Corrado Rodio è un esperto di olio di oliva ed appassionato promotore del paesaggio olivicolo monumentale pugliese. Con le sue visite guidate e le degustazioni di olio extravergine di oliva, è diventato ambasciatore nel mondo della bellezza naturale e della qualità del nostro olio.
Corrado Rodio, pugliese ed amante della sua terra, delle tradizioni e delle genuine eccellenze enogastronomiche locali, dedica la sua vita alla valorizzazione, promozione e tutela di questo inestimabile patrimonio.
Proprietario della Masseria Brancati, un’antica azienda agricola nel cuore della piana degli olivi secolari della Marina di Ostuni (BR), con la sua famiglia si occupa di ospitalità, produzione e vendita di olio extravergine di oliva biologico ottenuto seguendo una filosofia di sostenibilità ambientale e favorendo i processi naturali di riciclo dell’energia e della materia.
Inoltre, avvalendosi delle sue competenze e dell’esperienza maturata, organizza visite guidate per far conoscere la straordinaria bellezza e la spettacolarità del paesaggio olivicolo circostante occupato da autentiche opere d’arte naturali e offre degustazioni di olio extravergine di oliva prodotto dai frutti degli ulivi della Masseria.
Siamo molto orgogliosi che abbia deciso di rilasciare questa intervista per La Gazzetta del Gusto in cui ci racconta della sua attività di divulgazione scientifica e di promozione del paesaggio olivicolo monumentale pugliese. Non è frequente incontrare persone che abbiano la competenza di Corrado Rodio e, soprattutto, che siano capaci di trasmettere l’amore per il proprio lavoro suscitando il desiderio di andare a conoscere di persona i posti e gli scenari naturali di cui parla.
La conversazione è stata talmente interessante e ricca di contenuti che abbiamo ottenuto la sua disponibilità anche per un futuro incontro in cui approfondiremo il discorso sulla coltivazione delle olive e sulle caratteristiche dei vari oli.
Buongiorno Corrado e benvenuto. Come è nato il suo impegno di promozione del paesaggio olivicolo monumentale pugliese?
Ho iniziato con visite guidate e degustazioni nell’oliveto monumentale e nei locali storici della nostra Masseria Brancati che ospita anche un antichissimo frantoio ipogeo e, in questa attività, ho collaborato con il Parco Naturale Regionale delle Dune Costiere. Nelle degustazioni didattiche che si svolgono in estate, insegno quali sono gli attributi positivi e negativi degli oli.
Da dove arrivano i visitatori?
Sia dall’Italia che dall’estero. Dopo essere stato contattato da alcune agenzie internazionali che volevano inserire queste visite guidate nei loro pacchetti turistici, abbiamo ospitato molti stranieri tra cui giornalisti che hanno parlato e dato risalto al paesaggio olivicolo pugliese su giornali e televisioni del Giappone, dell’Inghilterra, dell’America, del Sud Corea, dell’Austria. In Italia hanno parlato delle mie visite la RAI e Mediaset nonché televisioni private tra cui Telenorba, Studio Cento e TRC TV.
Tra gli italiani e gli stranieri, chi mostra più interesse nelle visite guidate?
Il percorso della storia della coltivazione dell’olivo e della lavorazione dei suoi frutti è talmente affascinante che coinvolge tutti. Sarei tentato nel rispondere che sono gli americani quelli che più apprezzano e sono quelli che, a fine visita, mi ringraziano per aver custodito e preservato le testimonianze presenti in azienda. Comunque mostrare interesse durante la visita guidata è un discorso di sensibilità e di cultura e questo succede non solo con gli sranieri e gli italiani in generale ma anche con gli stessi pugliesi e con i miei concittadini.
Quali sono le caratteristiche di un ulivo “monumentale”?
Ci sono diversi criteri alternativi perché un olivo possa essere censito come “Monumentale”. Ad esempio sono monumentali gli olivi che, ad un metro e trenta di altezza, hanno un diametro pari o superiore ad un metro oppure, pur avendo un diametro inferiore, presentano un tronco particolarmente contorto o frastagliato. Altre volte rientrano in questa categoria gli olivi che hanno un valore storico-antropologico o quando sono citati o rappresentati in documenti o in rappresentazioni iconico-storiche. Un olivo è altresì monumentale quando si trova adiacente a beni di interesse storico-artistico-archeologico. Un intero oliveto è monumentale quando i soggetti censiti sono pari o superiori al 60% del numero totale degli olivi.
