I bar nell’era Coronavirus: previsioni nere per il 2020

La Guida BlueBlazeR ha condotto la prima indagine sulla situazione dei cocktail bar italiani, fotografandone il quadro economico attuale e le prospettive dovute all’impatto del Covid-19.

La pandemia del Coronavirus ha avuto l’effetto di uno tsunami sull’economia globale. Oltre alle centinaia di migliaia di morti, la diffusione del contagio ha stravolto ogni comparto economico proiettando ombre inquietanti anche nel mondo dinamico di luoghi aggregativi come i cocktail bar che hanno dovuto abbassare le saracinesche.

In Italia bar chiusi, consumi fermi e flussi economici interrotti, con l’effetto fatturato zero, rischiano di ridisegnarne l’intera geografia mettendo in ginocchio tantissime attività imprenditoriali e coloro che lavorano nel settore.

Cocktail bar dopo il Coronavirus: perdite e prospettive

A mettere nero su bianco le drammatiche previsioni per l’anno in corso è la Guida BlueBlazeR ai Migliori Cocktail Bar d’Italia, app scaricabile al link www.blueblazer.it/app, che ha eseguito la prima analisi sull’odierna condizione dei cocktail bar italiani relativa alla percezione del danno economico causato dalla diffusione del Covid-19.

La Guida BlueBlazeR ha somministrato ai locali presenti nell’edizione 2020 (cocktail bar, bistrot-restaurant, hotel bar e speakeasy) un questionario per tastare il polso di una crisi senza precedenti, stimarne le previsioni fondate su indizi e segni attuali e indicare eventuali soluzioni. Il tasso di risposta è stato dell’82,4 %.

Per comprendere meglio la metodologia utilizzata ai fini dell’indagine, la  BlueBlazeR definisce “hotel bar” i cocktail bar presenti all’interno di strutture alberghiere e “cocktail bar” i locali in cui la vendita dei cocktail è l’attività primaria o esclusiva.

Dall’indagine economica emerge, innanzitutto, un dato inconfutabile: l’emergenza del Coronavirus grava già adesso sul settore dei cocktail bar. Difatti, la quasi totalità degli intervistati (99%) registra segnali di crisi.

Le preoccupazioni di proprietari dei locali e manager

Le apprensioni degli imprenditori intervistati si concentrano soprattutto sul canone di affitto delle strutture (70%), le retribuzioni del personale (67%), la gestione dei fornitori (51%) e gli oneri riguardanti finanziamenti e mutui (45%).

Riguardo alla particolare congiuntura economica che investe il settore nell’anno in corso, il 56% degli intervistati afferma che subirà un calo del proprio fatturato pari al 50%. In particolare, il 23% delle persone interpellate prevede perdite economiche fino all’80%.

Le stime delle perdite dei bar di Roma e Milano  

I dati relativi ad alcune differenze concernenti la percezione del calo di fatturato, sia dal punto di vista geografico sia da quello della tipologia dei bar, sono interessanti da analizzare.

Da un’analisi dettagliata nelle due principali città italiane, Roma e Milano, si evidenzia che 9 locali su 10 nella Capitale stimano un calo di fatturato tra il 21% e l’80%. Invece, nel capoluogo lombardo, il 55% dei bar stima perdite contenute tra il 21% e il 50% del proprio volume d’affari.

In merito alla tipologia di bar, il 79% degli hotel bar prevede perdite economiche superiori al 50% e, nello specifico, il 32% anche oltre l’80%. Il 77% dei cocktail bar ipotizza un calo di fatturato compreso tra il 21% e l’80% e, in particolare, il 48% circoscrive i propri danni tra il 21% e il 50%.

Nel complesso si tratta di un settore non totalmente ancorato alla drastica diminuzione dei flussi turistici che interesserà nei prossimi mesi il Bel Paese. Difatti, il 56% degli intervistati calcola l’apporto turistico inferiore al 50% al proprio fatturato.

Possibili interventi per affrontare la crisi dei bar

Alla domanda aperta dell’indagine della Guida BlueBlazeR – riguardante le misure urgenti e necessarie per arginare i danni causati dal Coronavirus – quasi la totalità dei manager e proprietari dei bar ha risposto che auspicherebbe un alleggerimento della pressione fiscale e accesso al credito agevolato e immediato, con possibilità di premiare le realtà più virtuose o capaci di garantire la piena occupazione.

Tra le soluzioni più largamente condivise rientra la possibilità di incoraggiare la produzione di distillati, liquori, vini e birre artigianali italiane mediante forme di riduzione delle imposte dirette. Un’altra risposta è quella che si auspica la regolamentazione del settore, adeguata ad arginare il lavoro sommerso.