Il 22 marzo è la Giornata Mondiale dell’Acqua 2019, perchè è tanto importante?

È uno dei beni più preziosi per la sopravvivenza umana e dell’intero ecosistema ma l’emergenza idrica sta assumendo profili preoccupanti. Per sensibilizzare le politiche mondiali e gli stessi consumatori sul consumo consapevole dell’acqua, dal 1992, le Nazioni Unite hanno istituito una ricorrenza importante.

L’acqua è il bene più prezioso che abbiamo e, proprio per questo, le Nazioni Unite hanno deciso di istituire la “Giornata Mondiale dell’Acqua” che si celebra il  22 marzo dal 1992.

Lo scopo di questa iniziativa è quello di sollecitare una riflessione sull’utilizzo di questa risorsa, tanto necessaria alla sussistenza dell’intero Pianeta, e va a rafforzare l’esame di coscienza collettivo che, in tutto il mondo, è stato smosso dal Friday For Future, che richiamava la sostenibilità delle acque fra i temi fondamentali.

Perché l’acqua è così importante?

La vita è nata nell’acqua. L’uomo è fatto per il 60% circa di acqua e questo bene naturale è essenziale per mantenere intatte tutte le funzioni vitali del nostro corpo. Ecco perché è consigliata la corretta e regolare assunzione di acqua durante il giorno con l’avvertenza che senza bere le funzioni vitali sarebbero compromesse in pochi giorni.

Ma non si tratta solo di “alimentazione”  e cucina perchè l’acqua è importante per tutti i settori della vita, a partire dall’agricoltura. Nonostante le innovazioni in questo agricolo, finora è impossibile pensare all’esistenza di una pianta senza irrigazione mentre sono diffuse, ad esempio, le coltivazioni idroponiche, senza impiego di terra.

Inoltre utilizziamo l’acqua è utilizzata anche nell’allevamento e nell’industria, senza considerare l’emergenza dovuta agli incendi boschivi che, oltre a deturpare il paesaggio naturale, per essere sedati sfruttano molta acqua.

Quanta acqua abbiamo?

Gli scienziati ci avvertono che è sbagliato ritenere che l’acqua sia una risorsa infinita. Per quanto nei libri di geografia si legga che “il 71% del pianeta è ricoperto da acque”, non tutte sono utilizzabili. È definita “impronta idrica” la quantità di acqua dolce utilizzata per produrre beni e servizi ed ammonta a circa 1250 mc annui per tutto il mondo.

Un’altra problematica è la cattiva distribuzione dell’acqua nel mondo in quanto più di 1 miliardo di persone non vi hanno accesso diretto. La disparità è evidente se si affiancano, da una parte allevamenti intensivi, scaffali dei supermercati pieni di marche diverse, sprechi vari, alla realtà dei Paesi dove la siccità e lo sfruttamento mettono a rischio la vita di molte persone.

Gli studiosi stimano che, in assenza di soluzioni importanti, la carenza di acque sarà un grave problema per il mondo intero già fra due generazioni. è questo è dovuto principalmente a tre fattori:

  1. l’eccessivo e sconsiderato sfruttamento di questa preziosa risorsa;
  2. l’assenza di una politica comune che miri alla parcellizzazione;
  3. i preoccupanti cambiamenti climatici gobali.

L’acqua e l’UE

Da queste premesse prendono il via i lavori della Commissione Europea che, nel maggio del 2018, ha prodotto una proposta di Regolamento recante prescrizioni minime per il riutilizzo dell’acqua in agricoltura. La proposta ha già passato il vaglio della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo e dell’assemblea in sessione plenaria, ed è attualmente in esame al Consiglio dell’Unione Europea.

Senza analizzare nel dettaglio la proposta, ci limitiamo a menzionarne un estratto:

«Le crescenti pressioni cui sono sottoposte le risorse idriche dell’Unione europea sono all’origine di una graduale scarsità d’acqua e del deterioramento della sua qualità. In particolare, i cambiamenti climatici e le siccità contribuiscono in misura significativa all’esaurimento delle riserve di acqua dolce dovuto all’agricoltura e allo sviluppo urbano.»

Si evince che l’orientamento delle politiche odierne deve salvaguardare il bene-acqua, in tutti i modi possibili. Non bastano più le disposizioni messe in atto alla fine degli anni ’90 ed agli inizi del 2000 (Direttiva 83 del 1998 e Regolamento 178 del 2002). Quelle norme infatti avevano lo scopo di garantire la sola qualità delle acque destinate al consumo umano.

Le possibili soluzioni sull’emergenza idrica: i 9 principi della democrazia dell’acqua

Una risposta è stata data da Vandana Shiva nei primi anni del 2000. L’attivista indiana ha espresso i 9 principi della democrazia dell’acqua, che appaiono ad oggi il miglior punto di partenza per tutelare questo tesoro e che dovrebbero essere tenuti in considerazione nella formulazione di leggi ed in ogni azione:

1. L’acqua è un dono della natura.
2. L’acqua è essenziale alla vita.
3. La vita è interconnessa mediante l’acqua.
4. L’acqua dev’essere gratuita per le esigenze di sostentamento.
5. L’acqua è limitata ed è soggetta a esaurimento.
6. L’acqua dev’essere conservata.
7. L’acqua è un bene comune.
8. Nessuno ha il diritto di distruggerla.
9. L’acqua non è sostituibile.