Parigi: incanto, romanticismo e alta cucina

La capitale francese è una destinazione che non lascia mai indifferenti per l’arte, l’eleganza, il romanticismo e anche per la gastronomia. Una breve guida della cucina di Parigi per ricordarsi dei piatti da non perdere durante la visita.

Parigi città dell’amore, della moda, dell’arte, delle luci e dell’alta cucina, considerata una delle migliori al mondo. Immaginiamo una passeggiata sui meravigliosi Champs-Elysèes dove si possono ammirare giardini rigogliosi dove hanno sede, tra l’altro, i quattro famosi ristoranti Ledoyen, Laurent, Gabriel e Elysées-Lenôtre, due teatri e l’Espace Cardin, un padiglione dedicato alla ristorazione.

Per i parigini il buon cibo è qualcosa di insostituibile nella quotidianità ed infatti i piaceri della tavola si uniscono alle relazioni sociali. Questa città è la patria dei cafè letterari, luoghi dove scrittori ed artisti, da Victor Hugo a Henri de Toulouse-Loutrec, erano soliti ritrovarsi con gli amici, scrivere, mangiare e pensare.

La cuisine française è ricercata e particolare, con ottimi piatti tipici che, per essere apprezzati, meritano di essere conosciuti e degustati lasciandosi coinvolgere da una gastronomia molto differente da quella italiana. Non troveremo, infatti, i nostri primi piatti. La pasta e il riso sono più usati come contorno, il burro domina sull’olio di oliva e le pietanze sono arricchite dalle tipiche salse parigine, declinate in tanti modi.

Colazione a Parigi, la petit déjeuner

Provando ad elaborare una piccola guida gastronomica della tavola francese, partiamo dalla ricchezza della colazione, la petit déjeuner, da degustare nelle numerose patisserie parigine. Fermiamoci a provare i tipici croissant burro e marmellata, o i pains au chocolat, soffici saccottini di pasta sfoglia ripieni di cioccolato, il tutto accompagnato da succhi di frutta e caffè.

Il pranzo déjeuner

Il pranzo, il déjeuner, si divide in tre portate:

  1. gli antipasti (hors-d’oeuvres o entrée), che consistono in salumi (jambon de Paris , Jambon cru, saucisson salame) e paté da spalmare sulle baguette, il tipico pane dalla forma allungata e la crosta croccante. In alternativa ci sono insalate (salades), sottaceti (assiette de crudités), passato di verdure (potage), minestra (soupe), brodo concentrato (consommé);
  2. i secondo (plat), la portata principale solitamente di carne o pesce;
  3. infine il dessert, accompagnato dai formaggi.

Tra i plat principali della cucina di Parigi troviamo, ad esempio l’omelette, una frittata di uova farcita con vari ingredienti, le escargot, il famoso piatto a base di lumache condite con burro e prezzemolo, la quiche, una torta salata a base di uova, pancetta e verdure, oppure la ratatouille, la tradizionale stufata di verdure. Non mancano anche le carni (viandes), i pesci (poissons) e le patate (pommes de terre) preparate fritte (frites), bollite (à l’anglais) oppure a crocchette (Dauphine).

Il dessert

Il dessert francese è molto diverso da quello nostrano ed è un misto di dolce-salato mentre la frutta fresca viene servita di rado. Tra i classici dolci o pasticcini segnaliamo i macaron, piccole meringhe rotonde color pastello a base di pasta di mandorle. I parigini amano mangiarli accompagnati da un buon tè, come accade da Ladurèe, la più famosa azienda produttrice di questi dolcetti fondata nel 1962.

Sempre presenti anche i taglieri di formaggi (fromages), considerati veri e propri dessert di fine pasto. Tra i più comuni ritroviamo il Beaufort, un formaggio fatto di latte di vacca a lunga stagionatura, il Brie, anch’esso formaggio vaccino ma con una consistenza molle, oppure il Roquefort, uno stagionato di latte di pecora caratterizzato dall’erborinatura, una lavorazione che sviluppa le muffe.

Consigli per l’aperitivo

A Parigi, di sera, i ristoranti non aprono mai prima delle ore 20 ma, a precedere i pasti serali, c’è l’aperitivo, o apéritif, a base di amuse-guele, degli stuzzichini monoporzione semplici e sfiziosi, accompagnati dalle bollicine dello champagne, lo spumante francese nato nella regione nord-est della Francia, forse creato dall’abate benedettino Dom Pierre Pérignon, dal quale prende nome la famosa variante della bevanda.

Giunta l’ora di cena, la dîner, sorseggiando un buon bicchiere di vin brulè (vino caldo), tra le rues di Parigi si può scegliere tra tre tipologie di locali:

  1. i ristoranti, con ampi menù alla carta,
  2. le brasserie, birrerie nate nel XX secolo con menù tipici che sono l’equivalente delle osterie romane
  3. i bistrot, più piccoli e con menù limitati ma ben curati.

Infine dei piccoli accorgimenti prima di sedersi a tavola. Lasciate che sia il cameriere a portarvi al vostro posto e, se il servizio è stato di vostro gradimento, non dimenticate la mancia, solitamente il 5-10% del conto. Bon appétit!