Vino

Serbia: l’impegno per ottenere vini di qualità e accrescere la posizione sui mercati

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Novi Sad, vigneti in estate (Foto © Serena Belfante).

La viticoltura della Serbia, negli ultimi vent’anni, si è orientata verso una maggiore qualità beneficiando del sostegno pubblico e di un territorio interessante per ricchezza e varietà pedoclimatica. A giudicare dai riconoscimenti positivi conquistati di recente, si può dire che i viticoltori stiano facendo un buon lavoro

© Articolo di Serena Belfante

Su un territorio che si sviluppa in lunghezza tra il bassopiano pannonico e la penisola balcanica, la produzione di vino in Repubblica di Serbia si articola in oltre seicento tipologie che rispecchiano la forte eterogeneità pedoclimatica. Una tradizione che ha origini antichissime, le prime testimonialze risalgono ai Greci, ma solo negli ultimi vent’anni i vini serbi hanno attirato l’attenzione tanto della critica di settore che degli appassionati.

Storia della viticoltura della Serbia

Dai primi anni del Duemila, la storia dell’enologia serba è stata fortemente influenzata dai sussidi statali che hanno spinto molti imprenditori a dedicarsi alla viticoltura. Nonostante inizialmente l’attenzione si fosse concentrata sui vitigni tradizionali, a discapito di quelli autoctoni, il sostegno pubblico è stato comunque decisivo per indurre molte aziende ad investire e apportare miglioramenti agronomici e infrastrutturali.

L’utilizzo di attrezzature per la fermentazione sempre più avanzate nonchè l’attenzione per i processi di invecchiamento e imbottigliamento, hanno gradualmente migliorato la qualità dei vini serbi favorendo un posizionamento di mercato sempre più soddisfacente.

Uno scorcio di belgrado, capitale della Repubblica di Serbia.

I vitigni autoctoni serbi

Sui circa ventimila ettari vitati, la Serbia manifesta una prevalenza di cultivar internazionali, come Chardonnay, Cabernet Sauvignon e Merlot, ma produce anche varietà autoctone tra cui:

  • il Prokupac, il vitigno autoctono più famoso del Paese e utilizzato principalmente nella produzione di vini rossi, dal colore intenso e dai sapori fruttati. Viene coltivato specialmente nelle regioni di Župa e Niš, rispettivamente nella parte centrale e meridionale della Serbia, caratterizzate da terreni ricchi di calcare e da un clima continentale in cui si alternano estati calde e inverni freddi;
  • il Tamjanika potrebbe ricordare un Moscato per la sua aromaticità e infatti regala vini dagli aromi floreali e fruttati, con diverse gradazioni zuccherine;
  • la Smederevka, grazie alle note agrumate e fresche, viene vinificata per gli spumanti e ivini frizzanti;
  • il vitigno Vranac si differenzia dal Prokupac per il suo carattere robusto e infatti confluisce in rossi con sapori di frutta matura, tannini decisi e una sensazione di morbidezza in bocca;
  • il Grasac è comunemente paragonato al nostro Riesling per i sapori agrumati e freschi che dominano il palato ma anche per le consistenze cremose, l’acidità e la mineralità ben bilanciate.
Alcune etichette di vini dell’azienda vinicola Vinarija Erdevik (Foto © Serena Belfante).

Ad ogni regione il suo terroir: un viaggio tra le città serbe del vino

La geografia enoica della Serbia evidenzia, da Nord a Sud, diversi terroir che favoriscono la coltivazione di tante varietà di uve da cui si ottengono vini altrettanto eterogenei. Insieme allo Chardonnay, ad esempio, l’autoctono Grasac è coltivato principalmente nella città di Topola, situata nella regione di Sumadija e con un terreno collinare e clima continentale.

Subotica, invece, nella regione settentrionale della Vojvodina, è vocata alla produzione di grandi vini bianchi. La presenza di loess e argilla nella regione di Fuška Gora, si predispone per produrre varietà come Riesling, Chardonnay, Merlot, Cabernet Sauvignon e Shiraz. Proprio da un blend di questi ultimi tre vitigni a bacca rossa, in Serbia si ottiene il Trianon, un vino apprezzato per la morbidezza e per la complessità legata all’affinamento di 12 mesi in botti di rovere francese.

Fuška Gora, vigneti visti dall’alto (Foto © Serena Belfante).

La varietà dei suoli in Serbia

Se a Nord della Serbia, in particolare nella regione della Vojvodina, il terreno è scuro, fertile e con un alto contenuto di materia organica (è detto “Chernozem“) nelle zone centrali e orientali del Paese, la lisciviazione di minerali argillosi ha reso possibile la creazione di suoli noti con il nome di “Luvisols”.

I “Cambisols“, scaturiti dall’erosione di vari tipi di rocce madre, caratterizzano le aree collinari e montuose della Serbia. I “Regosol”, invece, sono terreni giovani e poco profondi che costeggiano le sponde dei fiumi di aree con attività geologica recente, come valli fluviali e pianure alluvionali.

Quando le condizioni aerobiche scarseggiano, si vengono a formare strati sotterranei grigi o bluastri che determinano un ristagno idrico, e quindi uno scarso drenaggio. I terreni di questo tipo sono indicati con il nome Gleysol e si trovano in aree basse con falde acquifere alte, come pianure alluvionali e paludi.

I viticoltori serbi hanno preso consapevolezza di quanto il terroir influenzi il profilo aromatico e sensoriale dei vini e si stanno impegnando proprio a valorizzare il ricco patrimonio naturale che hanno a disposizione. A giudicare dai riconoscimenti che i vini serbi stanno conquistando nelle varie guide internazionali possiamo ritenere che sia stata intrapresa la giusta strada.

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