Vini da terre estreme, a Mogliano Veneto sfila la viticoltura eroica

Grande successo per l’ottava edizione della rassegna di Mogliano Veneto dedicata ai vini frutto di fatica e sudore. Essi, infatti, sono ottenuti da vigne collocate in zone impervie e da lavorazioni eseguite esclusivamente a mano, senza l’aiuto di mezzi meccanici

L’ultima edizione di “Vini da terre estreme 2020” si è svolta il 9 e 10 febbraio a Villa Braida di Mogliano Veneto (TV). La rassegna dedicata alla viticoltura eroica, organizzata dall’agenzia Pilota Green, ha visto la presenza di 50 aziende e oltre 300 etichette.

Da nord a sud, da est ad ovest, la nostra penisola è costellata di queste piccole aree all’interno delle quali l’uomo, talvolta, è stato costretto a ricorrere alla costruzione di muretti a secco, per “strappare” alla montagna pochi metri quadrati di terreno da coltivare a vite.

Vini da terre estreme 2020: la sfilata dei vini eroici italiani ed esteri

Tra i vari esempi, i “vini di ghiaccio” della Valle d’Aosta, i terrazzamenti verticali della Valtellina, la costa ligure a strapiombo sul mare, le ripide Rive del Prosecco ricamate dai filari di uva Glera, la costiera amalfitana patrimonio di una moltitudine di vitigni autoctoni, le pendici del vulcano Etna e l’intera isola di Pantelleria in cui il vignaiolo è anche custode dei 7000 km di muretti a secco.

Due sono maggiormente gli elementi ricorrenti di questi vini: la sapidità e l’acidità. Si tratta di vini di carattere, veri e sinceri, desiderosi di raccontare il territorio e la cultura della zona d’origine.

A “Vini da terre estreme”, tuttavia, anche quest’anno c’è stato spazio per realtà estere provenienti dalla Serbia, dalla Croazia e dalla Grecia. Quest’ultima, è stata ospite dell’ottava edizione della rassegna con vitigni per lo più autoctoni, non solo della più rinomata Santorini ma anche dell’Isola di Cipro, del Peloponneso e dell’Isola di Ikaria.

Nei due giorni, l’organizzazione è riuscita ad offrire ai visitatori delle autentiche gemme vitivinicole, espressioni uniche di terreni vocati posti in luoghi talvolta inaccessibili ma anche di alcune particolarissime realtà di pianura: è il caso, ad esempio,  delle vecchie vigne di Venezia. Nella città della Serenissima, infatti, alcune aziende e associazioni si sono dedicate al recupero delle vecchie vigne storiche, recuperando così un pezzo di storia enologica.

Clima, terreni, temperature, altitudini e altri fattori ancora hanno caratterizzato in maniera inequivocabile i vini presenti alla rassegna che ha offerto, oltre ai banchi d’assaggio, anche interessanti masterclass a tema e incontri con i singoli produttori.