Tesori toscani: il Brunello secondo Pietroso

Una piccola grande storia, il senso e l’identità del territorio: nelle terre di Montalcino, la passione di Gianni Pignattai diventa sintesi di eccellenza e tradizione di famiglia

Immergersi nelle terre del Brunello di Montalcino è come entrare in un mondo che profuma di antico, significa respirare la vita di un territorio dove l’attaccamento alla storia e alla tradizione è remoto e indissolubile. Il paesaggio stesso, un mosaico di colline e vigneti punteggiati da antiche querce, è depositario di quella cultura del vino che tutto il mondo ci invidia.

Parte da qui il racconto di Pietroso, l’azienda agricola di Gianni Pignattai, la piccola perla di una terra nata per godere del piacere del buon vino. Tre le etichette prodotte, Brunello, Riserva e Rosso di Montalcino: tre vini che sono un capolavoro di suggestioni in bottiglia, tre capitoli della storia e della vita di un raffinato interprete del Sangiovese grosso, silenzioso custode delle memorie di nonno Delfo e delle tradizioni contadine ilcinesi.

Pietroso di Montalcino: la storia inizia nel 1363

La “poesia della terra” si rispecchia nei vigneti dell’azienda e diventa infinita emozione da assaporare nella visita in cantina, come bere il territorio in un calice: la terrazza in vetro, sospesa sui filari più famosi nel mondo, squarcia la vista tra torri e casette che rievocano il passato di Montalcino e di questa famiglia, di una tradizione fatta di lavoro e passione, di un affascinante racconto del legame tra l’uomo e il suo vino.

Così era quel 2 di marzo del 1363 quando Angelo di Cenne comprò due pezzi di questa terra per 22 fiorini d’oro, così era per nonno Delfo nel 1978 con il suo primo Brunello, così è per Gianni Pignattai ieri come oggi: vivere e lavorare il territorio con la passione e la cura di chi il vino sembra che lo faccia da sempre.

Pietroso e il Sangiovese delle emozioni: quando il Brunello è una questione di famiglia

L’azienda agricola Pietroso nasce a Montalcino negli anni ’70 con nonno Domenico Berni, detto Delfo, e la passione di produrre vino per sé e per gli amici che passavano sovente a trovarlo. La cantina, a circa 500 metri dal centro storico di Montalcino, si affaccia sui boschi della Val d’Arbia, accogliendo i visitatori nella bellissima terrazza in vetro sospesa come un lungo braccio sui vigneti di proprietà.

Il territorio in un calice raccontato anche dall’affabilità dello stesso Gianni e di sua moglie Cecilia Brandini, perfetta padrona di casa e anima pulsante dell’azienda. Prezioso e importante il contributo dei figli, spontaneamente coinvolti a completamento di un bellissimo racconto enologico di famiglia: in vigna e in cantina, il bravissimo Andrea e Gloria, futuro magistrato, al commerciale.

Un ritratto che incornicia la massima qualità del Brunello di Pietroso, ricercata sin da subito con la prima vendemmia nel 1992 quando, alla morte di Delfo, Gianni Pignattai decise di proseguire l’attività rendendola passione e lavoro di una vita. Il risultato di una piccola produzione, 30.000 bottiglie circa, divenute ormai protagoniste indiscusse nei palcoscenici internazionali.

5 parcelle distinte per assicurare la qualità di un unico protagonista: il Sangiovese grosso

Tredici gli ettari totali, di cui cinque coltivati a vigneto, contraddistinti ognuno in parcelle ben distinte: Colombaiolo a sud e Fornello a est, Montosoli a nord, Petroso a ovest e Pietroso, dove sorge anche la sede aziendale.

Un accurato lavoro di zonazione fortemente voluto da Gianni per valorizzare ogni singola vigna e far sì che la qualità del Brunello di Montalcino si mantenga fedele a sé stessa, annata dopo annata. In questi luoghi, il Sangiovese trova il suo più fedele alleato nei terreni ricchi di galestro su fondo roccioso (da qui il nome dell’azienda), a un’altezza variabile dai 350 ai 500 metri: dove sino a 30 anni fa le uve faticavano a maturare, ora godono di un’ottima insolazione e di un microclima estremamente favorevole. Almeno in questo, il cambiamento climatico non rovina ma apporta benefici in termini di raccolta che si attua a inizi ottobre, come da disciplinare.

