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Il Carnevale in Italia e nel mondo: eccone 16, tra i più belli e i più golosi

Carnevale in Italia e nel mondo: i più belli e che si mangia

Il Carnevale si festeggia in tutto il mondo e si è trasformato, sempre di più, in occasione di festa, spettacolo e satira sociale. Partite con noi in un tour internazionale tra cerimonie, carri allegorici, riti, tradizioni e specialità gastronomiche

© Articolo in collaborazione con Franco Mioni

Le origini del Carnevale risalgono all’antica Roma e sono collegate ai Saturnali, riti propiziatori in onore del Dio Saturno che sancivano il passaggio dall’inverno alla stagione primaverile. Nel periodo in cui la natura si risveglia e torna ad essere fertile, infatti, si svolgevano danze, canti e scherzi, indossando delle maschere per difendersi dalle entità diaboliche ostili. Ciò aveva come conseguenza anche l’annullamento delle differenze di classe, nel comune intento che Saturno regalasse raccolti più abbondanti per l’anno agricolo che stava per iniziare.

Il termine “carnevale” deriva dal latino “carnem levare” ossia “eliminare la carne”, in quanto nell’epoca Cristiana Il Carnevale era il sontuoso banchetto del Martedì grasso (ultimo giorno di Carnevale), prima che iniziasse il periodo di astinenza prescritto dalla Quaresima, che a sua volta precedeva la Pasqua.

Nel Medioevo, la Chiesa pose un limite a festeggiamenti troppo goderecci, sostituendoli con spettacoli di attori in maschera. In Italia, la tradizione di mascherarsi risale al Carnevale di Venezia nel XV secolo e per secoli è stata un’ispirazione per il teatro greco e la commedia dell’arte.

Carnevale e rito del maiale: un collegamento importante

La ricorrenza coincide anche con il periodo in cui si celebrano i riti e le tradizioni legati alla lavorazione del maiale, preziosissima fonte di nutrimento dai secoli più antichi. “Del maiale non si butta via niente” si dice e, in effetti, oltre alla carne si son sempre usate persino le cotenne e le ossa per manufatti domestici e soprattutto il grasso per lenire il dolore e riscaldare i corpi malati. In virtù della grande utilità per le categorie più bisognose, fu proprio la Chiesa a chiudere un occhio su qualche deroga a digiuni e diete quaresimali.

Carnevale in Italia e nel mondo: cosa si mangia

Oggi il Carnevale in Italia e nel mondo ha assunto più i toni del divertimento, dello spettacolo e della satira sociale. In questa atmosfera di festa in cui ci si lascia andare, anche la gastronomia contribuisce ad appagare i festaioli. Tutti conosciamo i tipici dolci carnevaleschi, dalle chiacchiere alle castagnole, dalla crema fritta alle ciambelle ma ci sono anche ricette salate sia in Italia che nel resto del mondo.

Di seguito vi daremo qualche informazione tanto sui Carnevali più famosi, come Venezia, Viareggio, Nizza o Rio de Janeiro quanto su celebrazioni meno popolari ma altrettanto interessanti e scenografiche. Spesso sono legate ad eventi storici, a leggende e alla più genuina vita locale.

Carnevale di Venezia

Celebre nel mondo è il fascino misterioso delle maschere che fluttuano per le calli di Venezia, insieme ad abiti che rievocano l’antica opulenza della Serenissima. Durante il Carnevale a Venezia, la tavola unisce alle tipicità della cucina regionale anche diversi dolci come le fritole (palline fritte o al forno, insaporite con crema, zabaione o uvetta), la crema fritta e i galani, il cui nome proviene dalla forma simile ai nastri o “galan” che le donne mettono intorno al collo.

Le fritole.

Carnevale in Emilia: Cento e San Giovanni in Persiceto

Tra le località emiliane più famose per i festeggiamenti del Carnevale ci sono San Giovanni in Persiceto e Pieve di Cento, nel bolognese, e Cento, in provincia di Ferrara. Anche se la festa esplode nel periodo tra il Giovedì e il Martedì Grasso, in realtà c’è una lunga e attenta preparazione dei carri che occupa il resto dell’anno. Nelle strade dei paesi, sfilano imponenti scenografie trainate da trattori, con un signifiato allegorico e spesso legato all’attualità.

Tra una sfilata e l’altra, si mangiano le sfrappole o frappe (qui la ricetta) ma anche i tortelli dolci, le castagnole (piccole palline golose fritte nell’olio e farcite con panna o crema), le tagliatelle fritte e le raviole con la mostarda. Ovviamente, da non dimenticare i salumi “della bassa”, da abbinare al Lambrusco e ai vini dei Colli bolognesi.

Le sfrappole emiliane.

Carnevale di Viareggio

Come non citare lo storico Carnevale di Viareggio? La perla della Versilia esprime tutta l’abilità degli artigiani locali nella costruzione degli spettacolari carri allegorici in cartapesta, un elemento distintivo delle celebrazioni toscane. I lunghi viali che fiancheggiano il mare, nei giorni di festa, brulicano di persone che seguono il corteo e festeggiano in allegria ma il Carnevale si vive anche nelle stradine più interne con feste rionali, veglioni e celebrazioni in maschera.

