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Lo chef Floriano Pellegrino: dalla cucina stellata alla Bros’ Rugby Club

L’insolita (forse) iniziativa di fondare una squadra di rugby legata al ristorante stellato “Bros” di Lecce, stimola una riflessione: ai fornelli, dietro una scrivania e nei rapporti interpersonali, il lavoro di squadra è vincente

Floriano Pellegrini (Foto © Facebook).

Henry Blaha, rugbista e giornalista statunitense, sosteneva che: «Il calcio è uno sport da gentiluomini giocato da bestie. Il rugby è uno sport da bestie giocato da gentiluomini.» Forse è stata proprio questa filosofia assieme al suo passato da rugbista, a spingere Floriano Pellegrino – chef di Bros’ (1 stella Michelin), a fondare nel Salento una squadra di rugby: la Bros’ Rugby Club.

Anche se apparentemente l’unico aspetto in comune tra i due mondi possa sembrare il temutissimo “cucchiaio di legno”, in realtà lo sport – e il rugby in particolare – ci fornisce dei principi e degli “stili” che ben si sposano con la struttura organizzativa di un’azienda o, come il Bros ci testimonia, con una brigata di cucina.

«Il rugby mi ha stimolato, educato e salvato. – ha dichiarato sui social lo stesso Pellegrino – Ha creato la giusta e forte impalcatura che oggi sorregge il mio pensare e il mio agire. Anno dopo anno lo schema del gioco è diventato uno schema di vita, e la struttura di una squadra ha iniziato a delinearsi anche nella mia cucina»

Ed è così che descrive il suo team di brigata:

«Un team di fiducia, la mischia, i miei otto uomini, dalle loro mani passa tutto il mio processo creativo; io e Isabella, i due mediani, con un importante lavoro in prima linea; Isabella, il mio numero 10, mediano di apertura, smista il gioco come nessun altro potrebbe fare. I miei ragazzi di sala, i miei ¾ veloci, danno ritmo al gioco, finalizzano ed esaltano il nostro lavoro. Nella vita, nel lavoro, in cucina, nulla tiene l’azione di ruck. Niente è più importante del lavoro di squadra. Un assioma imprescindibile».

Isabella Potì e Floriano Pellegrino, del Bros’ di Lecce (Foto © Facebook).

Il rugby è uno sport che insegna a dare il massimo anche quando diluvia e gli spalti sono vuoti, abitua a comportarsi correttamente anche quando l’arbitro non guarda (l’arbitro non fischia, l’azione continua!), a dare tutto te stesso per far cadere a terra l’avversario e, con la stessa forza, tendergli la mano per farlo rialzare. Ad avere una “meta” da raggiungere, tutti insieme. È per questi motivi che, quando si coniuga questa “ovale” filosofia con il lavoro, l’effetto è inevitabilmente vincente.

«Il pensiero è un gioco straordinario, capace di costruire e rafforzare le volontà di ognuno. – prosegue Pellegrino su Facebook – Ho voluto circondarmi di ragazzi giovani e capaci, ma non in talento, bensì in attitudine; capaci di resistere e reagire ai miei stimoli, volenterosi di alzare sempre di più l’asticella».

Ma da chi sarà composto il Bros’ Rugby Club? La risposta ci arriva direttamente dal fondatore:

«Ho scelto gli ‘ultimi’, gli ‘scappati di casa’, chi cercava un posto nel mondo perché loro, affamati di futuro, l’avrebbero preso a morsi senza risparmiarsi. Il rugby mi ha stimolato, educato e salvato».

Foto © Facebook.

E se il Bros’ Rugby Club diventasse il precursore di un modello? Ancora è presto per dirlo ma ciò che è certo è che siamo tutti in cerchio, a centro campo, a gridare con voi: “M***a, M***a, M***a”!

Per maggiori informazioni: www.brosrestaurant.it

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Marco Miglietta

Giurista di professione, scrittore per passione. Cultore del diritto a mangiar bene, mi piace favorire l’incontro tra norme giuridiche ed enogastronomia. Cenni biografici? Dalle orecchiette, passando per lo gnocco fritto, fino alla cotoletta: questa la mia vita in un menù.

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