Ci spieghi come si svolge il procedimento amministrativo per effettuare il censimento delle piante classificate come “monumenti naturali”.
La Regione Puglia ha curato questo progetto in seguito alla Legge regionale n. 14 del 2007 per la tutela e la valorizzazione degli olivi secolari di Puglia. Un’agenzia ha provveduto al censimento e alla rilevazione GPS e quindi esiste un vero e proprio registro delle piante monumentali. Finora sono stati censiti poche centinaia di migliaia di esemplari ma si stima che, in Puglia, esistano diversi milioni di “monumenti “ e il territorio dei Comuni di Carovigno, Ostuni, Fasano e Monopoli è il più ricco al mondo di splendidi esemplari. Oggi è possibile anche l’autocensimento in cui gli agricoltori provvedono da sè a censire i loro esemplari ed esiste anche AppOLEA, un’applicazione scaricabile su iOS, Android e Windows Mobile, che serve per il censimento degli ulivi monumentali. Essa consente di visualizzare la mappa della particella con gli esemplari interessati e, in prossimità degli alberi, si può aprire la scheda anagrafica di ciascun esemplare con fotografia, dimensioni e forma del tronco. In base alla citata normativa regionale la mia azienda Antica Masseria Brancati è stata la prima in Puglia a produrre olio extravergine di oliva biologico da olivi monumentali ed è bello pensare che quest’olio è l’unico alimento al mondo che proviene da un monumento.
In cosa consiste la sua collaborazione con il Parco Naturale Regionale delle Dune Costiere e cosa fate praticamente per conservare gli olivi secolari?
La mia azienda è stata insignita del Marchio del Parco delle Dune Costiere per aver prodotto requisiti di sostenibilità aziendale. Questo Ente promuove le aziende meritevoli e le coinvolge in tantissime attività come la cura del territorio, l’agricoltura biologica, i laboratori del gusto, la mobilità in bici, le escursioni e le visite guidate, il recupero dei beni architettonici e di aree degradate, le coltivazioni di specie rare, tra cui alcune diventate presidi slow food. Inoltre dà visibilità, anche mediatica, ad aziende che altrimenti resterebbero in ombra.
Nel 2013 gli uliveti pugliesi sono stati colpiti dalla Xylella, ribattezzata il killer degli ulivi. Ci spiega cos’è, da dove arriva e cosa provoca sulle piante?
Questa malattia è davvero terribile, più di quanto i mass media l’abbiano descritta, perché non c’è solo la morte delle piante. Non esiste nessun servizio giornalistico capace di descrivere quello che un agricoltore può provare per la morte di un oliveto secolare o millenario, magari avuto in eredità da generazioni e che ha contribuito al sostentamento di tante famiglie in questa terra arida e siccitosa. Gli olivi colpiti non hanno possibilità di salvezza e, al momento, non si conosce la cura. Pare che il batterio sia arrivato da piante ornamentali importate dal Costarica e che si sia diffuso qui trovando le condizioni ideali. La sua letalità è dovuta all’azione sinergica di alcuni funghi che prosperano in piante abbandonate a se stesse. Sono poi alcuni insetti a propagare il batterio.
Come si può contrastare questo disastro?
Intanto si può cercare di fare prevenzione con le buone pratiche colturali, smesse da anni in alcune zone a causa dell’abbandono degli oliveti. Gli agricoltori nel Salento hanno abbandonato gli olivi e questo per colpa di importazioni selvagge di oli di pessima qualità e dubbia provenienza, a costi molto bassi che hanno inflazionato il mercato con conseguente calo dei prezzi. In Italia abbiamo i più alti costi di produzione e le vendite all’ingrosso seguono i prezzi di mercato degli altri paesi. La cosa incredibile è che l’Italia è il secondo paese produttore di olio al mondo e, nello stesso tempo, il primo importatore.
Finora cosa è stato fatto per contrastare la Xylella e com’è la situazione attuale?
Per contrastare la Xylella è stato stabilito l’abbattimento degli alberi colpiti e di alcuni esemplari sani per evitare il contagio ad altre piante. E’ previsto anche l’utilizzo di insetticidi e diserbanti per impedire agli insetti, in particolare alla “sputacchina”, di infettare altre piante. Sinceramente penso che basti un solo insetto che sfugga all’assedio per far continuare l’infestazione. Comunque ho solo due speranze, la prima è che i ricercatori trovino al più presto la cura e l’altra che questo fenomeno, così come tante altre malattie del passato, si esaurisca da solo venendo a mancare alcune condizioni.