148 etichette in gara. Il prossimo 5 dicembre la premiazione
Cresce di anno in anno l’attenzione rivolta ai vini ottenuti da uve PIWI (acronimo dal tedesco pilzwiderstandfähig, vale a dire “viti resistenti ai funghi”) e torna, dopo il successo delle precedenti edizioni, la rassegna nazionale dedicata a questo affascinante mondo.
Rassegna nazionale dei vini PIWI 2024: terminate le selezioni
Il 13 e 14 novembre, a San Michele all’Adige (TN) nel Palazzo Ricerca e Conoscenza, la Fondazione Edmund Mach ha ospitato l’apertura della quarta edizione della Rassegna nazionale Vini PIWI 2024, patrocinata da Piwi International Italia e Consorzio Innovazione Vite (CIVIT).
Una commissione, presieduta dal direttore generale FEM, Mario Del Grosso Destreri, e composta da 30 esperti provenienti da tutta Italia, selezionati tra giornalisti, sommelier ed enologi, ha valutato le 148 etichette in gara, realizzate con almeno il 95 per cento di uve provenienti da varietà PIWI. Il responso è atteso durante la cerimonia di premiazione, in programma giovedì 5 dicembre, presso l’aula magna della Fondazione.
Vini bianchi, vini orange (ottenuti da uve bianche sottoposte a macerazione), vini frizzanti (da Metodo Charmat e Metodo Classico), vini rossi e passiti: queste le categorie sottoposte alla valutazione dei commissari, coadiuvati dagli studenti del corso enotecnico in tutte le operazioni della rassegna.

Vini sempre più apprezzati
Ad oggi il Registro Nazionale delle Varietà di Vino comprende 36 varietà PIWI, con una superficie coltivata che supera alcune migliaia di ettari; Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Abruzzo, Emilia Romagna, Marche, Piemonte, Lazio e Campania, le regioni che hanno dedicato, in questi anni, la maggior superficie vitata ai vitigni Piwi.
Una tendenza in costante crescita, sia per gli interessanti risultati ottenuti a livello di gradevolezza dei vini stessi, sia per i caratteri di resistenza naturali che le piante presentano nei confronti delle principali malattie fungine, con un conseguente minor numero di interventi fitosanitari.
Anche se a livello europeo queste varietà sono ammesse nelle diverse DOP, in diverse regioni italiane la loro coltivazione non è stata ancora autorizzata, nemmeno per produrre vino IGT o generico. L’evento promosso da FEM, dunque, ha l’importante obiettivo di valorizzare l’attività di ricerca e sperimentazione sulle varietà Piwi. Attività che ha portato all’iscrizione nel Registro nazionale di quattro nuove selezioni, grazie alla preziosa collaborazione del consorzio CIVIT: termantis, nermantis, charvir e valnosia.
La attività della Fondazione Edmund Mach
Quello del miglioramento genetico è un lavoro che la FEM porta avanti da circa un secolo, iniziato con Rebo Rigotti, genetista ed agronomo scomparso nel 1971. Da allora, la Fondazione ha intrapreso un’intensa attività di selezione genetica finalizzata alla resistenza, sviluppando un piano di incrocio che ha portato, oggi, alla produzione di circa 35-40 mila semi l’anno, suddivisi in circa 100 combinazioni di incrocio.
Con tale attività, detta piramidazione, è possibile selezionare genotipi con diversi caratteri di resistenza verso differenti malattie, quali oidio, peronospora, marciume nero ecc…
Inoltre è possibile incrociare i genitori piramidizzati con varietà di Vitis vinifera diffuse in diverse aree nazionali, tra le quali chardonnay, sangiovese, montepulciano, verdicchio e schiava, per cercare di tramandare i caratteri più interessanti nella progenie e facilitarne l’inserimento in campo. Un futuro tutto da scrivere e gustare nei prossimi anni.
Info: fmach.it