Per la prima volta il Concours Mondial du Sauvignon esce dall’Europa: meta il Sudafrica

Racconto del Concours Mondial du Sauvignon in Sudafrica

In qualità di giudice italiana alla competizione sul Sauvignon, organizzata dal Concours Mondial de Bruxelles in Sudafrica, abbiamo assaggiato milleduecento etichette rilevando una qualità di tutto rilievo. Espressioni precise con molte punte di eccellenza e un’offerta enoturistica di alto livello

Eravamo cinquanta giudici di diciannove nazionalità differenti (in tre a rappresentare l’Italia): abbiamo assaggiato più di milleduecento Sauvignon provenienti da venti diverse nazioni produttrici. Con base a Franschhoek, a circa settantacinque chilometri da Città del Capo, per tre giorni, ogni mattino, siamo entrati in contatto con i diversi stili di questo vitigno internazionale. Nei pomeriggi, le visite ai più importanti territori del vino della Nazione Arcobaleno, come Constantia e Stellenbosch o la meno conosciuta Durban Valley, sono state organizzate in modo impeccabile dal Concours Mondial de Bruxelles con la collaborazione dell’Associazione Sauvignon Blanc South Africa.

Concours Mondial de Sauvignon: il Sudafrica enoico e le zone visitate

Il paesaggio è assolutamente spettacolare, tra vallate, altopiani, catene montuose, l’oceano, l’intensità della luce, il soffiare dei venti. Le montagne sono formate per la massima parte da arenarie su basi granitiche: tipico esempio è la Table Mountain, alta circa mille metri e piatta sulla cima, che domina Città del Capo. Ma anche Drakenstein (area Franschhoek) e Simonsberg (zona Stellenbosch) sono montagne che disegnano lo skyline del mondo del vino sudafricano.

La vicinanza dell’oceano Atlantico, con la fredda corrente del Benguela, influenza notevolmente il clima. Quando soffia il Berg, il vento caldo e secco che scende dalle montagne dell’interno, la temperatura può superare i 35 gradi. Da settembre a marzo spira più frequentemente il Cape Doctor, nome locale del forte, spesso persistente e secco vento di sud-est che, in particolare a Città del Capo e zone limitrofe è foriero di tempo freddo.

Sudafrica: un clima adatto alla viticoltura

Ci troviamo in un clima particolarmente adatto alla coltivazione della vite; nell’area di Città del Capo la temperatura media va dai 12 gradi di luglio ai 21 di gennaio e febbraio, il periodo in cui inizia la vendemmia. La latitudine dei vigneti, infatti, tra il ventisettesimo e il trentaquattresimo parallelo sud, li colloca in una zona temperata assimilabile a quella mediterranea.

Tra Vecchio e Nuovo Mondo, una storia enologica da conoscere

Negli ultimi anni il Sudafrica ha investito molto in programmi di zonazione, per individuare i migliori terroir, coltivare le varietà più adatte, e dar vita quindi a vini sempre più identificativi dei singoli territori.

Il primo a piantare vigne nel 1655 nell’areale di Città del Capo fu Jan van Riebeeck, governatore inviato dalla Compagnia Olandese delle Indie Orientali, che produsse nel 1659 il primo vino sudafricano. Il Sudafrica quindi, come Paese produttore di vino, si potrebbe collocare tra il Vecchio e il Nuovo Mondo.

Il successore di van Riebeeck, Simon van der Steel, acquistò una vasta tenuta nei pressi di Cape Town, Groot Constantia (grande Constantia in lingua afrikaans), che dal 1685 è assurta a leggenda per la qualità dei suoi vini, dando di fatto il via alla storia enologica di questa bellissima terra. Dopo van der Steel furono molti i proprietari che si susseguirono a Groot Constantia fino ad arrivare nel 1993 a essere un fondo senza scopo di lucro, con diversi stakeholder.

La visita a Constantia Wine Route

In occasione del Concours Mondial de Sauvignon abbiamo visitato Groot Constantia, estesa su 100 ettari vitati, il museo e assaggiati i vini. Le vigne sono immerse nella ripida valle sul lato orientale della Table Mountain. L’azienda agricola è caratterizzata da nove diversi tipi di terreno e un’attenta pianificazione ha garantito la selezione dei migliori cloni possibili dei vitigni scelti, in armonia con i tipi di terreno specifici. Sembra che il vino qui prodotto compaia nel romanzo di Jane AustenRagione e sentimento” come cura per un cuore infranto e viene pure bevuto per sollevare lo spirito di un personaggio uscito dalla penna di Charles Dickens ne “Il mistero di Edwin Drood”.

Nella Constantia Wine Route ci sono nove produttori, che abbiamo incontrato nell’azienda Beau Constantia: Constantia Royale, Steenberg, Buitenverwachting, Groot Costantia, Eagles’ Nest, Constantia Glen, Silvermist e Klein Constantia. Una carrellata di Sauvignon Blanc (ogni azienda ha presentato un vino d’annata e uno più affinato) dai profili precisi, netti e di notevole espressività.

Stellenbosch: 170 cantine su un territorio dinamico e vario

L’altra zona celebre nel mondo è Stellenbosch, che rappresenta il cuore vibrante e profondo della viticultura sudafricana, considerata dopo Constantia la seconda area vinicola più antica. È il territorio di maggior concentrazione e dinamismo, con circa centosettanta cantine. E non a caso è la sede della più importante Università di Viticoltura ed Enologia.

