L’indagine sull’enoturismo presentata oggi a Roma accompagna l’inaugurazione di un osservatorio curato da Movimento Turismo del Vino e CESEO, il Centro Studi Enoturismo e Oleoturismo dell’Università LUMSA. Tra i dati emerge, nel 2024, il 53% delle cantine ha registrato un aumento del fatturato, con una crescita media del 24% derivante dall’attività di ospitalità. Tuttavia, l’81% delle aziende segnala un aumento dei costi
L’enoturismo in Italia si conferma una colonna portante della nostra economia, con un trend di crescita costante che lo rende sempre più strategico per il comparto agroalimentare e turistico.
Con un incremento annuo del 13% a livello globale, rappresenta una leva fondamentale per la valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze. Tuttavia, il settore deve affrontare anche nuove sfide, tra cui l’aumento dei costi e la necessità di una maggiore professionalizzazione nell’accoglienza.
È il risultato della prima indagine “Turismo del vino: tra nuove sfide e opportunità”, presentata oggi a Palazzo Giustiniani, sede della Presidenza del Senato a Roma: un nuovo osservatorio inaugurato proprio in questa occasione dal Movimento Turismo del Vino e il CESEO – Centro Studi Enoturismo e Oleoturismo dell’Università LUMSA.
Tra i relatori dell’evento moderato dal conduttore televisivo Massimiliano Ossini, figure di spicco del panorama accademico e istituzionale: Anna Isabella Squarzina (presidente del Corso di Laurea in Mediazione Linguistica e Culturale – Università LUMSA), Donatella Cinelli Colombini (direttore CESEO), Violante Gardini Cinelli Colombini (presidente del Movimento Turismo del Vino), Antonello Maruotti (professore ordinario di Statistica LUMSA), Francesco Bonini (rettore dell’Università LUMSA) e Dario Stefàno (presidente CESEO).

Vino e turismo: un’analisi approfondita del settore
Lo studio curato dal prof Antonello Maruotti, con la collaborazione di Pierfrancesco Alaimo Di Loro, Martìn Farfan e Federico Marsilii, è stato pensato per fornire analisi e linee guida per il settore su un campione rappresentativo di 237 cantine socie del Movimento Turismo del Vino, la prima realtà ad aderire al Centro Studi con piena condivisione degli obiettivi.
Tra i dati più rilevanti, emerge che il 53% delle cantine ha registrato un aumento del fatturato nel 2024, con una crescita media del 24% derivante dall’attività di ospitalità. Tuttavia, l’81% delle aziende segnala un aumento dei costi, con il 29% che denuncia incrementi tra il 5% e il 10%, e il 16% che supera il 25%.
Il presidente del CESEO, Dario Stefàno, ha definito il Centro Studi un investimento ambizioso e strategico, realizzato con l’Università LUMSA, per supportare un settore in forte crescita come l’enoturismo, sottolineando altresì l’importanza di un’analisi qualificata per guidare lo sviluppo sostenibile del comparto, con strumenti di ricerca e programmi formativi.
Il ruolo delle competenze e della digitalizzazione
Uno degli aspetti più critici emersi è la carenza di personale specializzato nella Wine Hospitality: solo il 38% delle cantine dispone infatti di addetti qualificati, mentre nella maggior parte dei casi l’accoglienza è gestita direttamente dal produttore (63%) o affidata a personale non specificamente formato. Questo limite rappresenta un ostacolo alla crescita del settore, evidenziando l’importanza di percorsi formativi mirati.
Parallelamente, il tema della digitalizzazione assume un ruolo chiave. Sebbene il 97% delle cantine sia attivo su Facebook e il 96% su Instagram, il sito web rimane comunque sottoutilizzato: il 42% registra infatti meno di 1.000 visite al mese e il 15% non monitora regolarmente gli accessi. Inoltre, solo il 20% delle aziende utilizza strumenti di intelligenza artificiale, principalmente per la comunicazione e il marketing.
Ospitalità e nuove tendenze esperienziali
Il turismo del vino sta evolvendo verso esperienze sempre più diversificate e immersive.
Il 65% delle cantine offre infatti fino a quattro diverse attività, mentre il restante 35% amplia l’offerta fino a diciotto esperienze, che spaziano dalle tradizionali degustazioni a cene con il produttore (25%) e corsi di cucina (20%). Cresce anche l’attenzione alla sostenibilità: il 43% delle cantine è certificato BIO e il 38% adotta pratiche di agricoltura sostenibile.
Un altro trend emergente è l’attenzione alle famiglie, con il 38% delle cantine che organizza attività per bambini, incluse aree gioco e visite didattiche. Anche il turismo open air trova sempre più spazio, grazie alla recente partnership tra MTV e Agricamper Italia, volta a incentivare il turismo rurale sostenibile.
«Lo studio rappresenta una fotografia approfondita dell’attività delle cantine del Movimento, realtà sempre più diversificata, dinamica e con lo sguardo orientato alla sostenibilità – ha spiegato Violante Gardini Cinelli Colombini, presidente del Movimento Turismo del Vino – Abbiamo coinvolto fin da subito le nostre aziende perché crediamo fortemente nelle potenzialità del Centro Studi nel condurre ricerche di alto rigore scientifico orientate alla valorizzazione delle peculiarità del settore e, al tempo stesso, all’analisi sistematica delle criticità e delle opportunità. L’indagine permetterà di sviluppare corsi di formazione per le cantine turistiche, supportare i presidenti regionali con dati aggiornati e affidabili sul settore, incentivare i soci MTV a migliorare la propria offerta consolidando il ruolo leader nell’enoturismo italiano»
Per maggiori informazioni: www.movimentoturismovino.it