Trentino-Alto Adige Vino

Cantina Bolzano: vini d’altura e di piacere

Dalle Alpi, sorsi che parlano di storia, territorio e scommessa. Dai bianchi ai rossi, un abbraccio enoico corale in cui domina il rispetto e la simbiosi tra uomo e ciclo naturale della vite

Cantina Bolzano: la recensione di 5 etichette di Keller Bozen
Le etichette di Cantina Bolzano (Foto © La Gazzetta del Gusto).

La chiamano viticoltura eroica. E non potrebbe essere altrimenti visto il tessuto morfologico nel quale insiste e si sviluppa, dal fondovalle fino a oltre i 1.000 metri, con pendenze che superano il 70%. Se non si è eroi qui non sapremmo dove…

Cantina produttori dell’Alto Adige

Siamo a Bolzano, realtà vitivinicola da anni al centro dell’attenzione per la qualità indiscussa della produzione che si materializza nel territorio delle Alpi Orientali. Ma è anche una viticoltura famigliare. Qui in quella che è la porta naturale dell’Alto Adige verso le Dolomiti, crocevia idrografico dell’Adice, Isarco e Talvera, circa 200 conferitori s’incontrano in un variegato racconto enologico di altissima qualità. Vite e vigne si uniscono in una narrazione complessa in cui c’è tutta la storia di persone che da decenni inseguono lo stesso obiettivo: esprimere al meglio un territorio vitivinicolo che unisce un carattere spiccatamente alpino ad influenze mediterranee.

È il carattere di un vino che sembra scendere dalle montagne, quello di Cantina Bolzano (Keller Bozen), la vendemmia si fa anche sotto la prima neve. Una storicità che viene resa contemporanea grazie alla firma enologica di Stefan Filippi riassumibile nella filosofia del “poco ma buono”.

Nella forbice 200-350 m. s.l.m., sono 84 i viticoltori che crescono la quasi totalità delle varietà a bacca rossa. Tra 350 e 600 m. s.l.m. circa 90 producono le varietà Schiava, Sauvignon, Chardonnay, Gewürztraminer, Pinot Grigio, Pinot Nero, Pinot Bianco, Kerner, Moscato Giallo, Moscato Rosa, mentre nella fascia tra 600 a 1000 metri , una sessantina di conferitori si prendono cura dei vigneti coltivati a Pinot Bianco, Gewürztraminer, Müller Thurgau, Silvnaer, Riesling e Pinot Grigio. 

Cantina Bolzano: la recensione di 5 etichette di Keller Bozen
L’esterno della cantina (Foto © www.kellereibozen.com).

La nostra piccola degustazione di Cantina Bolzano

Alto Adige Doc Lagrein Riserva «Perl» 

Vino ottenuto da uno dei vitigni rossi più identitari e autctoni dell’Alto Adige. Viti vecchissime, si parla di 80 anni, escursioni importanti, siamo a oltre 250 metri sul livello del mare, terreni alluvionali sabbiosi e sciolti, caratterizzano questo vino dal colore intenso e dalla spiccata personalità di frutto e spennellata balsamica. È un vino di struttura ma snello al sorso, in cui il bouquet evidenzia tanto frutto rosso di sottobosco, ciliegia con terziari mai invadenti. Il tutto reso piacevolissimo al sorso grazie agli educati tannini. Ottimo per secondi alla griglia e formaggi stagionati. (90/100)

Alto Adige Doc Pinot Noir

È il gioiello enologico di Cantina Bolzano che abbiamo avuto la fortuna di assaggiare. Un Pinot Noir di estrema eleganza e sensualità di beva. Velluto rosso e tripudio di frutto corposo. Un vino che si mastica, nel senso nobile del termine, grazie a una struttura rotondeggiante ma sempre snella. Balsamicità in filigrana in cui i tannini si espandono delicatamente senza imprimere tensione. Caldo, avvolgente e pungente al contempo rimane per noi un must identitario. (95/100)

Alto Adige Doc Greiser Lagrein Riserva «Prestige»

Altra variazione sul tema Lagrein in cui vengono utilizzate soltanto le uve selezionate provenienti dai migliori vigneti, dove le rese sono basse per mantenere elevata la qualità. Catturano immediatamente il suo rosso rubino intenso con riflessi violacei e le sue sensazioni di frutta rossa matura e spezie gentili per arrivare a sorsi che sono morbidi, pieni, capaci di amplificare quella “macedonia” di frutta matura rossa, resa armoniosa da tannini morbidi ed eleganti. (92/100)

Prestige di Cantina Bolzano: la recensione
Prestige di Cantina Bolzano: Alto Adige Doc Greiser Lagrein Riserva (Foto © Riccardo Isola).

Alto Adige Doc Sauvignon Riserva «Greel»

Tutto nasce sui pendii scoscesi porfirici del Renon. Oltre i 500 metri sul livello del mare.  Questo Sauvignon testimonia un’antica vocazione e rispetto per il vitigno che queste terre e queste genti hanno e continuano ad avere. È un’interpretazione “classicheggiante” con potenti note floreali e di erbe aromatiche che si alternano a succose sensazioni di frutta tra cui la piccata uva spina. Un vino del luogo che sa parlare bene la lingua enoica delle Alpi. (89/100)

Alto Adige Doc Merlot Riserva «Siebeneich»

È una, anzi il, concentrato di frutta rossa, erbe aromatiche ed echi di terra. È suadenza liquida e vigore armonico e caldo. Un vino che si lascia accarezzare e accarezza il palato con la sua gentilezza “aromatica” di elegante sinuosità. Se il Pinot Noir Riserva è una cavalcata di espressività enoica, questa interpretazione del Merlot assomiglia a un notturno  in cui il pathos romantico tocca e fa vibrare le corde più alte dell’emotività. Sorsi resi ancora più eleganti da tannini delicati. (91/100)

Alto Adige Doc Gewürztraminer «Kleinstein»

Questo Gewürztraminer Kleinstein è una interpretazione veramente autentica di uno dei vini più caratteristici del territorio. C’è struttura e complessità che sa andare in perfetta armonia con piatti e cucine molto complessi, tra cui la mitteleruopea e quella asiatica. Imponente il suo giallo paglierino  quasi dorato che spirgiona florealità intensa di rosa e fiori gialli, potenza che si riverbera in fruttosità esotica, litchi e agrume. In bocca è un’esplosione di armoniosa ed esorbitante fruttosità. Presente quel in retrogusto leggermente dolce. (90/100)

Cantina Produttori Bolzano
Via San Maurizio 36 I – 39100 Bolzano
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Riccardo Isola

Un viaggio tra inchiostro e liquidi nel cristallo iniziato, ahimé e purtroppo, diversi anni fa. Ambasciatore dei vini dell’Emilia Romagna, giornalista enogastronomico in orbita perenne attorno ai pianeti Vino e Cibo. Usurpatore, per professione e per passione, della lingua italiana. Improprio interprete, ma con dedizione e impegno, del raccontare ciò che da sempre fa grande il nostro essere italici: il Gusto.

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