Vent’anni di Triple “A”. Un libro racconta storia ed evoluzione del movimento di Luca Gargano

Vent'anni di Triple “A”: la storia del movimento in un libro

Il titolare di Velier fonda nel 2003 le Triple “A”, dove le A stanno per “Agricoltori, Artigiani, Artisti”. E per celebrare il ventennio, edita un libro nel quale ripercorre tutte le fasi del movimento

Riannodiamo il filo dei ricordi. Luca Gargano nasce in campagna, vicino a Novi Ligure e da piccino nella fattoria del nonno pigiava l’uva con i piedi. Il trasferimento a Genova non gli toglie l’imprinting. Nel 1983 acquista Velier, presente sul mercato dal 1947, che già importava vini di Bordeaux e della Borgogna.

La storia dell’azienda Velier

Velier è tra le prime aziende a importare e distribuire in Italia i vini del Nuovo Mondo, provenienti da Argentina, Cile, California, Sud Africa, Australia e Nuova Zelanda. L’intento era di diffondere la conoscenza di nuovi territori del vino e la novità fu ben accolta. L’incontro con Serge Hochar di Château Musar in Libano (un uomo che ho avuto modo di conoscere anch’io, gentiluomo sospeso tra cielo e terra) fa riflettere Gargano.

Nel 2001 scrive il decalogo delle Triple “A”. Entra in contatto con Nicolas Joly, scopre di condividere lo stesso approccio per un’agricoltura che rifugge dall’utilizzo di interventi chimici, scegliendo un approccio rispettoso in vigna e in cantina, senza chiarifiche o filtrazioni, utilizzando lieviti autoctoni, con l’intento di far emergere la migliore espressione del terroir di appartenenza.

Inizia a formare il gruppo di scouting, partendo dalla Francia: il fratello Paolo, Fabio Luglio e lui stesso viaggiano alla ricerca dell’incontro con gli “Agricoltori, Artigiani, Artisti”. Ben presto capisce che deve eliminare il lavoro fatto nei dodici-tredici anni prima e ripartire da zero con un nuovo catalogo. Nel 2003 Velier smette di distribuire i vini che vendeva fino ad allora, fatta eccezione per i produttori che rispettano il decalogo Triple “A”. Sono tre: Domaine Huet, Movia e, naturalmente, Château Musar.

Il decalogo delle Triple “A” nasce nel 2001.

L’ingresso degli italiani e dei vini in anfora

In un primo momento i vini dei produttori italiani non sono contemplati nel progetto Triple “A”: distribuirli comportava un passaggio in più, con un conseguente aumento dei prezzi. Nel 2004, complice l’interesse dei produttori stessi, le Triple “A” aprono le porte anche ai vignaioli italiani.

Nel 2006 Luca Gargano decide di fare un viaggio nella culla della vite e del vino: la Georgia. Durante quel viaggio incontra il filologo Soliko Tsaishvili, che insieme ad alcuni suoi amici, si è fatto erede della tradizione vitivinicola georgiana, quella della vinificazione nei kvevri (contenitori in terracotta). Oltre a importare i vini in Italia, Gargano diventa socio di Soliko con la fondazione di Our Wine.

La policoltura nuovo fulcro del dibattito

All’inizio il movimento fu di rottura e rivoluzionario, rigettando i vini omologati senz’anima, ma senza dimenticare che i vini dovevano essere buoni, dissetanti e conviviali. Ora il centro del dibattito si sposta sul ritorno alla policoltura. Per Gargano la monocoltura come modello dominante ha reso evidente la necessità di progettare un nuovo approccio agricolo:

«Oggi per limitare gli effetti del cambiamento climatico, nell’ottica di una concezione dell’azienda agricola come organismo vivente a ciclo chiuso, tornare alla policoltura diventa un gesto all’avanguardia e un’importante assunzione di responsabilità».