La tradizione nel lavoro in campo e in cantina è dettata dai processi rigorosamente manuali, dalla potatura verde al drastico diradamento dei grappoli durante l’estate, dall’utilizzo di lieviti indigeni alle frequenti follature e rimontaggi. Una dimensione familiare che l’azienda Pietroso ha saputo ritrovare nella natura e nel legame con la terra, guardando lontano senza dimenticare le tracce del proprio passato, firmando una storia fatta non di numeri ma di uomini e passione per la vigna e il proprio lavoro.

Brunello di Montalcino DOCG 2016: armoniosa e ricercata raffinatezza

Grande carattere, eminente personalità, un vino e un territorio. Il Sangiovese dell’azienda Pietroso è prima di tutto territorio e vino, passione di famiglia fondata sulla qualità senza compromessi e volta alla conservazione di uno stile che è sinonimo ed espressione di eccellenza e artigianale meticolosità.

Fiore all’occhiello è il Brunello di Montalcino vendemmia 2016 che si rivela perfettamente all’altezza delle aspettative richieste da un’annata così importante, il cui andamento climatico ottimale ha portato a una perfetta maturazione delle uve. Un concentrato di eleganza, finezza e armonia che affina 36 mesi in botti di rovere di Slavonia e almeno sei mesi in bottiglia a temperatura costante di 15°.

Nel calice, cattura l’attenzione la sua veste di rosso rubino acceso e luminoso, tendente al granato nei suoi eleganti riflessi. Naso articolato e complesso, piacevolissimo nei profumi affascinanti di ciliegia e bacche rosse, mora e mirtillo su tutti. Rabarbaro e arancia aprono gradualmente su accattivanti note di sottobosco, muschio e petali di rosa; dolci soffi speziati di cannella e vaniglia si accompagnano in armonia perfetta con liquirizia e tocchi balsamici. L’uso del legno per l’affinamento non prevarica affatto ma è perfetto ed integrato. Il palato è succoso e raffinato, sostenuto da un’impeccabile spalla acida e da una trama tanica di eccezionale raffinatezza. Lungo e persistente il finale fruttato che sfuma sapido e agrumato.

Riserva 2015: potenza ed eleganza per il vino aziendale più longevo

Il Brunello di Gianni Pignattai è un vero e proprio viaggio ai confini dell’emozione, un vino assoluto che invita al continuo riassaggio, così come la Riserva 2015, esaltante espressione del terroir dell’azienda.

Potenza ed eleganza sono la cifra stilistica che rende inconfondibile il prodotto più longevo della cantina di Montalcino: l’ampio ventaglio olfattivo offre ricordi di viola e marasca, prugna e bergamotto, pepe nero, cacao e chiodi di garofano. Il sorso è avvolgente, morbido e sapido, scandito con esattezza da tannini vellutati e dal lunghissimo finale di liquirizia, tabacco dolce e rabarbaro.

Rosso di Montalcino 2019: freschezza ed eleganza

Non da meno il Rosso di Montalcino 2019: un anno in botte di rovere di diversi passaggi che regala preziosi sentori fruttati, amarena e more, fragolina di bosco e cenni di liquirizia e rosa canina. Ottima la freschezza al palato, il corpo rigoroso è accompagnato da tannini setosi ed eleganti e, anche qui, è puntuale il lungo finale, sfumato in chiusura da cacao ed erbe aromatiche.

Vini che coniugano tipicità e anima contadina nello spazio di un calice, legati in maniera forte e indissolubile al territorio. Va tutto a Gianni, Cecilia, Andrea e Gloria il merito di aver saputo creare un’autentica unione tra la terra, la vigna, il Sangiovese e la loro sapienza. In un’unica parola, un Brunello dalle incredibili emozioni.

Azienda Agricola Pietroso
Podere Pietroso 257 – Montalcino (SI)
Sito webFacebook – Instagram