Go Wine a Roma, torna “Buono… non lo conoscevo!”

Dopo la pausa estiva, l’associazione piemontese presieduta da Massimo Corrado riprende l’attività e torna nella Capitale con il tradizionale appuntamento di settembre, interamente dedicato ai vitigni autoctoni italiani

L’Italia vanta un patrimonio ampelografico unico e incredibile, più di ogni altro Paese al mondo; una straordinaria biodiversità legata a territori e vitigni che va dalla Val d’Aosta alla Sicilia, tra grandi, piccole e medie produzioni.

Difficile (ma stupendo) districarsi alla scoperta di tutti i gioielli enologici nostrani ma c’è chi da anni punta sul messaggio culturale del vino e dei suoi paesaggi, l’unicità degli autoctoni e la scoperta di piccole “chicche” fortemente legate alla cultura e alla tradizione vitivinicola italiana.

“Buono… non lo conoscevo!”, Go Wine a Roma con i vini autoctoni italiani

Ed ecco come l’Associazione Go Wine ti racconta un vino attraverso una riuscitissima manifestazione, “Buono… non lo conoscevo” che, anche quest’anno, inaugura la lunghissima serie di eventi che vedono la Capitale al centro dell’attenzione di produttori ed enoappassionati.

Alla scoperta dei vini autoctoni italiani, mirando a favorire la conoscenza e la diffusione di piccole produzioni non facilmente reperibili, questa la mission che Massimo Corrado, presidente di Go Wine, ha proposto il 19 settembre nell’elegantissima cornice dell’Hotel Savoy a Roma, nella centralissima Via Veneto.

Un appuntamento settembrino tutto dedicato ai winelover romani, un evento che sa ormai di tradizione dopo la pausa estiva e che, da lunghi anni, propone e risalta vere e proprie chicche enologiche attraverso enoteche esclusive e banchi d’assaggio dove gli stessi produttori raccontano la ricchezza e la storia del proprio territorio.

Un vero e proprio progetto nazionale che Go Wine cura da sempre attraverso eventi, corsi e manifestazioni lungo lo Stivale, valorizzando vini rari e legandoli a storia e cultura; quell’enoturismo che ormai prende sempre più piede tra giovani e meno giovani, appassionati turisti del vino costantemente alla ricerca di nuovi itinerari e cantine da visitare. Per coloro che ritengono che il vino valga un viaggio è il motto di Go Wine.

«Uno dei nostri obiettivi è proprio quello di promuovere l’unicità ampelografica del nostro Paese – afferma il presidente Massimo Corrado – E solo viaggiando ci si può rendere conto quanto l’Italia abbia da offrire in paesaggi, territori e vitigni autoctoni. Il vino riesce ad esaltare queste diversità e il nostro compito è quello di scoprirle e proporle ai nostri soci».

Un banco d’assaggio con una bella proposta di vitigni autoctoni

Go Wine a Roma ha portato una straordinaria carrellata di aromi e profumi, viaggi e racconti in bottiglia, che hanno attraversato l’Italia dal Nord al Sud, isole comprese.

Nuove cantine da “ascoltare attraverso un calice” tra Ortrugo, Erbaluce e Nasco passando dalla viticoltura eroica di Furore e di un vino cult come il mitico Fiorduva delle Cantine Marisa Cuomo, fino ad arrivare ai riflessi salini e la straordinaria freschezza di un grande Grillo che nasce dalle Vigne di Mandranova, dell’azienda Alessandro di Camporeale, vicino Palermo.

La tradizione è raccontata dal Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Barbangelo, dell’azienda marchigiana Benforte di Giuliana Campolucci, tra Cupramontana e San Paolo di Jesi mentre, spostandoci più a nord, l’eleganza e la raffinatezza rendono l’Amarone di Marco Conati, titolare di una bellissima realtà sita a Fumane, in provincia di Verona, una superba interpretazione stilistica legata solo alla produzione delle annate migliori.

Ad Orbetello, nella Maremma più vera, l’azienda Poggiolella riscopre e valorizza un vitigno quasi estinto con il Pugnitello rigorosamente biologico e Claudio Cipressi con la sua Tintilia 66 ci porta in un territorio che è patrimonio naturale di grande ricchezza, il Molise.

Buono… non lo conoscevo! La cultura del vino promossa da Go Wine

Vino come cultura, insomma, un’occasione data da Go Wine nel suo “Buono… non lo conoscevo!” per ritrovare riuniti in un breve arco di tempo e in un solo luogo circa 50 vitigni, protagonisti delle storie in vigna di produttori e cantine; territori e regioni del nostro territorio con le loro piccole produzioni, tutte diverse e particolari, molto spesso difficili da trovare e degustare se non presso le stesse aziende produttrici.

Un Giro d’Italia del Vino che tornerà a Roma il prossimo anno, puntuale come un orologio svizzero, promettendo novità enologiche sempre più rare e preziose.

Per conoscere tutti gli eventi in Italia organizzati da Go Wine: www.gowinet.it