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Alberto Grandi dedica il suo nuovo libro alla “Storia delle nostre paure alimentari”

Storia delle nostre paure alimentari, libro di Alberto Grandi

Abbiamo letto in anteprima il nuovo saggio del professore associato dell’Università di Parma, in uscita il 9 giugno prossimo. Spesso protagonista di accese discussioni per le sue affermazioni sull’origine recente e non autoctona della cucina italiana, Grandi concentra il nuovo lavoro sulla paura e sull’identità del cibo. Una lettura piacevole, con argomentazioni convincenti fondate su approfondimenti seri ma anche sul buon senso

È uno dei libri più attesi del momento dopo il successo del podcast DOI– Denominazione di Origine Inventata (ispirato dall’omonimo libro) e le polemiche di qualche mese fa, scatenate per aver messo in dubbio l’italica “sovranità alimentare”. Stiamo parlando del nuovo saggio di Alberto Grandi, dal titolo “Storia delle nostre paure alimentari” di Aboca Edizioni che esce il 9 giugno e in cui il professore associato dell’Università di Parma ripercorre, attraverso ricostruzioni storiche e aneddoti curiosi, la genesi dell’alimentazione e di come essa abbia modellato l’identità culturale dell’Occidente.

Storia delle nostre paure alimentari, il nuovo libro di Alberto Grandi

Come I’alimentazione ha modellato l’identità culturale” è il sottotitolo del libro che abbiamo letto in anteprima e che abbiamo trovato piacevole e stimolante per la chiarezza e la varietà degli aspetti affrontati.

Il docente di Storia delle imprese e Storia dell’integrazione europea spiega come l’identità delle comunità umane sia sempre stata influenzata dal cibo e soprattutto dalla paura del cibo. Anzi, nella costruzione delle strutture sociali e culturali, questo aspetto è stato ancora più decisivo dei condizionamenti religiosi e spirituali ai quali peraltro si è sempre accompagnato.

In natura, la paura è funzionale alla preservazione della specie perché attiva meccanismi di difesa che inducono a valutare e prevenire i pericoli. Grandi fa anche notare come, dal punto di vista dell’alimentazione, l’uomo sia sempre stato aiutato prima dai sensi e poi dall’esperienza.

In precedenza le situazioni di incertezza sui cibi erano collegate soprattutto alla mancanza di frigoriferi o di processi di conservazione e pastorizzazione. L’uomo si basava sull’esperienza e sui sensi, confidando anche sul fatto che assumeva cibo coltivato, allevato o trasformato in autonomia. Con l’industrializzazione e lo sviluppo dei centri abitati la situazione è diventata più complessa: l’approvvigionamento esterno del cibo ha fatto in modo che i sensi non fossero più sufficienti a dare la giusta percezione dell’integrità alimentare. Da ciò sono nate diffidenze e credenze, oltre ad una soglia di attenzione più o meno alta per sottrarsi ai potenziali rischi insiti nell’atto del nutrirsi.

La paura del cibo, precisa lo storico, non è legata al livello sociale nè alle disponibilità economiche ma assolutamente esteso a tutta la popolazione.

D’altra parte, l’esigenza di preservare la vita non è solo umana in quanto sembra addirittura che alcuni mammiferi che vivono in gruppo, in particolare i ratti, selezionino tra i loro membri dei veri e propri assaggiatori per verificare se un cibo può essere consumato dal branco oppure no.

Gli argomenti trattati

In “Storia delle nostre paure alimentari” gli argomenti trattati sono moltissimi e tutti di stretta attualità. L’autore ripercorre le tappe di questa storia millenaria attraverso aneddoti e vicende curiose, dalla paura della lebbra suina (una malattia inesistente), a quella del pomodoro velenoso, dagli OGM all’olio di palma fino ad arrivare agli insetti e alla carne sintetica, tenendo insieme scienza, superstizione, politica, economia ed ecologia, perché oggi produrre cibo per otto miliardi di persone non è solo una questione sanitaria, è soprattutto un tema che mette in gioco la salvezza dell’intero pianeta.

Storia delle nostre paure alimentari – Come l’alimentazione ha modellato l’identità culturale
Autori: Alberto Grandi
Editore: ‎ ‎ ‎ Aboca Edizioni
Data di uscita: 9 giugno 2023

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Enzo Radunanza

Giornalista e addetto stampa, mi occupo di enogastronomia dal 2010. Nel 2019 sono stato nominato "Ambasciatore dei vini dell’Emilia Romagna" per la mia costante attività divulgativa. Inoltre, sono copywriter e digital media marketer per varie realtà. Per tutti sono anche "Il Cronista d'assaggio".

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