Kalimera di Cenatiempo: sorsi che parlano di emozioni

Provato al Vinitaly 2022, questo vino è quello che più di tutti non solo ci ha emozionato ma ha saputo parlare di territorio all’ennesima potenza. Un piccolo grande capolavoro

Ci sono vini che sussurrano all’anima. Ci sono interpretazioni enoiche che sanno racchiudere, in un sorso, una storia, un territorio, un’emozione. Bene, tra questi c’è sicuramente il Kalimera della cantina Cenatiempo di Ischia, in località Serrara Fontana. Ben 450 metri sul livello del mare.

Si fa fatica a parlare di emozione quando qualcuno questa emozione non l’ha provata. Si fa presto a dire e a dare punteggi altissimi. Ma questa volta si fa fatica veramente a non riconoscere un capolavoro liquido fatto vino.

Kalimera di Cenatiempo: un vino che evoca territorio e passione

Stiamo parlando del “Kalimera” un vino evocativo nel senso geografico, etimologico, passionale del termine. “Kalimera” significa, per i greci, quel territorio ischitano ove crescono, assorbono, respirano i vigneti di Biancolella. Una denominazione di origine che è saluto beneaugurante e di risveglio.

Suolo vulcanico, ovviamente, brezza mediterranea, ovviamente, il tutto arricchito, ovviamente, da un approccio eroico del fare vitivinicoltura che guarda all’autenticità, alla fierezza e alla territorialità, seppur isolana, in modo totalizzante.

Sono approcci al contempo sulfurei e materici. Sono sferzate iodate che si insinuano a respiri di terroir autentici.

Sono poesia
Teatro
Emozione

C’è quella biodinamica, in filigrana, che lascia la grammatica gustativa sicuramente vivace, non limata ma sicuramente ritata e suadente.

C’è tecnica e tradizione, non a caso il vino fermenta e affina in tini di cemento, per qualche mese.

Divini connubi d’arte

Che dire… solo che il Kalimera di Cenatiempo ci conduce al cospetto della “Venere di Milo” del 130 a.C., opera di Alessandro di Antiochia. Punto.