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Quali sono i cibi portafortuna di Capodanno? E quali evitare?

Quali sono i cibi portafortuna di Capodanno? E quali evitare

Scaramantici o meno, nel Cenone di San Silvestro non si può prescindere da alcuni prodotti e riti che secondo la tradizione sarebbero propiziatori. Tra quelli che non possono mancare, ve ne riportiamo almeno 10 insieme a quelli da evitare

Quali sono i cibi portafortuna di Capodanno? È uno dei quesiti più popolari dei giorni che precedono il Cenone di San Silvestro, insieme all’elaborazione del menu. Dal momento che il desiderio di tutti è che il nuovo anno riservi belle sorprese, o almeno che sia più sereno di quello che si sta per lasciare, i riti propiziatori diventano importanti anche per i più scettici e meno superstiziosi.

Quali sono i cibi portafortuna di Capodanno: i 10 che non devono mancare

Tutti stilano la propria lista dei cibi portafortuna da mangiare a Capodanno, da quelli più tradizionali alle nuove tendenze che vedono nella salubrità uno degli aspetti più ricercati. Ecco almeno 10 alimenti da condividere in compagnia e anche quelli da evitare.

La melagrana, un delizioso superfood

Nella mitologia il melograno era l’albero sacro alle dee Giunone e Venere e, fin dall’antichità, è simbolo di fertilità, abbondanza e longevità; molte civiltà ne hanno onorato i frutti, attribuendo loro poteri magici.

In effetti, tralasciando la superstizione e affidandoci alla scienza, va rilevato che la melagrana vanta numerosi effetti positivi per la salute e il suo forte potere antiossidante ha fatto sì che essa venisse definita “superfood”. Tra le altre virtù, si annoverano la capacità di ridurre i livelli di colesterolo, limitare i disturbi della menopausa e riequilibrare il sistema ormonale, mantenere le ossa più forti e rinforzare il sistema immunitario grazie alla ricca concentrazione di vitamina C. Avvalorati dagli studi condotti, anche la prevenzione delle malattie cardiovascolari e gli effetti benefici sulla digestione.

Se dovete predisporre i i cibi portafortuna di Capodanno, sappiate che la melagrana non va dimenticata. Arricchite il calice di bollicine con il succo e qualche chicco: il brindisi diventerà più brioso e…salutare.

L’uva, simbolo di ricchezza e prosperità

L’uva ha sempre rappresentato l’allegoria della ricchezza e quindi simboleggia salute, benessere e prosperità. D’altra parte è anche un frutto energizzante, disintossicante, diuretico, lassativo e aiuta in caso di problemi circolatori.

Mitologicamente era il frutto simbolo del dio greco Dionisio, e di Bacco nella mitologia romana, divinità legate alla terra e al ciclo vitale. Nel Medio Evo l’uva era destinata esclusivamente alle tavole dei ricchi poiché costosa e ritenuta un cibo di lusso.

L’usanza di mangiare 12 chicchi d’uva allo scoccare della mezzanotte è una tradizione originaria delle Marche ma anche della Spagna. Secondo la tradizione marchigiana, ogni acino corrisponde a un mese dell’anno, mentre per gli spagnoli ogni acino rappresenta un rintocco delle campane: perché l’espediente funzioni ne va mangiato uno ad ogni rintocco. Quindi non dimenticare di inserire l’uva nella lista della spesa per il cenone del 31 dicembre.

Tra i cibi propiziatori di San Silvestro, i mandarini non possono mancare

Come tutti gli agrumi di forma sferica, i mandarini simboleggiano l’eternità e sono auspicio di lunga vita mentre il loro colore brillante ricorda l’oro e quindi la ricchezza.

Dolci e succosi, contengono nobiletina, una sostanza che aiuta l’organismo ad eliminare l’accumulo di grasso nei tessuti e nel fegato e migliora l’attività dell’insulina. Inoltre l’acido ascorbico contenuto in tutti gli agrumi è fondamentale per la produzione di collagene: migliora l’elasticità della pelle e fa da scudo protettivo contro i raggi UV del sole.

Mandarini e uva, sono considerati propiziatori per il nuovo anno.

Le lenticchie per augurare ricchezza

Conosciute in tutto il mondo, le lenticchie più pregiate sono quelle italiane, in particolare la varietà di Castelluccio di Norcia in Umbria che ha ottenuto il riconoscimento della IGP.

Sulla tavola di Capodanno sono un elemento irrinunciabile come auspicio di fortuna e ricchezza per l’anno che sta per iniziare. Tale usanza deriva dall’antica tradizione romana di regalare una “scarsella” ossia una piccola borsa di pelle per conservare i denari; al suo interno intanto venivano inserite delle lenticchie con l’augurio che si potessero trasformare in monete; non a caso, la loro forma tonda e appiattita ricorda quella delle monete.