La varietà dei suoli e la molteplicità microclimatica lo rendono un luogo particolarmente adatto per la vite, con un clima fortemente rinfrescato nella fascia meridionale, e più caldo a mano a mano che ci si allontana dal mare verso le pendici del monte Simonsberg.

A Stellenbosch abbiamo visitato Warwick Wine Estate, che produce vino dal 1984, con il celebre The blue Lady Cabernet Sauvignon (vino scelto da James Bond in una delle sue numerose avventure) che abbiamo assaggiato nel millesimo 2019: strutturato e tannico ma ben equilibrato al palato.

Durbanville Wine Valley: alta qualità delle uve

Un altro territorio che abbiamo visitato nel corso del Concours Mondial de Sauvignon è la Durbanville Wine Valley, a 20 minuti di auto da Città del Capo. Alcuni dei vigneti crescono ad altitudini fino a 380 metri sopra il livello del mare. Suoli profondi, raffreddamento della brezza marina, nebbie notturne e vicinanza all’oceano sono tutti fattori benefici per la qualità delle uve che qui ritroviamo.

Il Sauvignon blanc è un vitigno importante della Durbanville Wine Valley, fondata nel 2004, anche se alcune famiglie su questa strada del vino di Città del Capo producono vino da sei generazioni. Durbanville è una frazione del distretto vinicolo di Tygerberg, che ha ottenuto lo status di vino di origine nel 1989. Le aziende vinicole spaziano dalle boutique winery di piccole dimensioni a grandi fattorie.

Nella tenuta Durbanville Hills abbiamo potuto assaggiare i vini dei circa quindici produttori della zona: Altydgedacht, Bloemendal, Canto, D’Aria, Diemersdal, De Grendel, Durbanville Hills, Hillcrest, Klein Roosboom, Loch Lynne, Maastricht Meerendal, Nitida, Groot Phesantekraal wines e Signal Gun. Vini impressivi e accoglienza memorabile: un’esperienza che difficilmente dimenticheremo.

Franshhoek: l’angolo francese in Sudafrica

Chiudiamo con l’areale di Franshhoek (in afrikaans significa “l’angolo francese”), dove abbiamo pernottato durante il nostro soggiorno. I primi europei ad arrivare da queste parti furono i rifugiati francesi ugonotti nel 1688. I coloni costruirono qui le loro fattorie e contribuirono allo sviluppo della coltivazione della vite, attribuendo alle varie aree i nomi dei loro luoghi di provenienza: La Motte, La Bourgogne, Chamonix e persino Grande Provence. Ci sono oltre 40 cantine in cui degustare vini, e “la piccola Francia” è molto rinomata per essere la capitale gastronomica del Sudafrica.

In generale posso affermare che i vini che ho assaggiato in Sudafrica hanno una qualità di tutto rilievo. Espressioni precise con molte punte di eccellenza. L’offerta enoturistica è di alto livello, l’organizzazione è estremamente efficiente. Un grazie sentito al Concours Mondial de Bruxelles che mi ha permesso di vivere un’esperienza così stimolante e arricchente.

Classificazioni e numeri del vino in Sudafrica

La classificazione dei vini di Origine, WO (Wine of Origin), è nata nel 1973 e dal 1998 a oggi il 95% delle aziende è entrato a far parte di un sistema di agricoltura sostenibile controllato (IPW). Gli ettari vitati sono circa 100.000, di cui circa 4.300 sono costituiti da vigne con almeno 35 anni d’età e che a volte superano i cento, e possono fregiarsi di una fascetta speciale (Certified Heritage Vineyards) che indica la data di nascita della vigna.

Il Sudafrica è all’ottavo posto nel mondo per la produzione di vino. Il Sauvignon è la varietà più venduta (con 14.3 milioni di litri nel 2022), più esportata (con 67.7 milioni di litri) e più commercializzata nel mercato locale (14,3 milioni di litri).

I risultati del Concours Mondial du Sauvignon

Il miglior Sauvignon del concorso proviene dalla Stiria: il Trofeo Dubourdieu viene assegnato al Sauvignon Blanc Sieme Eichberg di Adam-Lieleg. Con ben 85 medaglie, di cui 45 d’oro e 40 d’argento, l’Austria conferma l’alta qualità della sua produzione nel mondo del Sauvignon Blanc.

Al secondo posto la Loira, con 77 medaglie (28 d’oro, 49 d’argento). Si tratta di una bella ricompensa per i produttori della regione che hanno dovuto fare i conti con condizioni meteorologiche avverse. Il Sudafrica ha vinto ben 56 medaglie, di cui 26 d’oro e 30 d’argento.

L’Italia si è aggiudicata 14 medaglie d’oro e 17 d’argento, con il Friuli Venezia Giulia che si conferma territorio di produzione leader della penisola. Per la Spagna 12 medaglie, di cui quattro d’oro. La Castiglia e León è chiaramente una terra privilegiata per questo vitigno, ma nell’elenco dei vincitori sono presenti anche altre zone di produzione come la Catalogna, l’Aragona, la Navarra e la Mancia.

Altre informazioni sul Concours Mondial de Sauvignon: www.cmsauvignon.com