio-ristorante “Antichi sapori”, un posto da segnare in agenda se si vogliono apprezzare gusti e atmosfera di altri tempi.

Qui, dalla cucina a vista, si possono ammirare le tipiche “azdore” romagnole che preparano la pasta artigianale usando solo mani e matterello con cui realizzano cappelletti, tortelli, tagliatelle e altri formati di pasta. Mangiando questi piatti squisiti, sono stati degustati i vini Villa Papiano, Castelluccio e Agrintesa, in un percorso multisensoriale fatto di esperienza, audacia e perseveranza.

Nel pomeriggio, guidati da Francesco Bordini che, con la sua famiglia gestisce Villa Papiano, sono stati visitati i vigneti dell’azienda, sul versante sud del Monte Chioda ad una altitudine di 450 m slm.

Enologo della cantina, Francesco ne ha raccontato storia e crescita, fin dal momento in cui è stato deciso l’acquisto dei terreni che facevano parte del patrimonio di un’antica famiglia locale. L’obiettivo è stato quello di rilanciare la produzione puntando su un ambizioso progetto vitivinicolo e di recupero ambientale.

I vini di Villa Papiano provengono da uve coltivate biologicamente; le vigne sono tenute basse per ottenere una produzione meno abbondante, che esalta la qualità, e per far in modo che i grappoli siano più vicini alla terra per assorbirne sentori e specificità. Fiore all’occhiello dell’azienda sono il Sangiovese, affinato in acciaio oppure in legno, Albana, Centesimino e Sauvignon.

La terza tappa a Oriolo dei Fichi: Poderi Morini e La Sabbiona

Il pomeriggio è inoltrato, la nebbia che ci ha accompagnato per l’intera giornata è diventata un sipario quasi costante che solo di tanto in tanto ha lasciato spazio a tiepidi raggi di sole. Ecco che arriviamo alla terza e ultima destinazione: Oriolo, appartenente al Comune di Faenza, un posto magico nel cuore della Romagna dominato dall’antica Torre di Oriolo dei Fichi.

A poca distanza ci sono due cantine gestite a livello familiare che negli anni stanno raggiungendo traguardi importanti: Poderi Morini e La Sabbiona.

Nella bellissima cantina dei Poderi Morini, accolti dai padroni di casa Alessandro Morini e sua moglie Daniela, sono stati degustati i vini della stessa azienda ma anche quelli delle Cantine Spinetta e Leone Conti, entrambe di Faenza in località Santa Lucia. Ognuna ha proposto etichette di buon livello, frutto di un impegno costante finalizzato a valorizzare uve Sangiovese, Centesimino e Albana, proponendoli in varie versioni tutte di esaltante piacevolezza.

La giornata si è conclusa con una cena-degustazione presso La Sabbiona, in via Oriolo dei Fichi, 10 a Faenza (RA), di proprietà della famiglia Altini. Tradizione, genuinità e freschezza delle materie prime – sia nella ristorazione che in cantina – regalano al consumatore la sicurezza di prodotti validi. La Sabbiona possiede 28 ettari di terreno di cui 16 coltivati a vigneto e la parte restante con cereali, frutta, scalogno di Romagna IGP.

I vini degustati nel corso della cena sono stati quelli dell’azienda La Sabbiona e delle Cantine Ancarani e Campanacci, tre realtà che innalzano il valore ed il prestigio dei vitigni autoctoni con una vinificazione sapiente ed appassionata.

La giornata si conclude, faticosa ma entusiasmante, con la sensazione che l’impegno e la passione non possono non portare a ottimi risultati.