Il libro che celebra i vent’anni di Triple “A”

Il libro «Triple “A” vent’anni di Agricoltori Artigiani Artisti» ripercorre la storia dalle origini ad oggi. In oltre trecento pagine vengono raccontati gli antefatti alla nascita delle Triple “A” e lo sviluppo fino ai giorni nostri. Lo spazio più importante è destinato ai protagonisti, “Agricoltori, Artigiani, Artisti”. Dopo le testimonianze dirette dei vignaioli che si raccontano in prima persona, si passa alla narrazione, per opera di penne dal tratto umano, che approfondisce le storie dei vigneron attraverso incontri personali, corredate di fotografie dei volti, dei vigneti e delle cantine.

Foto © Velier

La gran parte dei testi è a firma di Pietro Fasola, poi di Fabio Luglio e Maria Margaux Gargano, con qualche sporadico intervento di Federico Francesco Ferrero, Alberto Farinasso, Matteo Rosa, Margherita Bacci ed Enrico Buondonno. A fine racconto di alcuni vignaioli appare il QR Code per ascoltare il podcast Triple “A”.

Il formato (365x285x30 mm) con copertina rigida su fondo completamente bianco, rende l’idea già dall’esterno di un volume consistente, sostanzialità che si ritrova nelle storie dei vigneron che fanno parte della famiglia “Agricoltori, Artigiani, Artisti”. Leggendole e guardando le foto, parrà proprio di essere lì con loro, a tu per tu.

Chi sono i protagonisti del volume

Il racconto si snoda partendo dai Precursori (Château Musar, Movia, Domaine Huet), passando via via per i Fondatori (Ferme de La Sansonnière, Domaine Bernaudeau, Maison Pierre Overnoy, Domain de L’Ecu, Domaine A. & M. Tissot, Domaine Pierre Morey, Domaine Marcel Lapierre, Domaine de Villeneuve, Domaine Leon Barral, Domain Milan, Château de Roquefort, Château Le Puy, Clos de la Coulée de Serrant, Domaine De Moor, Domaine Christian Binner, Domaine de Beudon, Vina Čotar, Slavček), i Pionieri (Il paradiso di Manfredi, Emidio Pepe, Arianna Occhipinti, Cascina degli Ulivi, Castello di Lispida, Denis Montanar, Calabretta, La Stoppa, Giotto Bini, Bera Vittorio e figli, Fattoria di Bacchereto, Carlo Viglione e figli, Costadilà), Anfore (Our Wine, Iago Bitarishvili, Zurab Topuridze, Nika Bakhia, Gelveri Manufactur, Esencia Rural, Claus Preisinger, I Cacciagalli, La Ricolla, Jordi Llorens), l’Avanguardia (Luigi Tecce, Buondonno, Tenuta Migliavacca, Domaine Ballorin, Domaine Nöella Morantin, Weingut Weninger, Weingut Wimmer-Czerny), Fuoriclasse (Giorgio Clai, Radikon, Altura Vigneto, Weingut Immich-Batterieberg, Foradori, Barbacarlo, Bodega Chakra, Pacina), Nuove leve (Pranzegg, Sergio Arcuri, L’Archetipo, SRC Vini, Possa, La Felce, Calafata, Feudo D’Ugni, Di Giulia, Podere Le Ripi, Musella, Valdisole, Tenuta Fornace, Podere Magia, Cantina Filippi, Maria Ernesta Berucci, Antichi Vigneti Manca, Cantina Carta, Il Pratello, Ser’Enzo), Nouvelle Vague (Tiago Teles, Domaine du Coulet, Charlot Père et fils, Domaine Augustin, La Mision, Milan Nestarec, Domaine Fouassier, Beck-Hartweg, Domaine Sarnin-Berrux, Les Vins Pirouettes, Domaine Riffault, Domaine du Val de Bargis, Beret & Compagnie, Celler Escoda-Sanahuja, Kamara Wines, Herrenhof Lamprecht), Progetti (Ariousios, Frus, Cascina Fontana).

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