Un viaggio “in rosa” tutto italiano. Terza tappa: la Lombardia

I rosati della Lombardia: ecco 9 etichette da non perdere

Si spazia dai rossi strutturati e di corpo della Valtellina alle bollicine della Franciacorta, dal Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese al Lugana del lago di Garda: il vino lombardo vanta molte sfaccettature e tale ricchezza la ritroviamo anche nei calici rosa

Seppur non tra le regioni più distintive per vocazione vitivinicola, la Lombardia può comunque dire la sua nel mondo del vino italiano: lo fa in coro, dove ogni voce, ben distinta dalle altre, rappresenta un territorio vocato e a sé. Cercare un carattere comune, qui, sarebbe un errore; valorizzare le singole anime, invece, una maniera di procedere che regala non poche sorprese. Questo vale sì, in generale, per la produzione di vino in toto.

I rosati della Lombardia: una ricchezza che sorprende

Si spazia dai rossi strutturati e di corpo della Valtellina alle bollicine della Franciacorta, dal Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese al Lugana del lago di Garda. Davvero molte le sfaccettature che caratterizzano il vino lombardo, se di un unicum si può parlare, avvalendosi dei confini puramente geografici che la storia ci fornisce. Una tale ricchezza la ritroviamo anche nel mondo rosa.

I rosati della Lombardia: ecco le etichette da non perdere

Spicca, in concomitanza con il lago di Garda, il Chiaretto. Una delle grandi realtà rosa in Italia, va distinta a seconda della sponda del lago lombardo-veneto: la sponda veronese è zona del Chiaretto di Bardolino, la sponda bresciana invece è Valtènesi Chiaretto. Numerose le occasioni di collaborazione tra le due realtà, i loro consorzi e i rispettivi produttori, ma entrambe le sponde con i propri vini vanno raccontate singolarmente, per le loro specificità, le diverse uve e i differenti disciplinari, più o meno “severi”.

Un colore che oscilla dal rosa tenue al cerasuolo, un naso che regala piacevolissime sensazioni floreali, di campo, con qualche accenno di frutta rossa e agrumata, un sorso fresco, piacevole, dissetante e divertente. Questa, a tratti generalisti, la fisionomia del Valtènesi in bottiglia. Ed è proprio all’interno di questa tipologia, così tratteggiata, che spiccano etichette degne di nota. Alcune in rappresentanza dello stile del consorzio stesso, altre chicche di nicchia che spingono per raccontare le potenzialità dei vini di questa zona.

Cantina Avanzi: Antitesi Chiaretto Valtènesi DOC

Si fa indubbiamente notare in zona l’Antitesi Chiaretto Valtènesi DOC, il Tre Bicchieri Gambero Rosso della cantina Avanzi. Siamo a Polpenazze del Garda (meta prediletta per gli appassionati di vino, vista la Fiera pluridecennale che ha luogo qui ogni anno in tarda primavera). Ci troviamo di fronte ad un vino, 90% Groppello e 10% Barbera – quindi in pieno stile Valtènesi -, autentica e ben riuscita espressione di territorio. Un’importante struttura per un rosato, un naso con una bella complessità e note intense che spaziano dalle erbe alla frutta. Info: shop.avanzi.net

Cantina Costaripa: Valtènesi Rosamara 2023

Se il Tre Bicchieri rosa di Avanzi è bandiera quest’anno tra le etichette della Valtènesi, punto di riferimento ormai decennale per il territorio è Costaripa, la cantina a Moniga del Garda del noto enologo Mattia Vezzola. Il loro Valtènesi è Rosamara 2023. Qui un profumo speziato ed elegante e una tessitura setosa fanno da tratti distintivi, risultato di una fermentazione del 50% del mosto in piccole botti di rovere per circa 6 mesi. Info: costaripa.it

Cantina Costaripa: Valtènesi Molmenti 2019

Tuttavia, fiore all’occhiello della produzione in rosa della cantina e punta di diamante di quelle “chicche di nicchia” di cui sopra, il Molmenti. Una dedica all’ideatore del Chiaretto di Moniga, Pompeo Gherardo Molmenti, fa due anni in tonneau e 3 in bottiglia: il risultato è un vino straordinario e senza paragoni, con frutta tropicale, caramello, cioccolato bianco e miele al naso e una buona sapidità in bocca nonostante gli anni. Un bell’esempio di quanto i rosati italiani possano fare per avvicinarsi alla grande tradizione francese. Info: costaripa.it

I primi tre rosati: “Antitesi”, “Rosamara” e “Molmenti”

Cantina Caven: Nebbiolo “Cerasum”

Tutt’altro genere, il Cerasum di Caven. Ci spostiamo: lasciamo le sponde del lago di Garda e saliamo, nel cuore della Valtellina, terra di grandi rossi, di spessore, di corpo, di struttura, terra del Nebbiolo, qui Chiavennasca, vitigno principe in questo vino rosa. Basta annusare la filosofia in cantina di questa realtà per capire che l’intento è la valorizzazione del territorio valtellinese. Il nome, già, lo anticipa: Caven come le cave di pietra della zona, Camina in riferimento ai Camuni, antico popolo che abitava nella valle vicina, la Valcamonica.