Se vi trovate in zona fate una tappa al Museo del Carnevale, che ricostruisce la storia dell’evento con immagini e opere varie, ma passate anche in una delle tante pasticcerie per degustare i cenci, le castagnole e le frittelle di riso.

Carnevale di Viareggio.

Carnevale di Fano

Spostandosi sull’Adriatico, precisamente a Fano (PU), si celebra un Carnevale risalente al 1347. Anche nella cittadina marchigiana non mancano le sfilate di carri allegorici ma solo qui avviene il getto di dolciumi sulla folla e, dal 1923, viene suonata la musica arabita (cioè arrabbiata): una melodia proposta da una banda che suona strumenti tradizionali come la fisarmonica ma anche campanacci, barattoli di latta, caffettiere, brocche, bottiglie e tanto altro. Una figura del Carnevale fanese è il Pupo, portato in processione e festeggiato con canti e balli.

Cresciole e castagnole si confermano, anche a Fano, i dolci tipici del Carnevale. Le prime sono quelle che altrove si chiamano “chiacchiere” locali: hanno una forma rotonda e sono fragranti, con le caratteristiche bolle dovute alla frittura. Le castagnole, invece, possono essere allungate e ripiene di crema, oppure palline vuote o farcite.

Carnevale di Fano.

Carnevale di Ivrea

Risaliamo all’estremo nord d’Italia, ad Ivrea, dove il Carnevale è caratterizzato da un’epica “battaglia delle arance” con personaggi in stupendi costumi dell’epoca feudale. Anche la preparazione delle specialità gastronomiche conferma lo spirito di socialità del Carnevale e le persone si riuniscono per cucinare insieme in un clima di allegra goliardia.

Carnevale di Ivrea.

Tipiche dei Ivrea sono le “fagiolate” durante le quali vengono serviti i faseuj grass, un piatto medievale a base di fagioli, ritagli di carne e cotenna di maiale con qualche osso (qui la ricetta). Altra specialità carnevalesca locale è rappresentata da Polenta e Merluzzo. Tra i dolci, invece, anche qui si preparano le chiacchiere, le castagnole (quelle con ripieno di uvetta su chiamano friciò) e le frittelle, insieme ai canestrelli e agli altri biscotti tradizionali del Canavese e della Val di Susa.

Carnevale in Tirolo

Appena al di là delle Alpi, nelle splendide vallate dei Grigioni e del Tirolo, il Carnevale abbraccia tradizioni e antiche leggende che mescolano la religione a gnomi e folletti. Grandi e piccini indossano maschere demoniache e vanno di casa in casa a portare fortuna e prosperità. A tavola ci si appaga con i famosi krapfen e con i crostoli o chiacchiere.

Carnevale di Putignano

Ci spostiamo in Puglia, nelle Murge. Quello di Putignano non è solo uno dei Carnevali più antichi e famosi ma anche quello di maggiore durata, con suggestioni medievali che fanno da sfondo alle feste e ai balli. Tra i riti del periodo che va da Santo Stefano al Martedì Grasso, ci sono l’Estrema unzione, un corteo mascherato con paramenti sacerdotali e vestiti clericali, e i 365 rintocchi della Campana dei Maccheroni, che sancisce la fine dei festeggiamenti e l’inizio della Quaresima.

Carnevale di Putignano.

Siamo in Sud-Italia e la generosità gastronomica si conferma anche in questa circostanza. Durante il Carnevale, infatti, è un tripudio di “Recchietelle alle cime di rapa” (le orecchiette), minestra di fave e cicorie, braciole di agnello o di asino, polpette di pane e la tipica farinella, antica pietanza con orzo e ceci che vengono tostati e macinati per diventare una farina integrale con l’aggiunta di un po’ di sale.

Carnevale di Oristano

Meno nota ma ugualmente imperdibile è la colorita partecipazione che caratterizza le giostre equestri della “Sartilia” di Oristano, località attigua alle straordinarie oasi naturalistiche e alle preziose zone archeologiche della Sardegna centro-occidentale.

La Sartilia o Sartiglia si svolge l’ultima domenica e l’ultimo martedì di Carnevale. Ha origini medievali e riunisce secoli di religione, folclore, tradizione e simbologie all’insegna della prosperità e della buona sorte. E il cibo? I dolci del Carnevale oristanese non sono tanto diversi da quelli del resto d’Italia, dalle zippole ai frati fritti, dalle chiacchiere ai ravioli dolci, il tutto da abbinare alla vernaccia prodotta dalle cantine locali.

I ravioli dolci.

