8 vini piemontesi per la tavola delle feste

Dall’aperitivo al dolce, il nostro excursus enologico parte dalle Colline Novaresi DOC, passa per le Langhe e arriva in Monferrato. Due Metodo Classico, un Moscato affinato in anfora, quattro Rossi e un Rosè: ecco i nostri 8 suggerimenti per i prossimi brindisi natalizi

Vini piemontesi per le Feste: 8 etichette da portare a tavola

Per Natale proporre lo Champagne sulla tavola delle feste è sicuramente un classico che mette d’accordo tutti. Ma se l’idea fosse quella di offrire qualcosa di diverso dal solito? Per sorprendere i commensali, perché non provare con i vini del Piemonte?

Abbiamo scelto per voi due Metodo classico, un Moscato affinato in anfora, quattro Rossi e un Rosato, in un viaggio attraverso un territorio meraviglioso, punteggiato da borghi medievali e meticolosamente coltivato da vignaioli che si tramandano l’amore per la terra e il vino, generazione dopo generazione.

Vini piemontesi per le feste: 8 etichette da portare a tavola

Si comincia dalle Colline Novaresi, che danno il nome all’omonima DOC. Siamo in un’area geografica situata nel nord/est del Piemonte, delimitata dai fiumi Sesia (che scende dal Monte Rosa) e Ticino (che proviene dai monti del Gottardo). Qui la tradizione vitivinicola si è consolidata nel corso di due millenni, visto che già Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia (I sec. AC), usa parole di elogio per i viticoltori della zona.  

Tra i vitigni delle Colline Novaresi spiccano due uve autoctone a bacca rossa, la Rara e la Vespolina, che si sposano perfettamente con l’anima semplice e robusta della cucina novarese, dove regnano il gorgonzola, il riso e la panissa (molto più di un semplice risotto!); dove il ragù è di carne d’asino (il tapulone) e le tome d’alpeggio affiancano salumi rustici come il marzapane, il graton d’oca, la fidighina e il salamino della “duja”.

Accanto a Rara e Vespolina, ovviamente non poteva mancare anche il Nebbiolo che tra queste colline moreniche, e proprio grazie ai loro terreni argillosi e drenati, trova una sua specificità e personalità inconfondibili.

“Jad’or” Nebbiolo Metodo Classico Brut – Ca’Nova di Bognogno (No)

Il nostro brindisi virtuale inizia proprio con un Nebbiolo Metodo Classico Brut, il “Jad’or” dell’azienda Ca’Nova di Bognogno (No). Questo spumante, che ha riposato 24 mesi sui lieviti prima della sboccatura, si presenta con un luminoso color rosato buccia di cipolla e un perlage sottile e persistente. Il profumo delicato di frutta fresca rossa e il sapore vivace e asciutto, che rispetta le caratteristiche tipiche del vitigno, lo rendono perfetto con gli antipasti, i crudi di pesce e le fritture. Nulla vieta, ovviamente, di gustarlo a tutto pasto. Info: www.cascinacanova.it.

Uva Rara “Valceresole” 2019 – Francesca Castaldi di Briona (No)

Un’alternativa alle bollicine, molto indicata per l’antipasto, è l’Uva Rara “Valceresole” 2019 dell’azienda Francesca Castaldi di Briona (No): un vino aromatico e fruttato che lascia il palato pulito e fresco ed è ottimo anche con i formaggi freschi e le carni bianche. Info: www.cantinacastaldi.it

Rosato Rosalbe 2020 – Francesca Castaldi

Per gli amanti del Rosè, sempre la cantina Francesca Castaldi propone il Rosato Rosalbe 2020, ottenuto da uva Nebbiolo, nato un po’ per gioco e un po’ per celebrare la rinata stagione di questi vini. Info: www.cantinacastaldi.it.

“Il Ricetto” 2020 – Tiziano Mazzoni di Cavaglio d’Agogna (No)

Con i primi piatti saporiti, come un buon risotto alla zucca o gli agnolotti, consigliamo invece le note di lampone e mora della Vespolina “Il Ricetto” 2020, dell’azienda Tiziano Mazzoni di Cavaglio d’Agogna (No): un vino dal fondo speziato, che sorprende per il grande corpo, l’equilibrio tannico e l’appagante mineralità. Info: www.vinimazzoni.it

Alta Langa DOCG Brut Nature – Cantina Fabio Perrone

Ritorniamo alle bollicine spostandoci in Langa e costeggiando i crinali delle colline di Valdivilla. Qui, in località San Donato di Mango, la famiglia titolare dell’azienda Fabio Perrone – da parecchie generazioni – conduce con orgoglio e profonda passione un’azienda di 19 ettari.

