Dal 26 al 28 febbraio, al Castello di Sannicandro di Bari, si è tenuto il concorso dei vini autoctoni del Sud Italia che si sarebbe dovuto svolgere a giugno 2020

Riuscire ad organizzare una giuria per un concorso è impresa già difficile in tempi normali, figurarsi farlo nel corso di una pandemia. Ci è riuscito benissimo Nicola Campanile, deus ex machina di Radici del Sud, il concorso dei vini autoctoni del Sud Italia che si è svolto dal 26 al 28 febbraio 2021 al Castello di Sannicandro di Bari.
L’edizione 2020 della kermesse, patrocinata dal Consiglio Regionale, dal Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia e dal Comune di Sannicandro, si sarebbe dovuta svolgere nel mese di giugno ma era stata rimandata per i motivi sanitari che tutti conosciamo per poi essere ripresa lo scorso mese, nel pieno rispetto delle misure anti Covid previste dal Governo.
Radici del Sud recupera l’edizione 2020
Radici del Sud recupera l’edizione 2020 con due giurie che hanno degustato 300 vini di oltre 125 aziende del Sud-Italia, suddivisi per vitigno, e prodotti da Sardegna, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, e Sicilia. I giudici, scelti tra giornalisti e operatori del settore, sono stati divisi in 2 commissioni, capitanate da Antonio Tomacelli e da Maurizio Valeriani.
Il primo marzo, in diretta streaming sui canali Social Radici del Sud, si è svolta la conferenza di premiazione che ha annunciato le cantine classificatesi dal primo al terzo posto per ogni categoria di vino e ha decretato i migliori tre vini biologici del Sud. I giudici hanno inoltre evidenziato come dalle degustazioni sia emersa la grande attitudine di questi vini all’invecchiamento.
«La considerazione principale risultata da questi due giorni di confronto è la splendida forma in cui i giudici hanno trovato i vini degustati, considerando che erano stati inviati ancora nel 2020 per l’edizione che doveva svolgersi a giugno. – ha dichiarato Nicola Campanile, organizzatore della manifestazione – L’ottima conservazione e un tempo di affinamento più lungo hanno fatto emergere un’evoluzione inaspettata in quasi tutti i vini. Questo a dimostrazione del fatto che sia i bianchi che i rosati del Sud hanno grandi potenzialità per un mercato sempre più pronto al consumo di vini invecchiati».
L’esperienza di Radici del Sud ha rivelato aspetto interessanti sui vitigni autoctoni che per troppo tempo sono stati utilizzati solo come uve da taglio ma che, invece, hanno dimostrato di avere un’ “anima” propria anche vinificati in purezza. In altri casi, invece, alcuni autoctoni per molti sconosciuti riescono ad avere la propria dignità grazie a viticoltori coraggiosi che con il loro lavoro hanno evitato l’estinzione del patrimonio vitivinicolo. Tra questi dobbiamo ricordare il Minutolo, Nuragus, Cococciola, Magliocco, Mantonico, Susumaniello, Nero di Troia, Sciascinoso, Casavecchia, Aniga Braxia, Muristellu, e Nerello Cappuccio.
L’appuntamento con la prossima edizione di Radici del Sud è fissato dal 9 al 14 giugno 2021 quando, emergenza permettendo, la manifestazione riprenderà le attività in calendario e tornerà alla consueta formula con il pubblico.
Composizione delle giurie di Radici del Sud
Giuria 1: Antonio Tomacelli, giornalista – Presidente di giuria; Genny Van Gomez, giornalista; Franco Santini – giornalista; Maurizio Gily – agronomo e divulgatore scientifico; Paolo Frugoni – buyer; Leonardo Palumbo – enologo.

Giuria 2: Maurizio Valeriani – giornalista – Presidente di giuria; Marco Sciarrini – giornalista; Maurizio Gabriele – giornalista; Katarina Andersson – giornalista; Carlotta Salvini – Somelier Fisar; Lino Carparelli – enologo.
Per informazioni: www.radicidelsud.it
© Articolo di Marco Sciarrini
© Riproduzione vietata