Un’estate al mare con i “Cannoli Siciliani” di Roberta Corradin

Cannoli Siciliani di Roberta Corradin, recensione del romanzo

Un romanzo autobiografico e goloso dell’autrice veneta per anni anima del ristorante “Il Consiglio di Sicilia” di Donnalucata

È nella bellissima e assolata terra di Sicilia, tra mandorli in fiore e ulivi abbandonati, e poi ancora tra melograni e gelsomini, che ci trasporta il romanzo di Roberta Corradin, “Cannoli Siciliani. Mare, amore e altre cose buone” (Giunti).

In quell’“angolo discreto di paradiso” tra Noto e Avola, là dove «il mare ti lascia guardare lontano; e se guardi lontano, pensi lontano». Ed è proprio qui, all’ombra dei carrubi, tra i tavoli di un ristorante, che sboccia l’amore tra i due protagonisti, una storia che nasce a dispetto delle carte, all’apparenza inconciliabili, distribuite a costoro dalla vita.

Cannoli Siciliani di Roberta Corradini: la trama

Arianna è una donna intelligente e una giornalista affermata, nonché scrittrice e traduttrice, che ben conosce la gente che conta e vive tra New York e Parigi:

«Hai lavorato tanto – dirà di sé – c’è un giornale che non ti è nemmeno particolarmente favorevole e che ha pubblicato un ritratto dei dieci giornalisti enogastronomici più influenti in Italia, e tu ci sei».

Nisso, invece, è un giovane chef che non ha mai lasciato la sua Sicilia e che ha studiato ingegneria senza laurearsi approdando alla cucina quasi per caso:

«la ristorazione all’inizio era solo uno stratagemma dei fine settimana per comprarmi la moto che mi piaceva, e poi mi ha stregato».

Ci vorrà un fatidico 31 dicembre perché Arianna giunga a una decisione importante:

«Ti amo, cara Parigi, perciò ti tradisco. Lo sai come sono, ho una testa da uomo montata sulle sembianze da donna. Non prendertela, però. Non è una cosa personale. Tradisco anche New York. Vi tradisco tutte e due con un fascinoso casolare di cui mi sono invaghita, su un’isola chiamata Sicilia».

Insieme al fascinoso casolare, ben presto scoccherà anche un’altra scintilla, forte e travolgente. Nonostante Nisso abbia poco più di trent’anni e Arianna invece poco più di cinquanta. «Non ce ne siamo accorti – dirà lui – e ci stiamo innamorando».

A leggere bene tra le righe, sarà presto di nuovo la vita, quella con la lettera maiuscola, a rubare la scena ai due personaggi (impegnati ora insieme al ristorante: lo chef in cucina, Arianna in sala che dichiarerà: «La gioia di chi si siede ai nostri tavoli è il mio cibo») divenendo l’indiscussa protagonista della narrazione.

Con le gioie elargite (a partire dal ristorante e dal suo cuoco sempre più affermati) e insieme con un carico importante di sofferenza: dalla crisi economica «che morde come il freddo d’inverno» alla malattia, alla morte di persone care fino agli anni durissimi del Covid.

Vedranno la luce progetti dal sapore sociale che molto devono alla sensibilità dell’autrice: «Selezioniamo e assumiamo solo donne. Sì, discriminiamo, e io aspetto con ansia una denuncia che non arriverà mai. Scegliamo, soprattutto io per la sala, donne che non hanno potuto scegliere», collaboratrici preziose del ristorante che verranno formate al mondo della ristorazione di qualità: «vederle sbocciare, vederle prendere consapevolezza, battere le ali e partire, sarà il mio compenso».

E tra gli insegnamenti che l’autrice condividerà con i lettori – il romanzo nasce dalla vicenda autobiografica della scrittrice, originaria di Marostica (VI) e per anni anima con l’ex marito chef Antonio Cicero del ristorante Il Consiglio di Sicilia a Donnalucata (RG) – Arianna, il suo alter-ego, annoterà:

«Non si può mica dire di no alla vita. Io alla vita, ogni volta che ha bussato, ho sempre detto di sì, le ho aperto la porta e l’ho fatta accomodare, è così che si vive». E ancora: «quando scegli, nella vita, non muori. Ti rinnovi ogni volta. Ogni scelta che fai è un nuovo pezzo di te che germoglia».

Il titolo del libro nasce in omaggio al dolce iconico siciliano, ma anche cavallo di battaglia dello chef.

Scriverà Arianna: «Nisso è un genio assoluto nella preparazione del cannolo, che è davvero sublime. La ricetta della pasta è così segreta che non ce l’ho nemmeno io, e per il ripieno prende solo la ricotta fatta col latte delle mucche munte in un certo orario, lascia passare un numero preciso di ore, e lavora la ricotta in una maniera che le conferisce una leggerezza pannosa, tanto che quasi tutti ci chiedono se per ottenere quella sensazione cremosa e leggera ci mettiamo la panna. Signornò». Chioserà laconico lo chef: «I miei cannoli sono come sono, e vi piacciono come vi piacciono, perché li friggo nella sugna, come da tradizione plurisecolare. La frittura in olio di oliva si può fare, ma li ammoscia».

Cannoli Siciliani. Mare, amore e altre cose buone
Autore: Roberta Corradin
Editore: ‎ ‎ ‎ Giunti
Pagine: 288
Data di uscita: 1 luglio 2023