Carnevale di Acireale

Ad Acireale (CT), tra scenari di paesaggi etnei e scogliere vulcaniche, il Carnevale più famoso della Sicilia vive del meraviglioso connubio tra sole, mare, agrumi ed autentico folklore. I festeggiamenti non trascurano i piaceri della gola, con ricette come le crispelle c’anciov (fritelle con ricotta fresca e acciughe), la pignolata (piccole porzioni di pasta fritta ricoperte di miele e servite su foglie di limone), le sfingi (palline fritte ripiene o semplici, ricoperte di zucchero o di miele), le chiacchiere e i biscotti rametti a base di miele.

Crispelle siciliane.

Carnevale di Ravanusa

Inserito dal Ministero della Cultura tra i 52 Carnevali Storici d’Italia, il Carnevale di Ravanusa (AG) è uno dei più belli dell’Isola, grazie ai carri allegorici e ai gruppi in maschera, e coinvolge anche i bambini con apposite attrazioni. Nel 2024, in corrispondenza dell’evento, si svolgerà anche la prima edizione de “La sagra della raviola di ricotta e di lu totomé“, dolci tipici della tradizione culinaria contadina ravanusana.

Carnevale di Monaco di Baviera e Colonia

A Monaco di Baviera, incorniciata dalle Alpi, ed a Colonia, nella Valle del Reno, il Carnevale si svolge in una cornice tipicamente invernale dove le luci e i colori dei carri e degli addobbi risaltano sul candore della neve. Tra i dolci tipici ci sono i krapfen, ripieni con confetture varie e cosparsi con zucchero a velo. Da provare anche il “Westfaler raücher schinken”, un prosciutto affumicato con salsa di mirtilli da abbinare ad un Riesling renano.

Carnevale di Nizza

A Nizza, nel dolce tepore della Costa Azzurra, tutti i carri sfavillanti e il maestoso contorno sono a base dei fiori profumatissimi e coloratissimi della Riviera, a milioni. Tipiche del Carnevale nizzardo sono le bugnes o ganses (trecce), dolci simili alle nostre chiacchiere, che si trovano nelle pasticcerie e boulangerie. Non mancano, tra le altre cose, la socca di Nizza, ossia la farinata di ceci di tradizione francese, e la Zuppa di pesce (Soupe de poisson) da abbinare ad un profumato bicchiere di Côtes de Provence rosè.

Carnevale di Londra

Un Carnevale atipico si celebra a Londra, nel rinomato quartiere di Notting Hill. Questa grande festa in strada è nata verso la fine degli anni Sessanta quando la comunità caraibica decise di celebrare la propria cultura e le proprie tradizioni. La festa si svolge l’ultima domenica di agosto con circa un milione di persone che si raduna per due giorni nelle strade del quartiere per ballare e assaggiare il cibo tipico della tradizione caraibica.

Carnevale di Tenerife

Il nostro viaggio tra il Carnevale in Italia e nel mondo si sposta sull’Oceano Atlantico: siamo a Tenerife, nelle Canarie, antico punto di passaggio delle tradizioni africane verso il Sud America. Qui troviamo il Carnevale più simile a quello brasiliano: clima e ambiente tropicale con luci, canti, suoni e percussioni fino all’esasperazione, evocano i drammatici percorsi dei traffici degli schiavi. Tra un ballo e l’altro, non manca un bicchiere di Sangria o di Sherry, insieme alle Tenerife tapas y copas, variatissimi bocconcini di pesce, crostacei, salumi, formaggi e verdure in salsa.

Carnevale di Tenerife.

Carnevale di New Orleans

Il Carnevale non è una festività particolarmente sentita negli Stati Uniti. Fa eccezione soltanto il Mardi Gras a New Orleans la capitale della Louisiana. L’apice è proprio alla mezzanotte del Martedì Grasso, il giorno prima del Mercoledì delle Ceneri: oltre 750 mila persone si riversano per le strade della città, mascherate appositamente e vestite di viola (simbolo di giustizia), oro (simbolo di potere) e verde (simbolo di fede).

Carnevale di New Orleans.

Carnevale in Brasile

Assolutamente indescrivibile è ciò che milioni e milioni di esseri umani vivono in questo periodo nelle più importanti zone urbane del Brasile e soprattutto a Rio De Janeiro, capitale mondiale del Carnevale, della gioia di vivere, del ritmo e del caffè. La più sfrenata allegria al suono del “Samba” evoca da sempre sensualità, amore e morte…, Sono i grandi, profondi temi delle feste irridenti e contro ogni norma, legge o potere che, dai baccanali Romani alle feste settecentesche di mezza Quaresima, scandiscono la nostra vita.

Carnevale di Rio De Janeiro.

Dopo le sfilate e i vari eventi, la convivialità carioca si trasferisce a tavola con l’immancabile e corroborante feijoada, lo stufato di fagioli neri, carne di maiale e di mucca con l’aggiunta di spezie e riso bianco, insalata e fette di arancia.

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Enzo Radunanza

Giornalista e addetto stampa, mi occupo di enogastronomia dal 2010. Nel 2019 sono stato nominato "Ambasciatore dei vini dell’Emilia Romagna" per la mia costante attività divulgativa. Inoltre, sono copywriter e digital media marketer per varie realtà. Per tutti sono anche "Il Cronista d'assaggio".

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