Il progetto “Maestro Piadinaro” è il risultato della collaborazione fra Riccione Piadina e Istituto Alberghiero Savioli per formare degli esperti nella conoscenza e preparazione della famosa specialità romagnola

La celebre specialità romagnola da oggi avrà dei professionisti titolati. Il progetto “Maestro Piadinaro”, in collaborazione fra Riccione Piadina e l’Istituto Alberghiero Savioli di Riccione, è nato dalla volontà di valorizzare l’arte bianca e in particolare di elevare la piadina da piatto regionale di accompagnamento a piatto nazionale, protagonista della tavola.
Come si diventa Maestro Piadinaro
Il progetto è stato inaugurato nell’anno scolastico 2021/2022 e prevede lezioni pratiche e teoriche, svolte da docenti e da personale esterno di Riccione Piadina.
Sarà un vero e proprio percorso professionale dedicato al mondo della piadina, il quale darà agli studenti l’opportunità di imparare un mestiere nuovo e di proporsi su un mercato in crescita.
Il programma parte dalla teoria
Nelle classi seconde si partirà dalla teoria, studiando:
- La storia della piadina
- Lo studio delle materie prime e relative caratteristiche
- La trasformazione
- I vari metodi di cottura
- I metodi di farcitura.
Il corso Maestro Piadinaro nelle terze classi
Nelle classi terze, il progetto riguarderà solo gli indirizzi di cucina e pasticceria e si raggiungeranno competenze di livello superiore in merito alla preparazione e al servizio del prodotto finito, con parte delle ore dedicate alla pratica.
La collaborazione prevede anche un’attenzione particolare agli alunni con disabilità, che sono già coinvolti
dallo scorso anno nel progetto “La piadina diversamente buona”.

Le origini della piadina
La piadina ha origini antichissime e, nel corso dei secoli, si è fortemente identificata con il territorio della Romagna. Il disciplinare racconta che a definirla Piada fu il poeta accademico Giovanni Pascoli in un poemetto del 1909 edito da Zanichelli. Il poeta tesse le lodi della piadina, paragonandola alla luna e aggiunge:
«…il pane del passaggio tu sei, che s’accompagna all’erbe agresti; il pane, che, verrà tempo e nel raggio del cielo, sulla terra alma, gli umani lavoreranno nel calendimaggio».
E ancora, nel 1918, Alfredo Panzini nel suo Dizionario Moderno alla voce Piada scrive: “Specie di pane azzimo in forma schiacciata o spianata sottile, cotta sul testo”.
Differenze tra Piadina Romagnola e Piadina Romagnola alla riminese
Sempre secondo il disciplinare, la Piadina Romagnola o Piada Romagnola ha come variante la Piadina Romagnola alla riminese.
La Piadina Romagnola si presenta con alcune tipiche caratterizzazioni: macchie ambrate di cottura di piccole dimensioni sulla superficie con una distribuzione omogenea, compatta, rigida e friabile, dal diametro da 15 a 25 centimetri spessore da 4 a 8 millimetri.
La Piadina Romagnola alla riminese è più sottile e si differenzia perchè presenta vesciche di cottura di grandi dimensioni sulla superficie, con una distribuzione non omogenea, morbida e flessibile, dal diametro da 23 a 30 centimetri spessore fino a 3 millimetri.

La Piadina oggi
Oggi la piadina è un piatto molto amato, versatile e utilizzato in svariati modi. Non rappresenta più un surrogato del pane bensì ne costituisce un’alternativa che possiamo trovare in un aperitivo o in una cena golosa, farcito in moltissime possibilità.
Negli anni ha cambiato “abito” e non è raro degustare la piadina gialla (con la zucca), rossa (con la rapa), viola (con il vino) e non mancano le classiche “macchiette ambrate” dovute alla tipica cottura sul testo romagnolo.
Il compito dei futuri “Maestri Piadinari” sarà quello di promuovere e diffondere la cultura della piadina, valorizzando un’eccellenza che per le sue caratteristiche si qualifica come simbolo dello street food Made in Italy.
Creare, inoltre, dei professionisti del settore, significa anche insegnare loro uno stile di vita, dove l’arte dell’accoglienza e del sorriso vengono perfettamente identificati da un prodotto versatile e geniale come la piadina.
Per informazioni: www.maestropiadinaro.it.
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