Il loro rosa, Cerasum, si lascia alle spalle il tenue tipico del Chiaretto e propone, al contrario, un bel rosa cerasuolo brillante e luminoso. 15 ore di macerazione sulle bucce e affinamento in acciaio: vengono preservate tutte le qualità insite nella bacca di Chiavennasca, note fruttate di ciliegia e agrumi, una spiccata acidità e, meno visibile ma comunque presente, una trama leggermente tannica. Un vino sì di piacevole beva, ma con la sua robustezza “in rosa”, non è da sottovalutare! Info: neravini.com

Cantina 1701: Garga Gang 2022

Se la Valtellina è terra di grandi rossi e Cerasum, rosa, ne richiama l’anima, più originale la storia dietro al Garga Gang, il rosato (annata 2022) di Cantina 1701. Nota per aver lanciato il primo Franciacorta biodinamico, l’azienda di Cazzago San Martino, in provincia di Brescia, propone questo rosa in collaborazione con l’azienda agricola biodinamica Fasoli Alessandro di Colognola ai Colli (qui siamo in provincia di Verona). Il risultato è un vino che nasce dall’incontro del Pinot Nero franciacortino con la Garganega autoctono veneto. La fermentazione è con lieviti indigeni e l’affinamento è di 7 mesi in vasca d’acciaio. La freschezza e le note floreali e fruttate della Garganega, la struttura e la complessità del Pinot Nero, regalano insieme un vino che fa la differenza e ricorda che col rosa si può già spaziare e sperimentare! Info: 1701franciacorta.com

Rosato IGT Terre lariane di La Costa

Ancora Pinot Nero, stavolta però in un blend col Syrah: sono questi i due vitigni che danno vita al Rosato IGT Terre lariane di La Costa. Ci spostiamo nella regione collinare della Brianza, nel cuore di un’azienda giovane (anni 2000), che nasce e cresce fin da subito all’insegna del bio e della sostenibilità. Tra i suoi vini di punta, trova spazio anche un Rosato da 1.900 bottiglie all’anno.

Il colore, anche qui, non va a caccia di mode: brillante e luminoso, vira sulla tinta del lampone. Il vino ha un buon equilibrio in bocca: la piacevolezza dei piccoli frutti rossi e del melograno, lasciata intatta dopo la macerazione a freddo per poche ore e la fermentazione in acciaio, è ben bilanciata da una decisa e presente sapidità. Nessun volo pindarico: un vino dritto, chiaro, per chi non ama sbagliare! Info: www.terrelarianeigt.it

“Garga Gang 2022”, “Cerasum Nebbiolo Rosè” e “Rosato IGT Terre lariane”

Banino rosato di Uva Rara

Dobbiamo scendere, dalla Brianza, e spostarci all’interno della denominazione Collina del milanese IGT per incontrare una bella versione di Uva Rara 100% in rosa. Vitigno autoctono, mantiene intatte le sue caratteristiche dopo macerazione di una notte sulle bucce e affinamento: un naso intenso di ciliegia selvatica, si conclude al palato con un finale di mandorla, tipico del vitigno.

Questo Banino rosato di Uva Rara, forte di una bella sapidità, ma anche di una freschezza tagliente, si presta bene per sgrassare quegli aperitivi di salumi tipici della zona tra Milano e Pavia!

Cantina Monsupello: “Germogli Rosa”. Pinot nero vinificato in rosa

Tutt’altro palato quella dei Germogli Rosa di Monsupello. Il nome dell’azienda è già di per sé una garanzia: fondata nel 1893, propone vini che sono emblematica espressione dell’Oltrepò Pavese. Anche in questo caso, per un rosa leggermente frizzante, viene scelto il vitigno per eccellenza dell’Oltrepò, il Pinot Nero, per l’IGT Provincia di Pavia. Un rosa limpido e brillante nasconde un vino con interessanti accenni di frutta e fiori delicati e una bella morbidezza, il tutto bilanciato dalla leggera effervescenza e dalla sapidità in chiusura.

Questo bell’equilibrio tra durezze e morbidezze, la briosità e un’immancabile freschezza rendono il sorso di un Germogli Rosa ideale come aperitivo o, come accade dal suo debutto nel 1982, come vino al pasto per tanti ristoranti nel pavese e fuori. Info: www.monsupello.it

Cantina Prime Alture: “Sotto Campo” IGT Provincia di Pavia

A una manciata di chilometri, un altro grande nome del territorio oltrepadano, Prime Alture. Fondata “di recente”, nel 2006, si estende per 10 ettari e offre, a chi la visita, la possibilità di abbinare alle degustazioni guidate e alle visite in cantina anche esperienze di benessere ed eventualmente il pernotto nelle eleganti camere del Wine Resort.

Il suo rosa, Sotto Campo IGT Provincia di Pavia, è un Pinot Nero 100% dal colore rosato lucente. È una bellissima resa in rosa del Pinot Nero oltrepadano: il profumo delicato di frutti rossi si ritrova in bocca, accomopagnato da una piacevole trama minerale. Freschezza ed eleganza sono i tratti distintivi di questo vino e del vitigno da cui deriva. Info: primealture.it

“Banino rosato”, “I Germogli” e “Sotto Campo”