Pithecusa Bianco 2017, ode gentile a Ischia

È il gioiello più prezioso dell’Azienda agricola La Pietra di Tommasone, nata nel 2000 in una delle più belle aree vitivinicole della provincia di Napoli e della Campania: l’isola di Ischia.

Chissà se la bellezza folgorante dell’Isola Verde e i profumi inebrianti della brezza marina sono stati i ricordi che hanno folgorato Antonio Monti quando, dopo aver avviato un fortunato ristorante in Germania, decise di ritornare a Ischia per riprendere la secolare tradizione di casa, tramandata di padre in figlio da oltre cento anni: produrre vino ad Ischia in piccole quantità, ricalcando le orme del nonno Tommaso, detto Tommasone.

Da allora la filosofia aziendale del “fare poco per fare meglio” non è mai cambiata. Sette ettari di vigneto coltivati su terreni vulcanici e pendenze rocciose a picco sul mare, con una resa di 80 quintali a ettaro: piccoli ma pregiati numeri per far rivivere quella passione di famiglia, oggi seguita egregiamente dalla figlia Lucia, responsabile dell’azienda, aiutata da Giuseppe Andreoli. In cantina le bandiere dell’Azienda agricola La Pietra di Tommasone – come Biancolella, Forastera e Piedirosso – oltre a Fiano, Montepulciano e Aglianico, varietà coltivate in perfetta simbiosi con il terreno e raccolte rigorosamente a mano, proprio come faceva il suo bisnonno 100 anni fa.

Quattro generazioni per una sola storia a garantire un prodotto di qualità e nel pieno rispetto e valorizzazione del patrimonio autoctono, accompagnato da tecniche enologiche avanzate. Il risultato, quattro bianchi, due rossi e un rosato che si collocano prevalentemente in una fascia di mercato estera.

Tommasone Pithecusa Bianco 2017

Pithecusa era il nome antico con cui era chiamata Ischia dai Greci, ai quali si deve l’origine della coltivazione della vite nell’isola.

Una produzione di circa 13.000 bottiglie il Pithecusa Bianco 2017, a testimoniare l’importanza che tale vino riveste all’interno della produzione aziendale.