Rosa Canina Vigne Chigi, la delicatezza di un rosé ancorata alla tradizione

In Campania, terra vulcanica nota per la sua ricchezza agroalimentare, nasce un rosato in purezza, autentico e delicato, frutto della passione e del legame con il territorio

Ci sono luoghi in cui la tradizione è ancora molto sentita e orgogliosamente tramandata. La Campania è sicuramente uno di questi, conosciuta e amata in tutto il mondo per le sue bellezze e i suoi vitigni antichi, ancestrali.

Il rosé Rosa Canina della cantina Vigne Chigi nasce dalla lavorazione in purezza del Pallagrello rosso, tra i vitigni campani più antichi, risalente all’epoca greca e poi romana. Coltivato in una zona collinare del comune di Pontelatone (CE), ai piedi del Monte Friento, i suoi grappoli piccoli e gli acini sferici hanno dato vita al nome del vitigno che in dialetto casertano è “U Pallarell” ovvero piccola palla.

Leggero fresco e profumato, questo rosé è ottenuto con uve che vengono portate in cantina subito dopo la raccolta, quindi diraspate e pigiate. Dal mosto fiore nasce il delicato colore del vino; segue poi la vinificazione in acciaio a temperatura controllata di circa 12°.

La passione di Re Ferdinando IV di Borbone

Tra le passioni di Ferdinando IV di Borbone c’erano il dialetto napoletano, i cavalli ed i cani. Nella Reggia di Caserta, tra serre e boschi ricchi di flora e fauna, il Re aveva fatto erigere una riserva di caccia e nelle vicinanze un bellissimo vigneto a ventaglio di Pallagrello bianco e rosso.

Proprio da questa passione nascono le etichette dei vini della cantina Vigne Chigi che ha appunto selezionato alcune tra le razze canine predilette da Re Ferdinando. Una ricerca storica accurata che evidenza il legame del produttore alla sua terra.