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Al Podere Riosto, una cena al buio che soddisfa gli altri quattro sensi

Vi raccontiamo un'esperienza bellissima vissuta al PODERE RIOSTO di Pianoro (BO) dove, il 20 maggio, si è svolta una "Cena al buio" dove gli occhi non vedevano ma gli altri quattro sensi sono stati stimolati al massimo e la serata è stata comunque luminosa.

Il racconto di un’esperienza bellissima vissuta al Podere Riosto di Pianoro (BO) dove, il 20 maggio, si è svolta “La Cena al buio“, un evento in collaborazione con API&ACI dove l’oscurità ha stimolato gli altri quattro sensi rendendo la serata ugualmente luminosa.

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Foto © Podere Riosto.

Le esperienze migliori nascono per caso, magari durante un sabato in cui hai dovuto affrontare tutte le sfaccettature emozionali di questo mondo e sei stanchissima sia fisicamente sia psicologicamente. E sovrappensiero leggi un volantino che segnala “La cena al buio” organizzata da Podere Riosto e dell’Associazione API&ACI, che da anni opera per la Promozione dell’Integrazione e dell’Autonomia dei Ciechi ed Ipovedenti.

Perché no? È pur sempre una cosa nuova, pensi, ignara di quello che ti avrebbe effettivamente lasciato.

Quindi, venerdì 20 maggio, si parte e dopo salite e curve si iniziano ad intravedere i primi vigneti e si arriva alla cantina.

Cristiana di Podere Riosto e Andrea, dell’Associazione API&ACI ci accolgono insieme ad uno Spumante Rosé, ottenuto dalla Vite del Fantini, scoperta per caso fra i roveti del territorio nel 1961 e recuperata grazie all’impegno di Podere Riosto, l’unica realtà italiana che produce vini con questa tipologia di uva.

«La cena al buio non è solo un momento in cui poter entrare in contatto con gli altri quattro sensi, troppo spesso dati per scontati, è anche un’ occasione per mettersi nei panni di chi in questa condizione ci vive da sempre e la affronta con serenità, con il sorriso», ci spiega Andrea, presentandoci i camerieri, i nostri accompagnatori per tutta la serata: Anna, Luisa, Italo, Roberto ed Asia, uno splendido e professionalissimo cane guida.

Cellulari spenti, via gli orologi luminosi –tanto non vi servono!-, via anche tutti quegli oggetti che possono creare “infiltrazioni” di luce durante la cena e si parte, a braccetto con le nostre guide che si muovono nella sala degustazione con una grazia ed una naturalezza che colpisce subito.

L’impatto è strano, inspiegabile. È tutto amplificato, dallo spazio che sembra a tratti immenso e a tratti piccolissimo, al rumore con le voci che si alzano per farsi sentire da un vicino di posto che sembra lontanissimo ma che in realtà è a pochi centimetri da te. Sì perché un’ altra bella idea è quella dei tavoli misti, di una cena conviviale con persone che non conosci e che hai visto di sfuggita durante l’aperitivo ma che, in poco tempo, diventano tuoi compagni, senza schermi esterni, senza discriminazioni perché per quelle due ore “non ti rendi conto se il tuo vicino è giallo, nero, verde, rosso o blu”.

Il racconto della serata al buio al Podere Riosto

Un antipasto a base di crescentine fritte, salumi e formaggi abbinato ad un Pignoletto Frizzante DOCG dei Colli Bolognesi ha aperto la cena e ha rotto il ghiaccio. In poco tempo le voci si sono alzate ancora di più unendosi alle risate ed al rumore delle bottiglie che sbattevano contro ai bicchieri nei tentativi -il più delle volte maldestri – di versare qualcosa.

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Foto © La Gazzetta del Gusto.

L’odore inconfondibile della cannella che aromatizzava il risotto a base di Pignoletto Spumante è stato riconosciuto da tutti, ed i calici di Pignoletto Superiore DOCG dei Colli Bolognesi (ovviamente sempre a marchio Podere Riosto) si sono svuotati in poco tempo a suon di brindisi.

Si è passati poi ad un secondo primo piatto dai sapori e dal gusto tipicamente bolognese: i garganelli con ragù misto di maiale e cinghiale e, mentre si cercava di indovinare che tipo di cacciagione era, si tentava anche di far girare a tutti i compagni di tavolo bottiglie d’acqua (poche) e bottiglie di Rosso DOC dei Colli Bolognesi, che qualcuno di noi ha provato anche ad aprire con il cavatappi.

Una braciola di maiale (rigorosamente da tagliare con il coltello) e verdure miste si accompagnavano benissimo con “Aquilante”, un Rosso IGT dell’Emilia a base di Barbera, Cabernet Sauvignon e Merlot, in un mix di odori e sapori che sicuramente la quotidianità così veloce e così nevrotica non ti dà modo di apprezzare fino in fondo.

Crostate e ciambelle hanno poi terminato la serata e quando le luci si sono accese l’impatto è stato fortissimo: fra tovaglie piene di vino e visi che non avresti mai associato ad una voce ascoltata durante tutta la serata è stato un insieme di emozioni, sensazioni, straniamento e riflessioni. Una cena vissuta a quattro sensi, piena, viva.

Ma esattamente chi è che ha deciso di associare il buio a qualcosa di negativo, di brutto? La luce non c’era ma la serata a Podere Riosto è stata comunque luminosa.

Podere Riosto
Via di Riosto, 12, 40065 – Pianoro (BO)
Telefono:051 777109 – podereriosto.it

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Foto © La Gazzetta del Gusto.
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