Corsi Haccp: tutto quello che c’è da sapere

Cosa sono, perchè sono obbligatori, chi deve conseguire l’attestato e quali sono i livelli da scegliere.

La formazione haccp è quell’iter didattico che consente al corsista di ottenere e certificare tutte le competenze prescritte dalla legge per la sicurezza alimentare. L’attestato di formazione haccp, derivante dalla frequentazione del corso e dal superamento di test finale, va a sostituire il libretto sanitario richiesto in precedenza.

Corsi Haccp, chi deve farli e dove

HACCP , acronimo inglese di “Hazard Analisys and Control of Critical Points” ossia “Analisi dei rischi e controllo dei punti critici“, è un vero e proprio protocollo nato su basi scientificamente testate per la prevenzione ed il monitoraggio delle procedure di gestione di alimenti e bevande.

Ecco perché lo scopo dei corsi haccp è quello di insegnare protocolli, norme e tecniche di gestione e manipolazione necessarie in tutto il settore alimentare, al fine di tutelare la salute pubblica dal rischio di contaminazioni alimentari fisiche, biologiche o chimiche.

Corsi Haccp on line

I corsi vengono erogati da enti riconosciti per il rilascio dell’attestato valido. La formazione può avvenire in aule fisiche – implicando spostamenti e imposizioni di orario – ma esistono anche corsi haccp online che rilasciano attestati validi e riconosciuti. I corsi on line consentono, tramite piattaforme didattiche telematiche, di formarsi senza restrizioni di tempo e luogo, comodamente da casa e a qualsiasi orario.

Occorre diffidare dai corsi gratuiti in quanto, seppur forniscano una formazione didattica, non rilasciano attestato finale, documento indispensabile alla certificazione delle competenze.

Chi ha l’obbligo dell’attestato Haccp

Il protocollo Haccp è stato istituito per Direttiva Europea con il Reg. CE 852/2004, recepito in Italia con il D.lgs 193/2007, con cui si stabilisce che il conseguimento di attestato haccp, previa frequenza didattica e superamento di test finale, è obbligatorio per gli operatori alimentare di tutta la filiera: dalla produzione alla somministrazione e vendita, passando per trasporto merci, confezionamento e immagazzinamento.

Dal barman allo chef, dal trasportatore all’incaricato dei distributori automatici, dall’addetto al packaging all’operatore di azienda agricola, dal gelataio al macellaio, dal pasticciere al cameriere o al promoter – volendo risparmiare esempi – l’attestato haccp è obbligatorio in ogni comparto del settore alimentare e per qualsiasi attività che comporti la presenza di alimenti e/o bevande.

Soggetti a tale obbligo troviamo anche quei farmacisti che la cui attività prevede la vendita di alimenti; nel loro caso, se durante il corso di laurea si è appresa la disciplina haccp, dovranno sono preoccuparsi di frequentare i corsi di aggiornamento e di redigere il manuale haccp.

I 3 livelli di attestato Haccp

Esistono tre tipi di livelli haccp e ciascuno risponde a esigenze professionali differenti. Non tutti gli operatori, infatti, manipolano ed hanno accesso agli alimenti allo stesso modo. Quindi troviamo:

  1. Corso di I livello: rivolto a coloro che svolgono attività a medio/basso rischio per la sicurezza, che manipolano alimenti confezionati o sfusi non deteriorabili. È il livello scelto da addetti che non manipolano alimenti e deputati alla sola somministrazione e vendita. In questa categoria rientrano ad esempio: promoter, magazzinieri, camerieri, addetti mensa, addetti a vendita e trasporto di prodotti.
  2. Corso di II livello: destinato a chi manipola alimenti deteriorabili ad alto rischio per la sicurezza alimentare, nelle fasi di produzione, preparazione, cottura e confezionamento, e a titolari e responsabili dell’industria alimentare. Ne sono un esempio: chef, cuochi, barman, pasticcieri, panettieri, pizzaioli, gelatai, addetti ai bar, rosticcerie, gastronomie, addetti alla vendita in supermercati, pescherie, salumerie, macellerie.
  3. Corso di Aggiornamento: rivolto solo ai possessori di attestato Haccp scaduto o in scadenza.
    Frequentare un corso haccp può servire quindi sia per ampliare la propria formazione professionale ed avere più possibilità di lavoro – nel settore alimentare ma pure in quello ricettivo e turistico – sia per mantenere la propria occupazione, aggiornando le proprie competenze.

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