Dai terreni con esposizione sud-ovest, e a un’altitudine di 650 metri s.l.m, nasce un Alta Langa DOCG affinato 30 mesi sui lieviti. Frutto di una selezione manuale delle uve, con il suo colore giallo paglierino scarico, dai riflessi dorati, questo spumante regala profumi di crosta di pane, scorza di lievito e vaniglia; colpisce per il gusto sapido ed equilibrato e per la straordinaria freschezza che lo rendono ideale come aperitivo e perfetto se abbinato con crostacei e primi e piatti a base di pesce. Info: www.fabioperrone.com

Barolo Gregorio Gitti DOCG Rosso – Castello di Perno

Per i chi ama i rossi importanti, puntiamo invece verso il pittoresco borgo di Perno, il cui Castello medievale oggi domina ancora il paesaggio circostante ed è il centro di un’attività di vinificazione di alto livello. Il suo fiore all’occhiello è un Barolo DOCG ottenuto da diraspatura, macerazione a freddo per 48 ore e fermentazione spontanea e, a seguire, macerazione di circa 30 giorni a temperatura controllata. L’affinamento di 24 mesi avviene in botti grandi di rovere austriaco e l’imbottigliamento è effettuato nel mese di agosto del terzo anno successivo alla vendemmia. L’arrosto ed il brasato sono generalmente le specialità culinarie che meglio si abbinano al sapore deciso e strutturato di questo grande rosso piemontese. Info: www.castellodiperno.it

Langhe Nascetta DOC – Castello di Perno

Rimaniamo nella stessa azienda per proporre un’etichetta per gli appassionati dei vini aromatici. È una piacevole sorpresa il Nascetta DOC, ottenuto dall’omonima uva autoctona a bacca bianca e semiaromatica. Nota già nel 1800 per la sua bontà, ma abbandonata nel corso degli anni a causa della sua natura delicata e della produzione incostante, oggi è stata nuovamente riscoperta.

L’importante struttura e i suoi livelli di acidità conferiscono al vino ottenuto un’ottima capacita di invecchiamento garantendone una longeva evoluzione aromatica.

Il Nascetta si presenta giallo paglierino carico con riflessi verdognoli, i suoi profumi ricordano agrumi, pompelmo e pesca bianca e si evolvono in fiori bianchi, miele d’acacia e timo. In bocca è fresco e persistente, grazie anche alla sua sapidità.  Ideale per abbinamenti eleganti, con piatti della tradizione piemontese, e accostamenti insoliti: lo si può bere al momento dell’aperitivo o con gli antipasti tipici come il vitello tonnato o l’insalata russa, ma si adatta bene anche ai primi di pesce e ai formaggi freschi.

Noi vi suggeriamo un Langhe Nascetta DOC sempre del Castello di Perno, la cui uva viene raccolta da un vigneto sito a Serravalle Langhe (Alta Langa) a un’altitudine di 700 metri slm, macerata 8 ore con pressatura molto soffice e sottoposta a fermentazione spontanea e affinatura in acciaio.

8 vini piemontesi per le feste: vino da dessertMoscato d’Asti DOCG Canelli Biologico – Azienda Mongioia di Canelli

Per il brindisi finale, raggiungiamo il Monferrato, in provincia di Asti. Qui il classico Moscato DOCG trova il perfetto connubio tra innovazione e tradizione nelle proposte dell’Azienda Mongioia di Canelli, che ha brevettato un sistema di affinamento in anfora. In particolare segnaliamo il loro Moscato d’Asti DOCG Canelli Biologico. Si tratta di un vino che ha ottenuto il Red Award Medaglia Rossa al Merano Wine Festival 2019, i “5 Grappoli” Guida Bibenda 2020 e il riconoscimento come “Miglior Vino d’Italia 2020” sempre da Bibenda.

Questo Moscato nasce da un metodo di fermentazione di origini millenarie. Grazie alla micro-ossigenazione, l’anfora concede la pienezza di sentori secondari e terziari pur mantenendo le caratteristiche tradizionali del vitigno. Le anfore sono state create appositamente dal produttore con un impasto di terra e altri minerali volti a elevare e rispettare le sinuosità di questo nobile mosto che fermenta e successivamente affina in anfora acquisendo armonia, finezza ed equilibrio.