Alimento prezioso dal punto di vista nutrizionale, sono ottime sostitute della carne, altamente proteiche e quindi rinforzano i muscoli. Grazie al ferro mogliorano l’anemia, sono ricche di potassio e regolano la pressione, riducono il colesterolo cattivo e i trigliceridi, depurano il fegato e contrastano la stipsi grazie alle fibre.

Il maiale, per progresso e sazietà futura

Come non pensare al cotechino insieme alle lenticchie? In effetti anche il maiale è un ingrediente propiziatorio e che porterebbe guadagni futuri, altrimenti perchè i salvadanai avrebbero la forma di quest’animale rosa?

Del maiale si conosce la sua curiosità, che lo spinge a portare sempre in avanti il naso: ciò simboleggerebbe un’aspirazione al progresso. Se poi pensiamo che, da sempre, i suini hanno costituto una fonte di sostentamento delle famiglie semplici, capiamo perchè la sua carne ancora oggi è di buon auspicio e di sazietà. Ma attenzione: non siamo obbligati a servirlo solo sottoforma di cotechino, andrà bene anche al forno, arrostito o in qualsiasi altra ricetta, basta averlo sulla tavola di fine anno.

Cotechino e lenticchie, un classico della tavola di fine anno.

I fagioli neri: i legumi che simboleggiano abbondanza

Al pari delle lenticchie, anche i fagioli ricordano le monete e simboleggiano abbondanza e ricchezza. Secondo i più tradizionalisti, sulla tavola di San Silvestro andrebbero serviti i fagioli neri: tentar non nuoce, non siete d’accordo?

Il riso: per portare in tavola felicità e fecondità

Il riso ha sempre evocato ricchezza, purezza e abbondanza; ancora oggi viene usato come augurio di felicità e fecondità. La sua simbologia deriva dalla capacità dei chicchi di raddoppiare di volume dopo la cottura.

È il cereale principale da assumere in caso di insufficienza renale poiché è povero di proteine e di sodio, favorisce l’eliminazione dell’urea, depura e rigenera l’apparato digerente e aiuta il mantenimento del peso. Essendo privo di glutine è uno degli alimenti principe nella dieta dei celiaci.

Piccante e salutare, il peperoncino esiste in tutto il mondo e le 200 varietà conosciute differiscono per forma, colore e sapore. Ne basta un pizzico per dare forza e vitalità a tutti i piatti ed è ricco di virtù terapeutiche.

Nella scaramanzia, soprattutto partenopea, i peperoncini sono fondamentali per scacciare la cattiva sorte e i loro semi piccanti allontanerebbero le malelingue e il malocchio. Quale posto migliore, allora, se non la tavola di Capodanno insieme agli altri alimenti ben auguranti?

Proprio ai semi interni, inoltre,  sono state riconosciute molte virtù terapeutiche: stimolano la circolazione sanguigna e tengono a bada pressione e colesterolo. Accelerano il metabolismo e facilitano la digestione, sono antinfiammatori e analgesici, inducono il cervello a produrre endorfine influenzando positivamente l’umore.

Importato da Cristoforo Colombo dalle Americhe in tutta l’area mediterranea, e da qui nel resto del mondo, il peperoncino si rivela prezioso in molti piatti, dai classici spaghetti aglio olio e peperoncino di tradizione romano-napoletana al caciucco livornese, dalle orecchiette con le cime di rapa al gulasch di Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.

La frutta secca: ecco quale mangiare a Capodanno

Già per gli antichi Romani, la frutta secca non poteva mancare sulla tavola di feste e matrimoni perchè ritenevano che portasse fortuna. In effetti, si tratta di un alimento nutriente e poco costoso e in Francia c’è l’abitudine di mangiare ben 13 tipi di frutta secca. In Italia ne sono sufficienti 7 a Capodanno: noci, nocciole, arachidi, uvetta, mandorle, fichi e datteri.  

La pasta di mandorle tra i cibi portafortuna di Capodanno

Un altro alimento che simboleggia la ricchezza è la pasta di mandorle, il cui nome deriva dall’arabo “mauthaban” che significa “moneta”. Se la Sicilia è la regione maggiormente legata a questa preparazione dolce, il marzapane è presente anche nella cultura gastronomica dell’Alto Adige, dell’Austria e di alcune zone della Svizzera dove i maialini di marzapane simboleggiano forza e prosperità.

Alimenti da evitare per allontanare la sfortuna

Se vi abbiamo elencato cosa mangiare a Capodanno per avere fortuna, ecco una serie di cibi da evitare: prendete nota se siete superstiziosi. In tavola non andrebbero portati granchi, aragoste e gamberi: camminando all’indietro sono simbolo di arresto. Sconsigliati anche i piccioni, le anatre, i fagiani e i volatili in genere: con loro la fortuna potrebbe volar via!

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